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MIGLIOR EUROPEAN FILM AWARDS 2015 a Paolo Sorrentino

Argomento: Cinema

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 16/12/2015 08:11:32


EUROPEAN FILM AWARDS / BERLINO 2015
Ancora una volta Paolo Sorrentino stravince e porta a casa il premio più ambito con la pellicola ‘Youth – La giovinezza’.

Si è conclusa quest’anno a Berlino la premiazione del European Film Awards con premiati e disillusi (scontenti) che hanno presentato molte opere cinematografiche di pregio e che, stando alle cronache, alcune forse erano più meritevoli di altre. Ma è sempre stato così, accade ad Hollywood per gli Oscar e a Venezia per il Leone d’Oro, e che dire allora della Palma d’Oro a Cannes? Tuttavia nessuno si scandalizza più, oppure sì, ma poi, immancabilmente come ogni volta succede, finisce che ce ne facciamo una ragione. Del resto ormai tutti sono bravi e nessuno indispensabile, saranno i botteghini a decretare il successo di questa o quella pellicola, mentre per gli attori/ci il premio rappresenta un autentico riconoscimento, più spesso alla carriera ma, come nel caso di ‘Youth’, un ufficiale quanto autorevole apprezzamento per le loro capacità artistiche, quale ad esempio quella ottenuta da Michael Cane. Per quanto anche in questa occasione si registra una pecca di garbo (o forse una diversità di vedute), il co-protagonista nel film, l’attore Harvey Keitel (‘Alice non abita più qui’, ‘Taxi Driver’, ‘I duellanti’, ‘Lezioni di piano’, ecc.), un ‘grande’ veterano del cinema che ci ha regalato cammei e personaggi di grande spessore che, non figura nella lista dei premiati e non credo solo per il ‘peso’ (2kg.) della statuetta d’argento (una donna vestita di stelle), disegnata dall’inglese Theo Fennell.
Tuttavia, un’Europa coerente non può essere rappresentata che dalla sua diversità, una caratteristica che normalmente genera incoerenza. Buona fortuna, quindi, è l’augurio che ogni anno ci sentiamo di rivolgere all'Accademia del Cinema Europeo che eredita una responsabilità tanto importante quanto difficile da concretizzare in un solo evento. I European Film Awards devono al contempo restare una celebrazione dell’anno cinematografico europeo, rivendicare la propria identità in un’industria dominata dai format imposti da Hollywood, ma anche dare prova di modernità, per convincere coloro che avevano relegato l’evento in un armadio che l’odore di naftalina è definitivamente scomparso. Soffia persino un vento di freschezza su questa grande celebrazione, ormai degna di questo nome. Quest’anno, sicuramente più dell’anno scorso, i canali tv europei hanno mancato un evento mediatico di primissimo piano organizzato con una produzione di valore tipicamente europea. La 28a cerimonia dei European Film Awards ha vibrato dei suoi numerosi colpi di scena, di un’emozione unitaria e di uno stile proprio ormai consolidato. Mondano, politico, artistico, abbiamo assistito a un grande spettacolo di due ore e mezza che ha lasciato solo qualche spiraglio all’imperfezione e alle critiche legate all’invecchiamento dell’organizzazione diretta da Agnieszka Holland e Wim Wenders, sempre più in buona compagnia.
Un anno dopo la consacrazione di Ida, che è andato bene sia nelle sale che nei festival nonostante potesse avere per il grande pubblico una facciata austera, è il lirismo fiammeggiante di Youth - La giovinezza a ornare lo stendardo del miglior film europeo 2015. Bisogna vedervi una reazione quasi metaforica dei votanti a favore di uno stereotipo che è necessario quantomeno costruire per permettere al cinema europeo di essere strategicamente identificato e promosso nella grande competizione mondiale? Forse inconsciamente, perché concretamente, hanno giocato le circostanze. Il figlio di Saul, grande assente della serata, non è stato sottoposto ai membri dell’Accademia per un problema che definiremo "tecnico", e senza offesa al genio di László Nemes, forse è meglio così. L’opera è di difficile accesso per un pubblico non preparato, e non mancheremo di sottolineare il paradosso del Premio del Pubblico che è stato assegnato nel corso della serata a La isla mínima, grande film ma piccola distribuzione, anche europea. Che gioia vedere comunque la Spagna tra i vincitori. Altri assenti continuano a mancarci.

