I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
A valle, colsi una viola
sfumavano lungo i crinali falde d'azzurro io serbavo in bocca ancora il gusto suo tornavo a valle cullato dal risciò dei miei pensieri e non c'erano ombre nè nuvole o fantasmi pallide figure esangui quelle che il sonno avevano rubato nei momenti del'attesa solitaria L'eco colorata di un canto tenue e lento ritmava col cuore battiti senza tempo. Colsi una viola che occhieggiava nel verde e l'affidai alla corrente. Quando tornai indietro con lo sguardo verso la cima non vidi la vetta, solo il cielo, onnivora celeste spalancata aperta bocca sugli abissi sempre più vicina, sempre più vicina!
*
Bagnati di primosole
Li trovarono così, stretti,
bagnati di primo sole
nelle ciglia l'aurora
aveva lasciato sparse tracce di polline
li teneva la terra
come per abbracciarli.
Per tutti gli altri
le promesse
di un nuovo giorno.
*
Una spina che germoglia e si fa fiore
nel corso di mille maree dimenticate il flusso dei ricordi, conduce nell'alveo di anime ormai perse ed attraverso arcobaleni di ritorno, chiuso nel petto il pianto che mi abbraccia, nel silenzio di strade di cui nessuno ricorda il nome, l'acqua non mi bagna le mani solo un lamento lieve timido bussa e trova strada nel fiorire delle primule è l'aspettativa di un richiamo nel baluginare di stelle smarrite che si fonde all'azzurro cupo della notte in lampi di tremore quasi un sottofondo al mio viatico dolente, un canto sommesso una spina che germoglia e si fa fiore.
*
Anelli di fumo, come per dimenticare
Ed è così che mi camminavi dentro. Io bruciavo aromi ed incensi al dio caso mentre tu soffiavi via quelle piccole briciole di desiderio che luccicavano come strass sul bavero nero del mio trench poi, leziosa, facevi le fusa come un gatto sornione, mi accarezzavi i capelli e soffiavi sul fuoco. Dopo, solo un calice di vino rosso e anelli di fumo. Come per dimenticare!
*
Dopo la curva, lungo le vecchie case darenaria
Ti incontrai su quel pontile basso dopo la curva, lungo le vecchie case d'arenaria, ricordi? I tuoi occhi erano guizzi di luce nella foschia ed il tuo viso diceva dell'Intelligenza, degli Uomini e delle Cose. Ali di corvo, i tuoi capelli erano cornice ad un Volto accarezzato, lieve aperto, all'Essere e al Divenire. Fu abbraccio d'Anime e i lampi del Cielo nulla tolsero alla festa dell'Incontro. Lì ti ritrovai, naufrago alato di tanti voli, naufraga Tu, con Ali d'Acqua ancor pesanti. E s'addolcì il labbro altero, fu l'assenso del Sorriso. Facemmo ritorno stretti nella Pioggia. E nella Pioggia, andiamo. Ci sono Voli che nessuno può fermare.
*
Sarà ancora marea alta, stanotte
E torno lungo quei moli desolati per cercarti nella ruggine e nel silenzio di mille eliche relitte ho attraversato una selva di querce prima di raggiungere il litorale in cammino già pregustavo e sentivo il profumo tuo di mare ora tu hai occhi di sole ed il vento ti scompiglia i capelli mentre corri sulla sabbia umida dietro di te orme bianche di schiuma sembrano inseguirti quasi un volo di libellula marina Poi ti arresti sul filo dell'acqua e il tuo pensiero si fa tangibile cortina solida di immagini, hai già pianto tutte le lacrime del mondo ora sei immobile e mille granchi azzurri ti accarezzano i piedi. Tu sorridi e lo abbracci è tornato per te dal mare ed è un volo a due come un amplesso tenero e selvaggio. Sarà ancora marea alta, stasera!
*
Recherai con te una viola
Avrai per me un sorriso triste nè potrai negarmi l' ultimo bacio quando scenderò dal dirupo per incontrare il flusso eterno della corrente. So che recherai con te una viola per cantare la stessa canzone che cantavi, per me ragazzo seduta su quel muretto di pietraviva. E non piangerai perché io ti parlerò delle strade infinite che legano gli amanti dove spira un vento amico e le spighe di grano sanno di sole e vento. Calerà la sera in una rapsodia di luci sempre più flebili con l'ultimo perdermi nella profondità dei tuoi occhi.
*
Era già tempo di andare
E' nel silenzio che potresti trovare sponda mani avide di desiderio, occhi, perduti in angoli torturati dal vento. Senza intenti ho scritto parole vane persa, all'ultimo incrocio, la svolta giusta. Ti cercavo senza avvedermi che la tua mano cercava la mia Gli orologi si erano spenti e la campana aveva rintocchi muti, non potevamo sentirla! Ed era gà tempo di andare.
|