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’the hateful eight’ by Quentin Tarantino

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 08/02/2016 18:52:48

‘THE HATEFUL EIGHT’ by Quentin Tarantino

Sondaggio / recensione.

 

Il set: al freddo fuori del cinema per la ‘prima’ di ‘Gli otto odiosi’, aspettando l’uscita del pubblico.

 

Buonasera! … le è piaciuto il film?

1): Beh, la fotografia mi è sembrata bella … ma oggi ci vuole poco, no?

2): Troppo lungo, una ‘commedia’ (?) in un so quanti atti, che alla fine una si stanca di seguire, tant’era meglio se ne faceva un serial!

3): C’è più sangue in questo film che in ‘Shining’, il che è tutto un dire.

4): Troppo lento, troppo ‘chiacchierato’, troppo spiegato, insomma troppo…

5): Gretto, freddo, cinico, disumano, ma non vi ho trovato nulla di strepitoso … altro che seguace di Sergio Leone.

6): A dire il vero non vedevo l’ora che finisse, troppo lungo e troppo lento, forse un po’ troppo spinto inutilmente.

 

Buonasera! … Ha trovato qualche nesso con i film di Sergio Leone?

7): Con i western di Sergio Leone? Neanche per idea … Sergio era un grande, i suoi personaggi non avevano bisogno di tante spiegazioni, dicevano con gli occhi quello che non c’era bisogno di dire, per loro dicevano le lunghe pause, e non ti annoiava, era una sospensione d’attesa … questi quando aprono bocca diventano risibili, ma non fanno ridere.

8): Ma sta scherzando spero? … non se ne parla nemmeno.

9): Può farmi una domanda di riserva? … Benché Quentin mi piaccia, non regge il paragone.

10): Quentin Tarantino si perde strada facendo, non da allo spettatore il piacere di ‘pre-gustare’ l’attimo della sfida con la vita, o con la morte se preferisce … gli manca quel ‘suspance’ o, se vogliamo, quell’introspezione che da a un film western una ragione di essere.

11): Forse dovrebbe spiegarlo Quentin Tarantino, se voleva fare un film dell’orrore, oppure un film ‘diversamente western’, perché qui non arrivano ‘i nostri’ a salvare la situazione e il film ‘da solo’ non è all’altezza delle aspettative.

12): In “Django”, anche se era un ‘remake’, almeno c’erano degli ‘attori’ credibili, qui tolto Samuel L. Jackson il solo da premio oscar, gli altri sono e rimangono delle comparse sullo sfondo. Sergio Leone non avrebbe mai trascurato neppure l’ultima comparsa, ognuno aveva la sua dignità e ogni protagonista aveva sempre una ragione d’essere … non trova?

 

Buonasera! … cosa ne pensa del ‘western’ alla Quentin Tarantino, secondo lei ha un futuro?

13): Posso aggiungere una cosa, anche “The revenant” può dirsi un western, giusto? E può dirsi che utilizza lo stesso set ghiacciato, isolato, invivibile, dove accade di tutto, bufera di neve compresa. Fin dall’inizio entrambi i film presentano addirittura una stessa sequenza d’immagini … tronchi di betulle, neve ghiacciata, silenzio. Poi però ciò che deve accadere, come dire, accade e qualcuno si salva. Questo nuovo film di Quentin pur presentando una ‘storia’ ormai troppo abusata del parentato da salvare o vendicare, termina per mancanza di attori o, se vogliamo, di comparse. Non so se ho reso l’idea ma in fine credo di averle dato una risposta non c’è futuro senza riscatto.

14): Il ‘western’ per essere tale deve recuperare la propria ‘dimensione’. Io penso ci siano ancora degli spazi per Quentin se davvero intende perseguire in questo filone di film, perché no.

15): Per rimanere in tema westwrn, per certi aspetti ho preferito “The Revenant”.

16): Quentin, hai deluso la mia aspettativa!!! Però diciamo che hai già dato tanto.

17): Si sa che questo genere ha i suoi ‘cliché’ che vanno in qualche modo rispettati e ai quali, nel suo modo, Quentin li ha rispettati. Il problema sorge quando pur avendo una storia sostenibile, non trova la capacità di tessere una sceneggiatura in modo che sia credibile o, quantomeno, accettabile. Certamente Quentin ha fatto e può fare di meglio.

