I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Mimo #controviolenzadonne
Liberamente ispirato al suicidio di Daniela Carrasco, artista di strada nota come Mimo. Non si sa se si sia tolta la vita e il suo gesto sia stato strumentalizzato dalle organizzazioni che guidano la rivolta popolare cilena o sia stata vittima di tortura e stupro da parte dei militari e, poi, impiccata ed esposta per scoraggiare chi manifesta contro le politiche presidenziali. Però, resta il fatto che l'uso del corpo di questa donna, che proveniva da una famiglia poverissima e aveva partecipato alla manifestazione di ottobre, sia stato efferato e brutale qualunque versione si dimostrasse attendibile. E resta il fatto che si stia usando violenza sessuale politica contro altre donne.
Mimo
volevate il terrore negli occhi. volevate il terrore negli occhi. volevate il terrore negli occhi che avevano sfidato il manganello sotto una pioggia di proiettili e non bastava il fumo dei lacrimogeni per spegnerne la sfida. Mimo era il mio nome il nome del corpo che avete sfondato forse a colpi di slogan forse a colpi di reni. la mia morte usata e profanata. il terrore lo avete avuto e anche il mio povero corpo vi siete presi. ma non la mia voce. la voce di un Mimo vale più di mille parole. anche se mi avete suicidata spezzandomi il collo ed esponendomi come fossi un maiale macellato dalla tomba dei secoli si alza il mio canto si uniscono i gesti silenti alla ballata delle sorelle morte. spunteranno fiori neri dalla terra che mi ha accolta come una madre. il giorno della liberazione risplenderanno i loro colori esploderanno in tutti i cieli invasi dai palloncini di Mimo che era solo una donna ma che per la causa è stata martoriata.
Id: 55535 Data: 25/11/2019 22:16:36
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Amore sorride
toglievi gli occhiali e Pesca Rosa diceva che occhi grandi che hai! sono una civetta. Rispondevi. naso a naso ruotavano le teste una in senso orario l’altra in antiorario e il tuo minuscolo orologio da polso scoccava risate argentine. e venne il giorno buio. la vista abbandonò, fedifraga le tue perle nere. Pesca Rosa pensava come farai, Civetta senza le tue amate righe misteriose? non tolse i tomi di filosofia dal comodino gravido di pensiero ma li sposò a un registratore che leggesse per te ad alta voce. e venne il giorno vuoto. Demenza, la ladra d’intelletto cavò il terzo occhio alla Civetta le perle nere persero la profondità e si vide il buco lasciato dal suo dardo al centro della fronte distesa. Pesca Rosa cambiò nome immergendosi nel fonte del Nulla e scoprì che Amore sorride sulle labbra secche degli stolti.
Id: 52375 Data: 24/02/2019 07:50:35
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In un altro mondo
primo piano inferiore al quinto. uno sotto che non è quattro e non è cinque. l’ascensore si ferma sempre al mezzanino sbagliato. salgo e scendo scale con un Carvasin non mio nel taschino cardiaco di una giacca doppiopetto sei bottoni, come i piani. scendo e salgo, scendo. porte. a battente, a doppio battente con scorrimento esterno, scorrevoli a scomparsa basculante, a bilico verticale battenti automatiche, bunker schermate da ospedale. nessuna è la tua né la mia non di altri ma di qualcuno in un altro mondo.
Id: 52293 Data: 17/02/2019 21:46:25
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Non merito #GiornoMemoria

lo vedo quello sguardo violato si fa più vicino e chiede: "sorella, dove sei? Non lasciarmi nell'oblio!” tendo le braccia sino allo spasimo ma non ti raggiungo. non riesco a prenderti, Abbandonata, a trarti in salvo ad afferrare - almeno il figlio che - disperata lanci tra le mie braccia. i tuoi occhi terrorizzati: solo quelli ho catturato. mi perseguitano ora che siamo così indifese lasciate scoperte e divise - persino da quella Memoria che doveva aprirsi come un ombrello impermeabile al male. non merito - alla fine neanche di chiederti perdono.
