Pubblicato il 08/03/2014 13:28:08
Chi ha detto che il cielo non è altro che un vecchio tamburo completamente inutile e senza suono? proviamo a salire la scalinata più dolce del mondo guardiamo verso villa medici senza perdere di vista la nostra barca di marmo là sotto né il capitano bernini né la piccola isola con le tre palme africane a destra e guardiamo il tramonto incomparabile che tuttavia voglio paragonare a una trombetta o meglio a un intro gruppo di trombette intanto che le nuvole sono violini accesi senza dubbio arpa è l'acqua delle fontane contrabbasso il vento forte e i passerotti flauti e zampogne nessuna orchestra è concepibile senza un colpo di tamburi in fondo ma se il vecchio cuoio blu risuona ancora a trinità dei monti ciò è dovuto in gran misura a un incredibile sistema di acustica divina grazie al quale scopriremo voci e melodie che ormai nessuno ascolta per quanto giriamo la testa dall'ultimo gradino dell'augusta scalinata proprio nello stesso segmento dove la maliziosa balaustra conta ventitré colonne e a un tratto piomba da un obelisco appuntito sulla grande terrazza (attraversata sempre da un bambino come un anello senza padrone i capelli biondi al vento la voce totalmente bianca) e guardiamo a sinistra in basso verso il tramonto di nuovo ma ora più vicino a noi quasi a portata di mano appena a un tiro di schioppo che cosa vediamo? un secondo sole più piccolo e luminoso di quello solito e che si china piano piano di nome keats un terzo sole piccolo come un bambino con i capelli biondi al vento di nome shelley entrambi inglesi e puri bambini poeti che l'eternità ha rinchiuso in uno stesso crepuscolo latino insieme tutti e due e mai divisi né dalle donne né dalla gloria né dalla stessa terra scelta dolci poeti di albione dormono nudi ancora? gli esteti in un'alcova di roma perfetta coppia senza vita che ancora mormora una divina melodia che nessuno più ricorda?
Da “Di stanza a Roma”, 1952. (Edizioni Ponte Sisto, Roma 2007, a cura di Martha L. Canfield)
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