18): Ho veduto entrambi i film per così dire ‘western’ in circolazione (The Revenant e The Hateful Eight) e mi sono chiesto a che cosa può servire insistere su un genere che si è ormai ‘dissanguato’ da solo. Se c’era rimasta un po’ di ‘vitalità’ nel cinema, con questi due film l’abbiamo buttata via definitivamente. Vuole sapere l’effetto che ho provato? … Beh, mi sento immerso nel sangue … un mare di sangue. E, mi lasci dire, non è una bella sensazione.

 

Buonasera! … cosa mi dice della musica, la ‘colonna sonora’ di Ennio Morricone che sembra sia in lizza per l’Oscar, secondo lei è propedeutica la film di Quentin Tarantino?

19): Ennio Morricone è sea dubbio un grande, ma abbiamo sentito di meglio!

20): Non conosco la musica degli altri film in concorso, diciamo che Morricone ci ha abituati al meglio … questa non mi è sembrata particolarmente straordinaria.

21): Personalmente non l’ho trovata eccezionale, forse perché la pellicola non si prestava a un ‘tema’ ben preciso ma doveva solo sottolineare l’atmosfera ‘pesante’, non so che risponderle.

22): Davvero non le saprei dire, mi è sembrata un po’ anonima, con quelle canzonette tipo west-side inserite qua e là.

23): È quantomeno ammissibile che il pur grande Morricone non si sia espresso al meglio, con questa barba di film.

24): Secondo me non era affatto ispirato!

 

Stando al sondaggio, che vuole qui premiare il giudizio critico degli spettatori, ‘The Hateful Eight’ di Quentin Tarantino si rivela nel suo genere un film ‘mediocre’ e probabilmente il pubblico questa volta ha colto nel segno, dopo tanta aspettativa, e sul giudizio pre-concetto dei critici cinematografici. Fatto è che auguriamo al regista un’altra prova ‘stravolgente’ onde poter riconfermare la sua capacità ‘visionaria’ che ha dimostrato in passato e magari regalarci quel ‘capolavoro’ che ogni volta ci si aspetta da lui. Del resto, e qui mi ripeto, il cinema dei ‘critici’ non finisce mai di stupirmi, soprattutto quando ‘osanna’ questo o quel film a prescindere, magari ancor prima di averlo visto. Siamo realisti! Se bene un vlido regista può essere una garanzia, va considerata la sua umanità, e l’umanità spesso sbaglia, prende abbagli, fraintende ecc., anche per lui non tutte le ciambelle vengono col buco. E se ‘vengono’ se fossero tutte perfettamente uguali sarebbero artificiose e il meccanismo non funzionerebbe, oppure funzionerebbe solo a metà. Ma lasciamo che sia il pubblico a decidere, un'opera filmica è di per sé un atto d'amore e un'opera d'arte irripetibile. E Quentin Tarantino, lo sappiamo già, saprà sbalondirci ancora. Del resto lo ha già fatto, o no?

 

Quentin Jerome Tarantino regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, divenuto particolarmente celebre per la sua ricetta quasi maniacale e orientata, in special modo, alla cinematografia di genere. Fervente ammiratore del cinema italiano dei primi anni settanta (Mario Bava, Sergio Leone, Dario Argento, Lucio Fulci e tutto il filone del cinema ‘poliziottesco’, è stato definito “..un regista DJ per la sua capacità di riuscire a combinare stili diversi fondendoli insieme in una nuova opera”.

 

Ricordiamo qui alcuni suoi film: ‘Le iene’ (1992), suo primo lungometraggio che lo impose al pubblico internazionale. ‘Pulp Fiction’ Palma d'oro al Festival di Cannes ha conquistato, oltre a sette nomination, il premio per la miglior sceneggiatura originale, condiviso con Roger Avary, ai Premi Oscar 1995. Nel 2004 fu presidente della giuria alla 57ª edizione del Festival di Cannes e nel 2010 alla 67ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Il 24 febbraio 2013 si aggiudicò la sua seconda statuetta per la migliore sceneggiatura originale ai Premi Oscar 2013 con ‘Bastardi senza gloria’. E inoltre: ‘Assassini nati’ (1994) ‘NaturalBorn Killers’ ‘Pulp Fiction’ (1994) ‘Four Rooms’ (1995) ‘Jackie Brown’ (1997) ‘Kill Bill’ vol. 1 (2003) ‘Kill Bill’ vol.2 (2004) ‘Sin City’ (2005) ‘Grindhouse’ (2007) ‘Bastardi senza gloria’ (2009) ‘Django Unchained’ (2012) ‘The Hateful Eight’ (2015) A partire dal 21 dicembre 2015 il suo nome è presente tra le celebrità della Hollywood Walk of Fame.


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