Id: 52048 Data: 27/01/2019 12:13:16
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9 dicembre 2017

ci sono Epifanie attese per decenni. anche per la Stella Binaria bisogna trattenersi, perché sia manifesta, che le sia dato un nome e abbia un giorno suo nel calendario d’altri. quella che ho visto io è la più bella! genererà comete o forse è proprio lei che ha procreato Oumuamua1 così veloce e libero da non gravitare intorno al sole. la sua eccentricità iperbolica si chiama Amore. 1 Termine hawaiano per “esploratore”. Asteroide interstellare generato da un Sistema Binario https://www.youtube.com/watch?v=3kh8uHP6xTc
Id: 51518 Data: 09/12/2018 21:57:58
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Comunista!
Ma ho visto i morti sconosciuti, i morti repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Guardare certi morti è umiliante (…) Ogni guerra è una guerra civile; ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. (Cesare Pavese, La casa in collina) e tu mi chiami COMUNISTA!* feccia da prendere a calci in culo da cacciare come un cane rognoso. eppure, se oggi parli da un palco capelli sciolti e vestita da signora, se siedi su uno scranno del senato e governi la cultura con una laurea altisonante e insulti che sgorgano dall’Interior Design, lo devi a questi piedi stanchi che marciarono a queste mani da intellettuale callose e senza smalto che da quarant’anni lavorano per poter continuare a scrivere la parola Libertà. pensavo sarei stata orgogliosa, come lo fu mio padre delle affusolate gambe nude e giovani che mi avrebbero superata in corsa calzate le scarpe dell’apprendimento il capo coperto dal libero pensiero. invece, donna, ti ritrovo ad arringare folle contro lo straniero fur panem nostri* a reggere il pizzo del mantello dell’Italico Maschio Alpha seguendolo nella caccia e nella riproduzione plaudendo alle sue quotidiane lotte rituali. grazie a Dio mia figlia e le sue sorelle non ascoltano i tuoi richiami malgrado nessuno dia loro lavoro e piangano studi profumati messi a essiccare tra le pagine di quel libro che ancora sfogliano. *https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/28/la-sottosegretaria-alla-cultura-borgonzoni-lega-conquistiamo-la-regione-e-diamo-un-calcio-in-culo-ai-comunisti/4522937/?pl_id=1&pl_type=category *ladro del nostro pane
Id: 49902 Data: 29/07/2018 13:29:00
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Cose che si fanno nell’Equinozio d’Autunno

ho comprato una cartolina si vedono il fiume e l’isola. il francobollo l’ho leccato perché una cartolina senza DNA torna sempre indietro se la spedisci con il vento. ho vergato con inchiostro verde la promessa sarò lì ad aspettarti. all’approdo avvisterai lo sciorinare della mia sciarpa viola. ma vedi di tornare vivo con lo scudo o senza scudo vedi di tornare vivo. E speriamo non sia d’inverno.
Id: 44333 Data: 22/09/2017 19:47:05
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Rimangono solo le scarpe

http://www.repubblica.it/esteri/2016/05/11/foto/messico_in_mostra_le_scarpe_dei_desaparecidos-139575761/1/?ref=fbpr#8 Dedicata a Miriam Elizabeth Rodriguez, madre-coraggio uccisa dai narcos messicani il 10 maggio 2017, nel giorno in cui si celebrava la Festa della Mamma oggi te lo ripeto dopo essere entrata nella tua stanza e, con un sospiro, averti lasciata al sogno e al sole di un nuovo giorno. oggi te lo ripeto che tu sei Unica e che se rinascessi mille volte mille volte non vorrei avere figli vorrei che Tu fossi mia figlia non altri. tu sei Unica ma non l’unica. troppi figli nel mondo non tornano troppe madri nel mondo appuntano occhi febbricitanti su letti, stuoie o pagliericci che ritrovano vuoti ogni mattino. l’Argentina gli ha dato un nome il Messico piange sua madre ma i desaparecidos abitarono il mondo e il mondo è il mercato della morte e i Signori della morte si prendono tutto non restituiscono i corpi e condannano le madri alla disperazione di una speranza inetta per punirle di aver partorito l’innocenza e le giustiziano per aver perso la speranza ma non la Voce.