Trama del film from Wikipedia – L’enciclopedia libera

Fred Ballinger, anziano compositore e direttore d'orchestra, si trova in vacanza sulle Alpi svizzere con la figlia Lena e l'amico Mick Boyle (Harvey Keitel grande assente di questa competizione), vecchio regista ancora in attività. I due amici si trovano a pensare insieme al futuro, osservando con curiosità le vite dei propri figli e degli ospiti dell'albergo in cui risiedono. Mick trova delle difficoltà nel portare a termine il suo ultimo film, mentre Fred si è ritirato dalle scene ormai da molti anni. Ma c'è ancora qualcuno che vuole ascoltare le sue sinfonie: Arriva infatti da Londra un emissario della regina Elisabetta, la quale lo invita a dirigere un concerto delle sue note ‘Canzoni Semplici’ a Buckingham Palace in occasione del compleanno del principe Filippo, in cambio della nomina a baronetto. Fred rifiuta secco l'offerta, confessando di aver composto quelle melodie esclusivamente perché fossero intonate dalla moglie Melanie, che ora non può più cantare. La stessa Lena rinfaccia al padre di aver ormai abbandonato la figura della moglie, a cui ormai da anni non va più a Venezia a portare un fiore. Un altro rapporto che si sviluppa nell'hotel è quello tra Fred e Jimmy Tree, un giovane e famoso attore hollywoodiano che tenta ormai da tempo di ritrovare la sua dimensione artistica in vista di un nuovo importante ruolo, deluso nell'essere ricordato dai fans soprattutto per aver preso parte ad una saga di blockbuster di fantascienza piuttosto che per altri film più impegnati girati con importanti registi. Nel frattempo Mick è entusiasta della sceneggiatura della sua nuova pellicola, ‘L'ultimo giorno della vita’, di cui ancora sta cercando il finale adatto e che definisce il suo "testamento artistico", scritto a più mani dallo stesso Mick e da un gruppo di giovani sceneggiatori. Come protagonista il vecchio è deciso a scritturare la diva Brenda Morel, che lui ha reso famosa e con cui in passato ha lavorato parecchio, stringendo un forte legame. Durante il soggiorno all'hotel Lena si invaghisce di un intraprendente scalatore, che è metaforicamente in grado di lasciarla in sospeso in questo punto particolare della sua vita (è stata da poco abbandonata dal marito Julian, figlio di Mick, fuggito con la giovane popstar Paloma Faith). I due amici si troveranno ad affrontare il loro futuro, la loro vita che continua a svolgersi in due modi diversi: Fred con rimpianto ed apatia e Mick con gioia di fare e di vivere. Presto all'hotel giunge Brenda, la quale comunica a Mick in uno straziante dialogo che non ha intenzione di prestarsi a girare la sua ultima pellicola, preferendo un ruolo profumatamente pagato in una serie televisiva. Gli rinfaccia di essere ormai invecchiato e di aver perso lo scopo della sua arte; Mick le risponde che l'ingratitudine nei suoi confronti non può che lasciarlo attonito, essendo stato lui a farla entrare nel mondo del cinema e a renderla famosa. Brenda accetta la sua condizione di persona orribile, ma se ne va in modo freddo e tuttavia comprensivo con una realissima frase: «Questa stronzata del cinema finisce, la vita va avanti!». Poco tempo dopo, i due amici dialogano nuovamente come ogni giorno. L'apatia di Fred prevale, mentre la gioia che si sta spegnendo in Mick rimane sospesa. Dopo aver dato un messaggio preciso all'amico (deve vivere e non sopravvivere) Mick esce sul balcone della stanza e si getta di sotto, suicidandosi. Dopo questo fatale gesto dell'amico, Fred rimane nella sua espressione di apatia ma allo stesso tempo affronta una profonda redenzione interna. Per prima cosa si reca a Venezia a portare un fiore alla moglie, ricoverata in una clinica in stato catatonico (ma finora ritenuta morta dagli spettatori). Dopodiché, l'uomo accetta di recarsi a Londra per eseguire nuovamente le sue melodie, facendole cantare al soprano Sumi Jo. Un chiaro segno del fatto che ha superato il suo blocco vitale. Ora lo aspetta di nuovo ciò che aveva perduto, e che Mick cercava continuamente di ritrovare: la giovinezza: qualcosa di simbolico quanto reale.

