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’ANGELO BRANDUARDI’ La giostra delle meraviglie.

Argomento: Musica

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 10/03/2015 06:27:55

ANGELO BRANDUARDI : LA GIOSTRA DELLE MERAVIGLIE

“IO sono il trovatore e sempre vado per terre e paesi, ora che giunto sono a questo lido, lasciate che prima di rimettermi sulla strada … IO canti!”

“E passano giorni e stagioni …”

Correre dietro ai sogni manifesta da sempre una sensazione che spesso investe chi da bambino sale sopra una giostra: cavallucci di cartapesta che salgono e scendono, carrozze reali, navicelle, cannoni, trenini, auto che dondolano e che si rincorrono pur rimanendo immobili nel vorticoso girare della giostra. Il meraviglioso è la, in quel suo girare e girare continuo in cima alla fantasia correndo davanti al tempo; legato a quell’andare in tondo nel turbinio di luci e di colori che incantano, spinti verso un domani effimero che non conosce futuro. Più vicino al rincorrere quei sogni impossibili che di fatto appartengono già al passato e che avremmo voluto far nostri o, magari, che abbiamo già fatto nostri e che ci accompagnano nel quotidiano, intrinseci dell’illusione di cui spesso rivestiamo la nostra vita …
Ed ecco che la giostra si trasforma in festa, quella stessa che da adulti abbiamo creduta smarrita o della quale non avevamo più memoria, proprio mentre all’improvviso ci accorgiamo che invece occupava un suo posto preciso, quasi senza aver subito alcuna trasformazione: qui il viale del parco risuona delle voci dei saltimbanchi, dei bambini che gridano di gioia verso il venditore di palloncini, il cane che abbaia forte senza un perché, mentre un organetto meccanico intona motivi dimenticati e sempre nuovi che rallegrano e scaldano il cuore dei vecchi che si crogiolano al sole. Quanto tempo è passato e deve ancora passare nel mondo fantastico che ci gira intorno col girare della giostra? Dov’è finita la nostra felicità di un tempo che avevamo tanto agognata …
È qui con noi che adesso la osserviamo con distacco, allontanandoci da essa senza rendercene conto? Oppure è con coloro che non scendendo mai dalla giostra continuano a girare … e che nel girare afferrano l’impossibile d’una felicità che solo la gioia rende plausibile? Chi mai potrà darci una risposta se non il poeta cui è data facoltà di scavalcare il tempo senza condizione alcuna; al menestrello che induce alle porte della fantasia con una nota di lieto; al bardo narrante che spalanca per noi le finestre sul mondo che non conosciamo? Quand’ecco che le parole, tradotte in forma di fiabe, canzoni, melodie, passi di danza, prescindono dalla realtà e predicono il vero; danno forma a ciò che forma non ha, nelle immagini che riempiono i nostri sogni cui non sapevamo di rincorrere da sempre, nel giro armonico delle stanze, prigionieri della nostra stessa vita …

“E passano giorni e stagioni /
nel parco la gente cammina …”