Id: 42796 Data: 14/05/2017 09:58:37
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Che d’è ‘n anno?
Che d’è ‘n anno? so’ dodici rintocchi de campana che a mezzodì sembreno zompi de rana così improvisi e ratti che t’aritrovi a ciancià solo come li matti dicenno: ma c’or’ è? me pareva er tocco e ‘nvece so’ ‘e tre! intemità che dura ‘n secónno ma a te s’è vortato tutto er monno a specchiasse nun t’ariconosci più prima stavi de sopra, adesso aresti giù. Nun riffiguri né casa né città ché manco l’ombra tua riesci arritrovà. fù corpa della vemmarìa che intoccò a morto se aripiagnessi sangue drentro all’orto poro Gesucristo de Dommineddìo alla Vita stavi a dà l’addio. pe’ tutti arfine ariva quell’annata ma 'n conto è morì, n’antro esse' ammazzata. mò la cerchi sur vorto der fratello sur capo de’ scala der palazzo bello te la ‘nsogni che aritorna e arivàvvia o t’ariscappa fòra da ‘na fotografia. è la Raggióne quella che, iradeddìo, nun astrovi ché la giustizzia ha steso l’ossa ‘n mezzo ai rovi. Traduzione dal vernacolo in lingua italiana Che cos’è un anno? sono dodici rintocchi di campana/che a mezzogiorno paiono salti di rana/così inaspettati e veloci/che ti ritrovi a parlare solo come i pazzi/dicendo: ma che ora è?/mi sembrava mezzodì e invece sono le tre! eternità che dura un secondo/eppure per te è cambiato il mondo/se ti specchi non ti riconosci più/prima stavi in alto, ora resti sprofondato./non riconosci la casa, la città/neanche la tua ombra riesci a trovare. fu colpa di quella campana che rintoccò a morto/se piangesti sangue nell’Orto degli Ulivi/povero Cristo Figlio di Dio/alla Madre stavi dicendo addio./per tutti arriva il momento della fine/ma una cosa è morire, altro essere uccisa. Ora la cerchi nel volto del fratello/sulla rampa di scale della casa materna/sogni che torni e che riparta/oppure ti riappare integra da una fotografia./ma è la Giustizia quella che, disperato sino alla violenza, non trovi/perché il diritto è morto in mezzo alle spine.
Id: 42117 Data: 27/03/2017 21:08:55
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Diritto d’ossimoro

non di felicità parlammo. non ti chiesi la gioia incastonata da indossare ogni giorno o abbandonare, in languido velluto, nel buio di un cassetto. lo zaino sempre pronto una borraccia d’acqua neanche la bussola ché navigare è a vista. ma l’allegria dei naufraghi? non dovevi togliermi il diritto, mio per eredità, all’ossimoro.
Id: 41981 Data: 18/03/2017 13:22:17
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Lascia che te lo dica
se solo il fiume non scorresse al contrario andrei finalmente al mare solo per il gusto di vedere un gabbiano fuori dalla discarica e lascia che te lo dica amico mio non sempre una casa costruita sulla roccia è il Paradiso
Id: 40854 Data: 06/01/2017 21:58:47
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Non morirò a novembre
fu quando la pioggia cominciò a rigarle la faccia che indossò la livrea. baciò le labbra di piombo del Principe nudo e battendo le braccia aprì le ali. volò via un tremendo garrito a frantumare il timpano di Oscar.
