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’ANNA’ - Un film di Jacques Toulemonde Vidal

Argomento: Cinema

Saggio di Giorgio Mancinelli (Biografia)

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Pubblicato il 13/12/2015 15:14:23

‘Anna’ un film di Jacques Toulemonde Vidal  - presto sugli schermi.

 

Presentato in anteprima mondiale al 19mo Festival Black Nights di Tallinn nella sezione ‘First Features’ (Opere Prime), il lungometraggio del regista franco-colombiano Jacques Toulemonde, ‘Anna’, è girato come un unico ‘travelling’ (road movie) da cui sprigiona un’energia tremante e nervosa che riflette lo status psicologico della protagonista interpretata in modo straordinario dalla bellissima Juana Acosta, porta ancora una volta sullo schermo la difficile presenza di una donna combattuta fra la ‘libertà’ e il ‘pregiudizio’ di essere madre.

Il regista Jacques Toulemonde utilizza tutto questo in contrasto con gli scenari offerti dalla Colombia, sovrapponendo la libertà e la bellezza che se ne sprigiona con il calore soffocante e l’incertezza di ‘Anna’, ricavandone un film emotivamente forte e intenso non rintracciabile nei molti film del genere. I tre attori principali sono ecellenti: Juana Acosta brilla nel ruolo principale e ha una buona alchimia con Kolia Abiteboul Dossetto, che interpreta suo figlio. Bruno Clairefond, nella parte dell’amante, riesce anche a evitare i soliti cliché legati a questo genere di ruoli e dà vita a un personaggio ben costruito e simpatico.

 

‘Anna’ è una giovane donna di origine colombiana residente a Parigi che lotta nel quotidiano contro la sua fragilità psicologica, riprende un motivo classico (una donna instabile che fatica a crescere suo figlio) con nuova enfasi, grazie non solo alle interpretazioni forti e a un’atmosfera quasi palpabile, in quanto filmato in uno stile quasi documentaristico e ispirato, a detta del regista, alla new wave americana degli anni ‘70, soprattutto perché trasuda urgenza di soluzione della gestione del quotidiano che la tiene prigioniera. Indubbiamente Anna vorrebbe passare più tempo con Nathan, suo figlio di otto anni, ma Philippe, suo ex marito, non crede che lei sia in grado e glielo impedisce. Vedendo ciò, il suo ex marito Philippe minaccia di chiedere la custodia piena del bambino. Temendo il peggio, la donna convince il suo nuovo comagno Bruno ad aiutarla a rientrare in Colombia con suo figlio, con il quale pregusta la possibilità di crearsi una nuova famiglia ma una volta giunti in Colombia per Anna, sempre più fragile, diventa evidente che l’unica persona cui lei non può sfuggire è se stessa e si confronterà con le difficoltà di essere madre.

 

Jacques Toulemonde Vidal - professione regista.

 

Intervista di Laurence Boyce 27/11/2015 - In occasione del Festival Black Nights, dopo la proiezione del film davanti alla stampa, l’ex assistente alla regia per molti lungometraggi Jacques Toulemonde franco-colombiano che vive in Francia dal 2001, ci ha parlato delle riprese di ‘Anna’, il suo primo lungometraggio rispondendo ad alcune domande.

 

Da dov’è nata la voglia di fare questo film?

Jacques Toulemonde: Sono dieci anni che sogno di fare un film come questo. Volevo farlo con persone che mi sono care – mio padre, tra gli altri, recita nel film. Adoro poter far venire a Parigi persone dalla Colombia e viceversa. È stato davvero fantastico potersi spostare in massa in tutti questi luoghi. Ha optato per delle riprese cronologiche.

 

 

Quali sono state le ripercussioni sul film?

JT: Un film è una questione di energia. L’équipe deve essere toccata dal film quanto lo sono i personaggi ed è per questo che è importante girare in ordine cronologico, attraversare le tappe una dopo l’altra e passare da un luogo all’altro come abbiamo fatto noi. È stato davvero strano iniziare a Parigi dove c’era freddo e ritrovarsi in Colombia con 48 gradi; questo dà un plus al film? In questo film tutto gira intorno al personaggio di Nathan, interpretato dal giovane Kolia Abiteboul Dossetto.

