Un fiato solleva qua e là soffiando
di sotto opaco un mantello, i rialzi
brillanti barlumi svegliando
nella celeste tenebra. Vi rispondono
dalle vie del tempo e
del mondo
voci antiche
vestite a nuovo o con i panni
loro tali che sembri
esserci passata sopra la luna
di stasera, con quel grido
di gufo che ci spaventava
tu scappando dall'albero
e io ridendo invece
dello spavento tuo e mio.
E comunque sia la notte
cambia le sue lingue
la luce non la capisce
se fuggendo il gufo è restata
esente dai barlumi
e tuttavia è diverso il tempo
ha preso odore acuto
di messaggerie cosmiche
e più non tollera pretestuose
bassure o rintanate piccolezze
né più ammette giaciture oziose
o abbandoni alle tombe
se non sono anch'esse tòcche
dal vento astrale
che s'è levato dalle parole
maledetto
maledetto sia.
Roma, 4 - 6 - 2003
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