Id: 40182 Data: 10/11/2016 20:02:22
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Per te, mia Bella
come sei bella oggi fasciata nel vestito vintage i capelli folti e corvini che sfidano la stanchezza del volto e attraggono le dita che vorrebbero affondarci dentro a scompigliarli. Gli altri non sanno che la prorompente sensualità appartiene a un Angelo che ogni giorno vola per nascosta compassione lasciando nel nido un uovo di serpente. e io che ancora t'amo ti spio e rispetto la consegna veglio in silenzio e digiuno. Se verrà l'ora (Dio non voglia) il mio piede nudo sul tuo schiacceremo insieme la testa della schifosa bestia.
Id: 38697 Data: 19/07/2016 06:56:38
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a M. M.
a M. M. Manco che sorto fora dar portone me se fa ‘ncontro ‘na Vèsta e disce ‘Ndo annate bella Sposa tutta vistita a fèsta? C’ho da annà a accènne le cannéle a ‘n Santo, nun c’ho er tempo de favve er controcanto! Che cazzaccia! Che cucuzza maritata… annate a favve de’ lumache ‘na spanzata! ‘No, Sora Cosa, stasera ‘n ce cojete er Nostro so’ solo otto lustri ch’è arivato mentre er Vostro, sarvognuno, da mò ch’è decollato. Vado a onorà ‘n Soriso che sà de Roma e puro de Paradiso. Uno che c’ha sempre ‘n’ apprenzióne ma nun manca mai de fà ‘na bona azzione Merita er bonugùrio pe' via ch’è raro forse, l’unico agnolo der Quadraro. 24 giugno 2016
Id: 38395 Data: 25/06/2016 01:29:51
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Vento di Parkinson
A Pietro fremono le fronde dei pruni sferzate dal vento di Parkinson. sembra di camminare su un autunno di tremiti e duole l’elogio delle foglioline cadute. volti immoti guizzano di occhi spaventati il festinare è pallido e assorto. eri suntuoso mirabolano alpha dominante la maestosa chioma purpurea si ergeva sul solido tronco dalle radici puntavi al cielo. ora sei fragile ulivo contorto e assetato costretto in gabbia per non cadere una volta di troppo.
Id: 38249 Data: 14/06/2016 07:16:39
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L’urlo de Roma »
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La mia ombra in piedi
c’è il sole. la mia ombra s’è sollevata in piedi: è un ologramma dalla trama sfilacciata. ogni morte ha spento un grappolo di pixel lasciando un graspo vuoto degli acini che hanno ingozzato il corvo. pare una sindone lacera. spero alla fine rimanga acceso il s o r r i s o.
Id: 37040 Data: 26/03/2016 18:07:43
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Dall’altra parte del vetro
(Siamo sempre dall’altra parte di un vetro) a Maria nivea e vermiglia, l’indomita criniera leonina adagiata immota a sparigliare il bianco. ti ho vista circondata da alieni. carezzavano la tua mano e ti parlavano sommessamente nella vostra lingua. dall’altra parte del vetro lacrime umane bestemmie preghiere. il vecchio leone fugge, afono il ruggito verso un pianoforte muto. nell’anticamera dell’inferno fragili spalle bionde singhiozzano. a me tocca il ritorno consolato dal Suo nome che è il nostro.
Id: 35923 Data: 22/01/2016 07:26:08
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Latte e miele #SaveAshrafFayadh
potessero le parole strozzare la sentenza nella gola omicida potremmo credere di aver sottratto le tue ossa agli sconsacrati deserti destinati ai poeti (i più fedeli fra gl’infedeli) per restituirti alla Terra Inferno dei profughi. ma non c’è speranza per le anime estratte se non quella di un sognato Paradiso dove scorrano senza argini il latte della libertà e il dolcissimo miele dei versi.
intanto, non so dirti Addio.