Siamo dunque pur sempre noi, camminanti senza frontiere, di passaggio sopra questa terra, cui è dato di raccogliere sogni, immagini, illusioni; di vivere passioni e dolori ma anche, e soprattutto, di poter amare. Ed ecco ‘la gente cammina’, per dire che si mette in moto da un luogo a un altro, come la musica si estende da una nota all’altra e fa muovere i piedi in una sequenza di passi nella danza. Come i sogni chiamano altri sogni che per diverse ragioni non sempre soddisfano in pieno l’esigenza di chi una volta uscito dall’atmosfera illusoria e onirica, vorrebbe estendere quella finzione nella realtà propria del quotidiano. Ma al dunque anche la giostra trova una qualche sospensione tra un giro e l’altro allo scadere puntuale della sua corsa. E noi restiamo attoniti, sorpresi di non aver più spiccioli per farla andare. È quello il momento in cui ci accorgiamo di essere cresciuti, siamo diventati adulti, dobbiamo scendere e non sempre c’è una ragione, un perché ‘dobbiamo’ a tutti i costi interrompere il nostro sogno, la nostra illusione …
La ‘giostra delle meraviglie’ qui presa a soggetto è quella ideologicamente re-inventata da Angelo Branduardi e Luisa Zappa (sua compagna di viaggio), contenuta nell’album “Cercando l’oro” insieme ai tanti altri tutti felicissimi per i contenuti poetici e per l’orchestrazione e gli arrangiamenti. E intanto che gli anni passano eccoci giunti in
quegli ’80 impreziositi dal fermento in musica di tanti artisti eclettici che con le loro ballate e canzoni dalla patina ‘tradizionale’, scritte appena ieri, portano una ventata di freschezza nella nostra musica popolare, rallegrando il nostro tempo. È così che tornati a riappropriarci del passato, di quel tempo che credevamo andato è che invece è stato sempre con noi, superando ogni età, ogni disillusione, ogni esperienza, accompagnandoci in silenzio come l’ombra non si stacca mai definitivamente dal corpo se non per effetto delle tenebre, e che si ravviva allo spuntare della luce ogni giorno, per un’altra infinitesima esperienza da vivere che ci regalerà nuove e inusitate immagini del presente, che il passare del tempo non potrà cancellare...
La creatività poliedrica di Angelo Branduardi, chitarre, violino, armonica, pianoforte, dulcimer ecc., che nel rigore del musicista colto affina la sua spontanea gradevole sonorità, passa attraverso la tradizione strumentale trovadorica medievale di cui lascia intravedere le fonti originali; che sia una melodia celtica, una ballata irlandese o una marcia normanna, come pure una tarantella laziale, oppure un ritmo ‘a ballo’ isolano, ogni suo arrangiamento è riletto e filtrato attraverso accordi di sua creazione che nascono spontanei dall’incontro delle diverse culture musicali prese in considerazione. Quanto avviene anche nelle sue canzoni, sia che racconti una storia d’amore o una fiaba; che ri-fraseggi una filastrocca o una ninna-nanna, il risultato non cambia, Branduardi dimostra una tale capacità innovativa da dare l’esatta sensazione di trovarci di fronte a un essere ‘poeta’ prima ancora che a un semplice musicista; sebbene ‘poeta’ sia attribuibile anche a colui che ha scelto la musica come linguaggio espressivo.

“E passano giorni e stagioni /
nel parco la gente cammina /
la banda continua a suonare …”

