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’FRED BONGUSTO: ‘Doppio Whisky on the Rocks’

Argomento: Musica

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 31/03/2014 11:21:24

Fred Bongusto: ‘Doppio Whisky on the Rocks’ - 23 Settembre 1974 (originale in Super Sound).

(un semplice e divertito ricordo)

 

Noi no, a dire il vero non siamo stati invitati al party di questa sera ma, come dire, negli uffici romani della Ricordi siamo di casa, Ulisse ed Io, e vi facciamo irruzione come se la cosa ci fosse in qualche modo dovuta. Senza perdere neppure tempo afferriamo un drink colorato al volo, tanto per renderci meno visibili e sembrare quel tanto ‘amici degli amici’ che fa invito. No? È vero, non basta, in certe situazioni bisogna sorridere. È così che Ulisse ed Io mostriamo in giro un sorriso di convenienza e di complicità che riusciamo malamente a contenere. Quando Ulisse mi dice che ci vuole qualcosa di più forte, non ci penso su un attimo di più, ci dirigiamo al tavolo degli alcolici e ci facciamo servire un ‘doppio whisky on the rocks’ dal barman Romoletto del Caffè all’angolo di Viale Angelico, che riconoscendoci ci accoglie con simpatia, seppure col nostro fare impacciato deve aver capito che ci siamo infiltrati. Lo ricambio con un occhiata che significa che poi ci sarà una mancia. I cubetti di ghiaccio ‘the rocks’ appunto, tintinnano nei bicchieri e tanto per darci un contegno brindiamo e affrontiamo il party coi suoi numerosi invitati. Tra gli ospiti ci sono moltissime facce conosciute della TV, del cinema, dello spettacolo leggero, ma nessuno è più leggero di noi due, Ulisse ed Io, che non abbiamo nemmeno uno straccio di invito. Alcune coppie sedute qua e là sui divani fumano, parlano tra loro, fanno chiasso quando ridono, mentre altre ballano in silenzio con l’aria di volersi abbandonare in un abbraccio da un momento all’altro. Beati loro! Esclama Ulisse ad alta voce, quasi da essere sentito dalle tante ‘fichissime’ che ci passano vicino senza che ci degnino di uno sguardo. Di fatto il party è stato organizzato per un certo numero di invitati, intervenuti per il lancio di ‘Doppio Whisky on the Rocks’, del cantante ‘confidenziale per eccellenza’ Fred Bongusto, che la Ricordi sta per immettere sul mercato discografico. Quand’ecco che il disc-jockey mette sul piatto alcuni suoi pezzi di grande successo e che diverranno, come si dice adesso, degli ‘evergreen’, per dire ‘indimenticabili’ come ‘Balliamo’, ‘Accarezzami amore’, e la più famosa ‘Una rotonda sul mare’ che ha scalato tutte le classifiche radiofoniche e di vendita. Dopo di che ne propone un'altra, quella che ormai è sulle labbra di tutti ‘La mia estate con te’. Ed eccolo Fred Bongusto, arriva accolto dall’applauso interminabile dei presenti, piccole urla di gioia, strette di mano, e poi baci su baci, abbracci su abbracci di tutte le sue fan indistintamente, e viene rapito, sommerso da quanti e quante non aspettavano che congratularsi con lui. Solo il barman riesce a farsi largo con il vassoio e alcuni bicchieri per il brindisi di benvenuto. Ma è champagne dice Ulisse e malgrado la ressa riusciamo ad afferrare un calice che dividiamo in due. Parte la musica e Fred propone la prima strofa di ‘Let mi tray again’ poi la canzone continua registrata su disco, mentre tutti si mettono a ballare rapiti dalla musica. «Oh beautiful the great Frank, let’s dance!» Esclama la bruna con la lunga scollatura che mi è accanto. Sto per dirgli che non si tratta del grande Frank ma di Fred, ma tanto non mi ascolta. Intanto Ulisse, di soppiatto, si è fatto servire un altro ‘doppio whiskey’ e si è riempito il piatto di tramezzini farciti, salatini e olive che trangugia in disparte fingendo di guardare fuori della finestra la sera calma e stellata. Neppure guardasse il mare dalla vetrata della rotonda riminese che verosimilmente ha ispirato gli autori della famosa canzone. Vorrei fulminarlo con lo sguardo ma lui neppure si degna di guardarmi. Del resto, mi dico, tutti abbiamo una gola, no? E così dicendo vorrei lasciare la bruna per andarmi a rimpinzare anch’io, ma quella stringendomi più forte a sé mi ripete «..oh, please let me try again ..oh my Frank, oh love!». Ma che Frank e Frank le dico, non è lui. «Oh shout up, yes is hi!» insiste, non ha capito che … quando con la coda dell’occhio intravedo Enrico Intra che saluta Frank, cioè Fred, colpa della scollatura che mi confonde le idee, mi dico. Fred gli va incontro e insieme si dirigono verso il tavolo del bar. Ha questo punto sento un forte desiderio di bere, anzi muoio dalla voglia di un ‘doppio whiskey on the rocks’ e faccio per lasciare la bruna che sentite le note trascinanti di “Never, never gonna give you up” mi trattiene per ballare dicendo «Barry White, oh my goodness!». Hi hisen’t Barry White! «So then, who is?» mi chiede. His Barry anyway, okay? Mai contraddirle queste straniere. Mi accorgo che mai prima i pavimenti della Ricordi hanno subito un calpestio di piedi così caotico, quando mi accorgo che proprio accanto a me c’è Franco Portinari con le scarpe di gomma. Quindi non può essere lui. Allora è Josè Mascolo che zompa anziché ballare? Fred Bongusto, sembra eccitato dalla bionda come non mai. Carlos ed Elisabeth dell’Istituto Britannico di Roma ballano composti. Enrico Intra (scarpe milanesi) s’intrattiene con Gloria Christian e Fausto Cigliano. Ci sono anche Maria e Rosalba di Positano venute appositamente e Lodovico Socci. In fondo si conoscono tutti personalmente mentre Ulisse ed Io conosciamo solo Romoletto. Lo raggiungo sulle note di “Tiempo d’ammore” lasciando la bruna al suo destino che s’abbraccia con enfasi a Fausto Cigliano che ho ingaggiato all’ultimo momento con un’occhiata e felicissimo di darmi una mano. Ulisse guarda fuori della finestra e quando si volta mi fa la linguaccia sollevando il calice dello champagne. Penso che finirò per odiarlo. Il disc-jockey fa andare “Capri, Capri, Caprì”, e solo adesso riesco a far quadrare la confusione che la bruna mi ha cacciato in testa. Ricapitolando, Frank non era lui ma Fred, Barry era Fred, Fausto era Fred, ma certo, Fred Bongusto, con la sua straordinaria facilità di intrattenere il pubblico, quel suo humour sottile, la sensualità nascosta dietro una voce afona e graffiante come nessun’altra, la calma apparente e penetrante del cantante capace di stravolgere il cuore di migliaia di fan che impazziscono per lui. Indubbiamente fra i molti che hanno allietato le serate dei night Fred Bongusto è per eccellenza quello più ‘confidenziale’ e sofisticato, in grado di creare quell’atmosfera di prossimità che confonde gli innamorati. Così, una dietro l’altra si susseguono “Tu sei così”, e tantissime altre, mentre finalmente posso avere quel “Doppio Whisky” tanto desiderato che trangugio tutto d’un fiato (bugia). Nel frattempo alcuni degli invitati si sono dileguati nelle stanze lasciando bicchieri vuoti dappertutto, mozziconi di sigarette nei posacenere a testimoniare di ore passate in compagnia, lontani dagli impegni sociali per rinfrancarsi con qualcosa di leggero; quando sedersi su un divano a contatto con amici e amiche serve per ritrovare quella certa distensione dopo una giornata di lavoro. La bruna mi lancia un’occhiata risentita avviandosi con Fausto verso l’uscita. Non mi resta che recuperare Ulisse. Ma dov’è? Lo trovo letteralmente sbracato su un divano che rumoreggia (russa) come una puntina sul disco giunto alla fine. Il party è dunque giunto alla fine, (la musica è finita e gli amici se ne vanno) più o meno tutti hanno rimorchiato, così si dice, mentre Ulisse ed Io, barcollando, infiliamo l’uscita con le copie del disco da recensire l’indomani sulle pagine dei rispettivi giornaletti musicali e la bottiglia mezza vuota di whisky che Romoletto ha pensato bene di regalarci per finire la serata in allegria, dispiaciuti in fondo, di non essere stati invitati. Ma questo va aggiunto al piacere di aver ricordato Fred Bongusto con l’amore di quei giorni in cui il ‘successo’ era palpabile, futile forse come gli anni di una giovinezza spesa in sentimenti fragili e spensierati legati al quieto sopravvivere, eppure grandi, come se la vita non fosse stata mai, esistita mai e vissuta mai, “… come se l’estate (e la gioia di vivere) non dovesse finire mai”. Grazie Fred!


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