L’età, il ringiovanimento o l’invecchiamento, variazioni su uno stesso tema che era al centro della serata a più livelli. Due dei tre EFA onirifici sono andati infatti ad attori veterani che se ne sono tornati a casa anche con la statuetta, rispettivamente, della miglior attrice 2015 per Charlotte Rampling (45 anni, il titolo del film) e del miglior attore 2015 per Michael Caine (Youth) che, come ha lui stesso ammesso, non aveva mai ottenuto un premio in Europa. Una possibile giustificazione per questa scelta, anche se le statuette avrebbero pesato di più nelle carriere di uno dei nominati, e delle nominate, che invece sono rimasti a mani vuote.
Sir Michael Caine, giustamente, un monumento della drammaturgia britannica che ha ampiamente contribuito all’industria hollywoodiana e che ha ben ‘venduto’ sulla scena berlinese questa coproduzione tra Francia, Regno Unito, Svizzera e Italia, madre patria di Paolo Sorrentino, regista premio Oscar che sta ora lavorando anche con la televisione american. Tutto molto coerente con il posto che il Vecchio continente occupa non solo nella storia del cinema, ma anche nella storia della nostra civiltà culturale in senso più ampio. La missione di coerenza e diversità è compiuta.
Sosteniamo quindi che la ‘Giovinezza’ del cinema europeo non sia più da dimostrare, così come la cura ricostituente rappresentata dai European Film Awards. In quanto partner, Cineuropa ringrazia l’Accademia e gli organizzatori per una grande serata da cui traiamo parte della motivazione comune che continuerà ad animarci nel 2016.

La lista completa dei vincitori:

Miglior film europeo: ‘Youth’ di Paolo Sorrentino

Commedia europea
‘Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza’, Roy Andersson
Regista europeo
Paolo Sorrentino, ‘Youth’
Attrice europea
Charlotte Rampling, ‘45 Anni‘
Attore europeo
Michael Caine, ‘Youth’
Sceneggiatore europeo
Yorgos Lanthimos & Efthymis Filippou, ‘The Lobster’

Documentario europeo
‘Amy’ , Asif Kapadia
Film d'animazione europeo
‘Song of The Sea’ , Tomm Moore
Rivelazione europea – Premio FIPRESCI
‘Mustang’ , Deniz Gamze Ergüven

People's Choice Award 2015 - Migliore film europeo
‘Marshland’ , Alberto Rodríguez
Cortometraggio europeo
‘Picnic’, Jure Pavlović
Direttore della fotografia europeo
Martin Gschlacht, ‘Goodnight Mommy’
Montatore europeo
Jacek Droslo,’Body ‘
Scenografo europeo
Sylvie Olivé, ‘Dio Esiste E Vive A Bruxelles’
Costumista europeo
Sarah Blenkinsop, ‘The Lobster’
Compositore europeo
Cat's Eyes, ‘The Duke of Burgundy’
Sound designer europeo
Vasco Pimentel and Miguel Martins, ‘Arabian Nights’
Premio per la carriera
Charlotte Rampling

Premio per il Contributo europeo al cinema mondiale
Christoph Waltz
EFA d'onore a Michael Caine
Premio alla coproduzione europea 2015 - Premio Eurimages
Andrea Occhipinti

Si ringraziano:
Newsletters from CINEUROPA (tradotto dall’inglese).
Trama film from Wikipedia – L’enciclopedia libera

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