Pubblicato il 01/07/2012 10:08:07
CONFABULAR
Es la llanura el hijo perfecto los que abrimos la mañana con los dientes viviendo hasta aquí arriba el vino de mano en mano el poema de mano en mano la sangre de mano en mano sí es verdad habría que decirlo a todo el mundo.
(de Salud o nada, 1954)
CONFABULARE
È la pianura il figlio perfetto noi che apriamo il mattino con i denti vivendo fin quassù il vino di mano in mano la poesia di mano in mano il sangue di mano in mano sì è vero bisognerebbe dirlo a tutto il mondo.
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LA VOZ TOMADA
Cuando se quiebre la lengua del amor, nos quedará todavía esta palabra ronca.
Cuando no pueda decir, volverá todavía a mi garganta el eco de tu cuerpo.
(de El músico en la máquina, 1958)
LA VOCE PRESA
Quando si romperà la lingua dell'amore, ci rimarrà ancora questa roca parola.
Quando non potrò parlare, tornerà ancora nella mia gola l'eco del tuo corpo.
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DÉJÀ VU
Una mujer se desnuda en mi memoria mientras afuera resplandece la ciudad o llueve y hace frío
Una mujer lava su pelo negro con el agua de mi infancia una distancia va formándose
Su piel es lenta y fresca como la mañana que acaricia su voz se hace lejana
Una mujer me alcanza el primer seno descubierto el primer seno acariciado
Mientras adentro resplandece la memoria
(de Hago el amor, 1969)
DÉJÀ VU
Una donna si spoglia nella mia memoria mentre fuori risplende la città o piove e fa freddo
Una donna lava i suoi capelli neri con l'acqua della mia infanzia una distanza va formandosi
La sua pelle è lenta e fresca come il mattino che accarezza la sua voce si fa lontana
Una donna mi raggiunge il primo seno scoperto il primo seno accarezzato
Mentre dentro risplende la memoria
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FLORA Y FAUNA
Dos gatas sufren por amor de un espléndido modo. Y la Naturaleza no descansa.
El paraíso es un sueño animal.
(de Señora Vida, 1979)
FLORA E FAUNA
Due gatte soffrono per amore in uno splendido modo. E la Natura non riposa.
Il paradiso è un sogno animale.
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COMO DOS ASTROS
Como dos astros errantes que se han unido por su errar nuestros errores nos acercan nuestros errores nos separan
Como dos astros errantes que se deslizan por amor nuestras miradas nos atraen nuestras miradas nos rechazan
Como dos astros errantes que se separan para ver la sed el hambre el sol la furia nuestros caminos encontrados
En lo profundo de los cielos en el silencio de la luz como dos astros errantes morimos renacemos.
(de Señora Vida, 1979)
COME DUE ASTRI
Come due astri erranti che si sono uniti nel loro errare i nostri errori ci avvicinano i nostri errori ci allontanano
Come due astri erranti che guizzano per amore i nostri sguardi ci attraggono i nostri sguardi ci respingono
Come due astri erranti che si separano per vedere la sete la fame il sole la furia i nostri sentieri incontrati
Nel profondo dei cieli nel silenzio della luce come due astri erranti moriamo risorgiamo
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LA CANCIÓN DE LAS HOJAS
Voz del añoso mundo con que el viento se enciende. ¿Qué me dices, si dices, para mí, para todos?
Vida que se desvive por vivir, vida viva, maravilla sedienta coronada de ecos.
Cada murmullo late atento a cada hoja, silencio suspendido por una boca eterna.
El cielo se susurra canciones de festejo, música a solas, sol, aire, luz, agua, hierba.
Son que ilumina hondo, incesante milagro: yo que me siento oír, la voz que hace memoria.
El árbol en la tierra, la canción bajo el sol, las hojas en el cielo, el viento entre las hojas.
Colmada de frescura, mi sangre reconoce ese freír alado: no hay más que un universo.
(de Sol o ombra, 1981)
LA CANZONE DELLE FOGLIE
Voce dell'antico mondo con la quale il vento s'accende. Che mi dici, se dici, a me, a tutti?
Vita che si affanna per vivere, vita viva, meraviglia assetata coronata di echi.
Ogni mormorio batte attento ad ogni foglia, silenzio sospeso da una bocca eterna.
Il cielo si sussurra canzoni di festa, musica solitaria, sole, aria, luce, acqua, erba.
Sole che illumina profondo, incessante miracolo: io che mi sento ascoltare, la voce che ricorda.
L'albero nella terra, la canzone sotto il sole, le foglie nel cielo, il vento tra le foglie.
Colmo di frescura, il mio sangue riconosce questo friggere alato: non c'è che un universo.