 

Come l’ha scelto?

JT: Abbiamo visionato circa 200 bambini. All’epoca ero in Colombia ed è stato il direttore del casting a occuparsene; quando l’ho visto in video, ho capito subito che era lui. Non è sempre evidente con un bambino, ma ci ha davvero messo molta buona volontà. Alcune scene sono state difficili per lui, erano difficili da girare e ho dovuto motivarlo un po’. Sul momento è stato complicato, ma quando mi sono scusato per avergli fatto pressione mi ha risposto: 'Non importa, fa parte del gioco'. È questo che è fantastico di lui, è così naturale.

 

Lei dice che la new wave americana degli anni ’70 influenza il suo lavoro. Come si traduce questo in Anna?

JT: È girato in modo abbastanza classico. Mi sono ispirato a film come ‘Una moglie’ di John Cassavetes. Lo si vede soprattutto nel personaggio Bruno, che si svela nell’arco del film. All’inizio si cerca di non svelare troppo. Durante le riprese mi sono messo a guardare un classico di Jerry Schatzberg, ‘Panico a Needle Park’, e ho iniziato a riscrivere tutte le scene. Volevo inserirci il genere di emozioni che si trovano nel cinema che amo e nei personaggi: sono marginali, si battono e soffrono perché non rientrano nella norma.

 

Considerando le condizioni a volte difficili delle riprese di Anna, pensa che sia importante uscire dalla zona di comfort?

JT: Per il regista che sono, sì. All’inizio delle riprese, non avevo realizzato la difficoltà del compito che mi attendeva. Amo pensare di essere a mio agio quando devo dirigere gli attori, ma in questo caso, tra il personaggio difficile di Anna e la presenza di un bambino, senza contare il viaggio, la posta in gioco era molto più alta. Volevo usare di più l’improvvisazione, giocare con quello che capitava e vedere dove ci portava. Avevo previsto le cose un po’ in stile ‘Spaventapasseri’ di Schatzberg, dove si ha da una parte un tipo triste che cerca di rendere le cose divertenti e dall’altra un ragazzo più violento che cerca la sua strada. È il genere di relazione che volevo cercare di stabilire. Usare l’improvvisazione non è affatto restare nella zona di comfort, soprattutto se implica un bambino. Fate dei tentativi, un giorno le cose vanno bene e vi dite: 'Ecco! Finalmente ho trovato la soluzione!'. E poi il giorno dopo riprovate la stessa cosa e non funziona più. Allora ci si ritrova a cercare senza sosta un modo per riuscirci. Sono fiero delle scene che mostrano un’intensità che non si trova in tutti i film, perché so che tutti abbiamo cercato di andare oltre ai nostri limiti.

 

Prodotto da Julien Naveau per Noodles Production (che ha attualmente in produzione anche ‘Don't Grow Up’ di Thierry Poiraud), il film ‘Anna’ beneficia di una coproduzione della società colombiana Janus Films e CNC.

 

Jacques Toulemonde Vidal è nato a Bogotà e vive oggi a Parigi, apprezzato in particolare per il suo corto ‘Un juego de ninos’ (in concorso a Clermont-Ferrand nel 2011), e che ha ottenuto più di una decina di premi internazionali e ha partecipato a oltre 30 festival, ha scelto come protagonista la colombiana Juana Acosta, ammirata l'anno scorso in ‘11.6’ , attualmente sul set del film spagnolo ‘Tiempo sin aire’ del duo Andrés Luque - Samuel Martín, e che vedremo presto in ’Le règne de la beauté’ di Denys Arcand. Al suo fianco figurano Bruno Clairefond, premio dell'interpretazione a Clermont-Ferrand nel 2008 per ‘La main sur la gueule’ e visto fra gli altri in ‘Au voleur’ e il giovane attore Kolia Abiteboul.

 

Si ringrazia Cineuropa Newsletter per tutte le info sul cinema qui riportate.

 

 


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