Pubblicato il 29/12/2011 09:10:54
Mia sorella non scrive poesie, né penso che si metterà a scrivere poesie. Ha preso dalla madre, che non scriveva poesie, e dal padre, che anche lui non scriveva poesie. Sotto il tetto di mia sorella mi sento sicura: suo marito mai e poi mai scriverebbe poesie. E anche se tutto ciò suona ripetitivo come una litania, nessuno dei miei parenti scrive poesie.
Nei suoi cassetti non ci sono vecchie poesie, né ce n'è di recenti nella sua borsetta. E quando mia sorella mi invita a pranzo, so che non ha intenzione di leggermi poesie. Fa minestre squisite senza secondi fini, e il suo caffé non si rovescia su manoscritti.
In molte famiglie nessuno scrive poesie, ma se accade - è raro che sia uno solo. A volte la poesia scende a cascate per generazioni, creando gorghi pericolosi nel mutuo sentire.
Mia sorella pratica una discreta prosa orale, e tutta la sua opera scritta consiste in cartoline il cui testo promette la stessa cosa ogni anno: che al ritorno delle vacanze tutto quanto tutto racconterà.
(tratta da "Elogio dei sogni", Un secolo di poesia, a cura di Pietro Marchesani, Corriere della sera, RCS Quotidiani S.p.A., dicembre 2011)
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