***
PACHAMAMA
Toco la tierra pongo mi corazón mi mano sobre la tierra negra gris roja fértil reseca zumbadora marrón de viva carne color del elemento material sol sonido vibraciones caricia
Piso la tierra toco lo que tengo soy sé tierra por descubrir tierra que nutre madre tierra hasta el fin tierra que entierra
Sobre la tierra desde la tierra un paso una mirada una canción que celebre el encuentro de un hombre con su hembra
(de Sol o sombra, 1981)
PACHAMAMA
Tocco la terra metto il mio cuore la mia mano sopra la terra nera grigia rossa fertile fievole ronzío marrone di viva carne colore dell'elemento materia sole suono vibrazioni carezza
Calpesto la terra tocco quel che ho sono so terra da scoprire terra che nutre madre terra fino alla fine terra che sotterra
Sopra la terra dalla terra un passo uno sguardo una canzone che celebri l'incontro di un uomo con la sua femmina
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OLOR A LLUVIA
El aire trae de pronto recuerdos del olvido con sabor a horizonte, hierba húmeda y ausencia. Color difuso y neto, casi como sin dueño, máscara o habitante, límpidamente orgánico, cargadamente etéreo. Espíritus, espíritu; huellas de una memoria que gira en su vacío repleto: fuegos, cuerpos, dioses, rastros, palabras.
(de Sol o sombra, 1981)
ODORE DI PIOGGIA
L'aria porta d'improvviso ricordi dall'oblio dal sapore d'orizzonte, erba umida e assenza. Colore diffuso e netto, quasi come senza padrone, maschera o abitante, limpidamente organico, fortemente etereo. Spiriti, spirito; orme di una memoria che gira nel suo vuoto saturo: fuochi, corpi, dei, tracce, parole.
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A LA SOMBRA DE MALTHUS
Sabios anuncian, con discreta emoción y sopesando datos, de manera siniestra, irreprochables, que en el Tercer Milenio más hombres tendrán sed.
(De hacerlo, no serán, como se ve, lo suficientemente originales: todos los siglos consiguieron tener sed de justicia, libertad y belleza).
Ahora, por fin, parece -miserable milagro, cruel consumación, irrisorio destino final- , que los humanos tendrán por suerte matar muriendo (cazando lluvias, en oasis blindados, cercando ríos, encerrando el mar) por una simple, serena, saludable y letal sed clarísima de agua.
(de El arte de callar, 2003)
ALL'OMBRA DI MALTHUS
Dei saggi annunciano, con discreta emozione e soppesando dati, in modo sinistro, irreprensibili, che nel Terzo Millennio sempre più uomini avranno sete.
(Al farlo, non saranno, come si vede, sufficientemente originali: tutti i secoli ebbero la loro sete di giustizia, libertà e bellezza).
Adesso, finalmente, sembra proprio - miserabile miracolo, spreco crudele, irrisorio destino finale - , che gli umani avranno la fortuna di uccidere morendo (a caccia di piogge, in oasi blindate, recintando fiumi, rinchiudendo il mare) per una semplice, serena, salutare e letale cristallina sete d'acqua.
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EL PESO DE TU PASO
¿Pasas sin darte peso cuando pasas, belleza, inquieta certidumbre, la joven nuca erguida avanzando en la sombra, levemente indecisa, tendido hacia el futuro el filo de ese cuello inefable y letal? ¿O pisas, al hacerlo, temible adolescente, el peso de tu paso, el paso de tu cuerpo gloriosamente incierto entre niña y muchacha? ¿El tiempo te contiene o es tiempo lo que luces, resplandor que se sabe preso en su resplandor, madurez inminente livianamente espléndida que firme se presagia, dorado atardecer todavía en su mañana? ¿Te ves tú como vemos, o al verte cambiarías? Arriesgada inocencia, ¿lo que de luz te colma escondes o te esconde? ¿Sólo al verte no verte te veremos, belleza? ¿En otros? ¿En nosotros? ¿No es la belleza verte saber que no te sabes mediodía inmortal? ¿Y anidas, sin embargo, tu huevo de serpiente? ¿No temas, todavía, no es nostalgia o deseo percibir tu milagro de presente huidizo, de futura memoria. Somos lo que sabemos ver, lo que nos hace ver, siendo somos lo sido, seremos lo que sé, lo que sé ser: ser sed.
(de El arte de callar, 2003)
IL PESO DEL TUO PASSO
Passi senza darti peso quando passi, bellezza, inquieta certezza, la giovane nuca diritta avanzando nell'ombra, lievemente indecisa, teso verso il futuro il filo di questo collo ineffabile e letale? O calpesti, al farlo, temibile adoloescente, il peso del tuo passo, il peso del tuo corpo gloriosamente incerto tra bambina e ragazza? Il tempo ti contiene o è tempo quel che ostenti, splendore di sapersi prigioniero nel suo splendore, maturità imminente delicatamente splendida che ferma si fa presentire, dorato imbrunire ancora nel suo mattino? Ti vedi tu come vediamo, o al vederti cambieresti? Arrischiata innocenza, quel che di luce ti colma nascondi o ti nasconde? Solo al vederti non vederti ti vedremo, bellezza? In altri? In noi? Non è la bellezza vederti sapere di non saperti mezzogiorno immortale? E comunque, covi il tuo uovo di serpente? Non temere, ancora, non è nostalgia o desiderio percepire il tuo miracolo di presente sfuggente, di futura memoria. Siamo quel che sappiamo vedere, quel che si fa vedere, essendo siamo ciò che è stato, saremo quel che so, quel che so di essere: essere sete.
Traduzioni di Sara Pagnini (http://www.filidaquilone.it/num005pagnini.html)
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