:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Prosa/Narrativa
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 627 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Mon Jul 1 01:59:51 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Il disagio

di Ivan Fanucci
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutti i testi in prosa dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 10/04/2015 14:15:33

Mirco davanti alla psicologa, cercava di descrivere il suo disagio mentale, ma lei non capiva o percepiva solo frammenti di ciò che il ragazzo cercava di descrivere accuratamente. Seduta dopo seduta Mirco rielaborava assieme a lei momenti della sua vita dei suoi traumi e di come avrebbe potuto convivere con il suo problema. Il disagio di Mirco, da quello che aveva capito la psicologa era un malessere collegato probabilmente all'infanzia, al modo in cui era cresciuto il ragazzo, e di ciò che aveva combinato. Erano già a buon punto, visto che erano passate solo poche settimane da quando era stato ricoverato in psichiatria. Ma Mirco stava davvero male e a volte guardando gli altri ragazzi che gli sembravano stare peggio di lui, si chiedeva, come mai nonostante quel poco che aveva scoperto su di loro, stavano così male. Secondo lui non ne avevano il motivo e più non capiva più si arrabbiava e stava ancora peggio. Alla psicologa che lo seguiva, disse che aveva perso la speranza di riuscire ad uscire da quello stato e che gli faceva più male assai la fragilità altrui, dei suoi stessi problemi. La psicologa gli diceva di non preoccuparsi degli altri ma di concentrarsi su se stesso e di trovare la fonte del suo malessere. Mirco le aveva spiegato secondo lui più di quanto potesse ricordare dei fatti che lo avevano portato a questo misterioso male, ma non riuscendo a convivere con quest'ultimo cercava man mano di spostare la sua attenzione sui problemi degli altri e di capire come mai questi stavano peggio di lui, questa distrazione gli alleviava la sofferenza, per modo di dire, dal suo inestricabile problema.

Mirco passava la giornata tra la stanza della ricreazione, dove fumava sigarette, alla sua cameretta in fondo al corridoio. Ogni giorno dopo aver preso quei medicinali, che secondo lui non funzionavano affatto, faceva la sua seduta con la psicologa per mettere in ordine un pezzo del puzzle alla volta. Un puzzle che mostrava una figura incomprensibile. La psicologa gli fece notare che se a lui sembrava che gli altri non avessero motivo di stare male, neanche lui aveva un alibi così forte per definire il suo dolore così persistente e profondo. Ma a Mirco sembrava di non farcela più, aveva un fiume di pensieri nella sua testa, una confusione della quale il ragazzo sembrava percepire a tratti un filo logico ma di cui non riusciva a trarre una conclusione e giorno dopo giorno risveglio dopo risveglio il caos vorticoso nella sua mente riappariva colmandolo di disorientamento e di dubbi su ciò che lo circondava e su ciò che percepiva dal mondo esterno. Come se qualcuno lo volesse tenere sempre in inganno, come se una forza di cui lui non conosceva l'origine ce l'avesse con lui. O almeno queste erano le conclusioni a cui era arrivato il povero Mirco.

La psicologa continuava a ripetergli che il problema era un problema interno e che non sussisteva nessun motivo per il quale ci dovesse essere qualche forza “maligna” a tendere così tanti tranelli alla sua mente, secondo lei era solo una forma di psicosi. Ma al povero Mirco non piaceva questa versione, non riusciva a credere di aver perso la testa per colpa sua, lui era cocciuto ed orgoglioso e non voleva considerare questo orribile fatto personale.

Mentre cercava dopo attente riflessioni, tra un turbinio e l'altro, di venirne a capo con l'aiuto delle riflessioni che gli aveva proposto la psicologa, cercò di trovare un compromesso al suo modo di pensare, prima di prendere le redini della sua colpa; cosa di cui difficilmente riusciva a farsene una ragione. La durezza della sua mente, che aveva creato per proteggersi dal malessere, lo aveva reso debole a cambiare punto di vista; a fare quel passo indietro che lo avrebbe tanto aiutato a guarire, come una postura scorretta dà vita a innumerevoli problemi a tutto il corpo, così il minor male aveva alimentato tutto ciò che di negativo poteva esserci nella sua mente.

Mirco man mano se ne rendeva conto, sempre con l'aiuto della psicologa che instancabilmente cercava di riportarlo indietro dal mondo immateriale e innaturale che il ragazzo aveva creato nella sua mente e nel quale viveva ogni giorno dall'esordio psicotico.

La vita, diceva teneramente la psicologa, ci mette davanti problemi apparentemente insormontabili, ma che in realtà andavano affrontati uno alla volta per sbrogliare la matassa e vivere più serenamente. Mirco finalmente decise di affrontare i suoi problemi uno alla volta, con rigore logico, di catalogare le sue esperienze e di trovare un nesso tra un problema e l'altro, trovando il filo conduttore che lo aveva legato al suo malessere, lasciando perdere l'istinto di preoccuparsi dei problemi degli altri e concentrandosi solo su se stesso. Così pian piano il malessere diminuì, lasciando solo una leggera delusione, come se dovesse sfoggiare una cicatrice di cui non andava molto fiero e questo fu solo l'inizio della sua guarigione.


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Ivan Fanucci, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Ivan Fanucci, nella sezione Narrativa, ha pubblicato anche:

:: E poi venne Amore (Pubblicato il 24/12/2015 07:26:58 - visite: 844) »

:: La lettera (Pubblicato il 11/05/2015 18:50:07 - visite: 561) »

:: Il musicista (Pubblicato il 09/05/2015 21:36:50 - visite: 717) »

:: Il perdente fortunato (Pubblicato il 14/04/2015 20:18:09 - visite: 827) »

:: Le cose belle della vita (Pubblicato il 14/04/2015 20:16:14 - visite: 770) »

:: Il mordente (Pubblicato il 10/04/2015 14:37:56 - visite: 720) »