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Pubblicato il 03/08/2015 15:52:22
In un posto del sangue muri vino acceso e intemperanze - ragazzi si accoppiano di notte dietro i mattoni della chiesa grande che sorride e sbadiglia eco e sospiri a bocca larga con la esse da puttana. Testimoni di salite innamorate San Luca e i giardini Margherita nell'ombra lunga delle Torri, di un primo sangue offerto in stille in una Due Cavalli rovesciata in stupito orgasmo - trapunta un cielo nero bucato dalle stelle. Bologna corpo inconsapevole e nudo, tripudio triste di chi perduto in una stanza vuota ha se stesso - profumo di tabacco da cartina, metronomo di libri letti in fretta e sogni sparsi. Bologna squarciata, imene offerto al cazzo violento infoiato e duro di chi non è neanche un chi - non vede una bambina, ha occhi sordi - tre anni fuori dalla storia, eterni. Bologna ha muri rossi, chiese con porte grandi di vagina, corpo che danzando si è fermato pulsante e vivo eppure nella piazza delle sette chiese, occhi lucenti di una vita bella. Bologna ha muri rossi e un'anima che ride dopo i funerali, ride scorrendo sotto i portici, fiume che canta tra le sue rive rosse -
canta della sapienza e di una vita bella.
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