Questa sua veste di poeta/trovatore emerge principalmente dall’ascolto delle sue molte canzoni di successo di cui ‘La giostra’ fa parte. Altri titoli più o meno noti sono “Alla Fiera dell’Est”, “La pulce d’acqua”, “Cogli la prima mela”, “Il Signore di Baux”, “Il dono del cervo”, “Ballo in do diesis minore”, “Il rovo e la rosa” dall’album omonimo; nonché la dolcissima “Piccola canzone dei contrari”, “L’apprendista stregone”, e la strepitosa ballata “Vanità di vanità” dalla colonna sonora di “State buoni se potete” del 1983 un film di Luigi Magni in cui si racconta una delicata storia d’amore intrisa di misticismo dedicata alla figura di San Filippo Neri. Numerosi sono i brani strumentali come, ad esempio, il “Tema di Leonetta” e “Capitan Gesù” messi a punto da Branduardi e che s’intervallano con le canzoni-gioco create da Luisa Zappa per l’occasione, come la bellissima “State buoni se potete” che da il titolo anche all’album. Canzoni-gioco che nel film vedono un gruppo di bambini che vengono educati alla musica e al canto da un poeta-menestrello medievale ‘Spiridione’ un personaggio di fantasia magistralmente interpretato dallo stesso Branduardi.
Di Branduardi musicista e trovatore è stato detto tutto o quasi, sappiamo della sua preparazione di fine esecutore e creatore di raffinate partiture; abbiamo apprezzato le sue ballate, ascoltate le sue favole, cantate le sue canzoni senza tempo. Sia quelle scritte di sua mano che quelle scritte dalla felice penna di Luisa Zappa-Branduardi davvero fine poetessa anche lei che si distingue per la sua produzione di canzoni/ballate adatte per i bambini che, nel loro giocare-cantando danno seguito al musicale divertimento di quanti dichiarano di avere un’anima sensibile educata alla poesia. Di lei ‘poetessa’ va apprezzato il filo musicale intriso di liricità che fa da tema conduttore ad ogni sua composizione conchiusa fra arte e finzione onirica. Un connubio Branduardi - Zappa, se vogliamo, che affilando la dimensione artistica su quella fantastica d’insieme, ha prodotto una ‘isola’ musicale assoluta nell’area musicale italiana ed europea. Né va trascurato il perfezionamento tecnico e stilistico di alcuni album quali: “Gulliver, la luna e altri disegni” del 1980 (riadattamento dell’album “La luna” del 1975; l’uso di strumenti tipici di alcune aree geografiche come in “Momo” del 1986 utilizzati nelle musiche composte per l'omonimo film di Johannes Schaaf; come anche il raffinato fraseggio musicale dei suoi arrangiamenti in “Cercando l’oro” col bellissimo inserimento strumentale della ‘pipe’ eseguito da Alan Stivell.
Trovo straordinario inoltre “Branduardi canta Yeats” sempre del 1986 in cui egli torna alla poesia mettendo in musica dieci poesie di William Butler Yeats tradotte e adattate da Luisa Zappa, eccetto “La canzone di Aengus il vagabondo” che è di Donovan. Almeno altri due album sono qui da considerare per l’apporto dato al cinema e alla diffusione di un certo misticismo tradotto in musica: “Secondo Ponzio Pilato” del 1988 con le musiche composte per l'omonimo film di Luigi Magni; e “L'infinitamente piccolo” in cui Branduardi mette in musica la vita di san Francesco d'Assisi. Tutti i testi sono curati da Luisa Zappa e sono basati sulle fonti francescane. La bellezza intimistica è qui rivelata nel brano d’apertura “Il cantico delle creature”. Nei brani successivi molti sono quelli in cui Angelo Branduardi affianca altri interpreti in duetti e cori con un certo effetto polifonico: “Il sultano di Babilonia e la prostituta” cantata con Franco Battiato; “Audite poverelle” con Nuova Compagnia di Canto Popolare; “Nelle paludi di Venezia Francesco si fermò per pregare e tutto tacque” con Madredeus; “La morte di Francesco” con I Muvrini; e il bellissimo “Salmo” per orchestra diretta da Ennio Morricone.

“E passano giorni e stagioni /
nel parco la gente cammina /
la banda continua a suonare /
là in fondo gira la giostra.”




Libri
• Alla fiera dell'est, Roma, Gallucci, 2002.
• L'uovo o la gallina, con Giorgio Faletti, Roma, Gallucci, 2005.
• La pulce d'acqua, con Luisa Zappa Branduardi, Roma, Gallucci, 2007.
• Il cantico delle creature, di Francesco d'Assisi, interpretato da Angelo e Luisa Zappa Branduardi, Roma, Gallucci, 2009.
Teatro
• 1990 - Il viaggio incantato (fiaba musicale a cura di Furio Bordon)
• 2001 - La Lauda di Francesco
• 2002 - Il carnevale degli animali
• 2006, 2007 e 2008 - Pierino e il lupo
Collaborazioni
Celeberrima la sua partecipazione, nel 1977, al disco di Roberto Vecchioni “Samarcanda”, in cui suona il violino in parecchi brani.
Branduardi ha collaborato ad una canzone di Caparezza intitolata !La fitta sassaiola dell'ingiuria”. La base musicale è campionata dallo stesso artista di Molfetta.
Nel 2009 ha suonato il violino nell'ultimo disco di Claudio Baglioni “Q.P.G.A.”, nella canzone ‘Io ti prendo come mia sposa’, mentre nel 2010 impreziosisce la canzone “I dreamed a dream” di Alexia.
Nel 2011 singolo in versione digitale del brano “Rataplan”, in collaborazione con Giorgio Faletti come paroliere.





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