Id: 35776 Data: 14/01/2016 19:22:44
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Mago
Dedicata a R. M. Arabia Felix[1] era la mia patria profumata di nardo, cannella e cinnamomo. attendevo la notte, regno del fuoco, per scrutare corpi celesti e sogni avvistatori. fui Mago e non fui Re perché fede, mente e scienza potessero, alla fine, dare risposta a quello struggimento della mente. quando un astro fallito e un titano sconfitto[2] si scambiarono gli anelli deflagrò in cielo il godimento: il fluido viscoso esplose e implose. seguii la luce intermittente per nove mesi in carovana di mercanti e magi fino al terzo scintillio che osò posarsi su una tiepida stalla odorosa di sterco. la nona luna partorì il Bambino e io soggiacqui a un sentore ignoto che acquietò l’agonia del pensiero svelandomi l’arcano. non c’è mistero negli occhi di un neonato non menzogna nel suo vagito e nei pugnetti serra l’onniscenza del Creatore e del creato. nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. l’eterno è manifesto e palesato e ci sarà sempre un erode o un sacerdote pronti a mozzare la testa a chi lo vede. non tornai più al tempio e al fuoco sacro. fui in ascensione trasportato in altro mondo a tutti sconosciuto.
[2] Giove e Saturno si congiunsero
Id: 35626 Data: 06/01/2016 12:42:20
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Il fiore di vetro »
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Festa #controviolenzadonne
Me piacerebbe che 'sto giorno nun fosse mai sortito da quel forno che pe' tutti se chiama monno anche s'è accuminato più che tonno. Penza che bello arzasse domatina e mettese alla finestra, là 'n cucina a urlà co' tutto er fiato che c'hai 'n gola oggi è la festa mia, dajè: se vola! Invece, si se tratta de noi donne è sempre 'na commemorazione de le gonne strappate, carpestate e rinzozzate de sborra, de sangue e de mazzate. Tu me dirai: e la festa de la mamma? Lassame perde, che nun è 'na manna si er fijo vede che je se porta 'n fiore 'na vorta all'anno e l'antri ggiorni more. Vojo 'na festa tinta e ripulita che nun sappia de botte e de fatica 'n giorno intero che nun puzzi de morte e che se senta cantà da ogni corte. Ma visto che piovono bombe e cazzotti invece de canzoni so' rintocchi de 'na campana a morto ogni minuto pe' 'na donna morta e 'n omo sordo e muto. E lassamelo dì, puro si storci: quello che me fa vedè verdi li sorci è quanno chi t'ammazza e te tortura c'ha propio la tua medesima natura. Fa finta de nun crede e lì t'accanna dovrebbe fa' la mamma e 'nvece danna recita la parte de l'omo cazzuto che gode solo quanno t'ha fottuto. Te rinnego, feccia de la terra pe' convenienza tradisci la sorella pure si credi de portà i carzoni sei 'na carogna senza li cojoni.
Id: 35141 Data: 24/11/2015 23:45:02
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Io #controviolenzadonne
Io correva correva lungo la riva e trasmutava in vacca. Orrore colava sul corpo di bestia dai cento occhi che mai smettevano che mai dormivano e sempre guardavano. Che cosa pensavi mentre ripetevi ti piace? ti piace? io sognavo lo ionico viola per trasmutare la viscida schiuma bianca in soffice spuma d’onda.
Id: 35121 Data: 23/11/2015 22:16:52
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Dormiveglia
è in quell’ora né sonno né veglia che il tuo nome viene a serrarmi le braccia al petto perché il battito non fugga involontario donatore d’organi all’Ade.
Id: 34661 Data: 18/10/2015 16:46:32
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Quaranta gradi
Con gli occhi sodi guardo una zebra attraversare la strada e schiantarsi, spalmata sull’asfalto. Un’indiana che cola kajal dentro un sari infuocato d’arancio la calpesta soave mentre freno sibilando per non investire questo miraggio suburbano.
Id: 33685 Data: 21/07/2015 20:44:46
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Crash
oh Baby, Baby il fusto è sottile, corto il colpo si consuma in vibrazioni sul tamburo che tende la tua pelle. non sfuggire la legge di decadimento lasciati andare in suono. non così in fretta, Baby non così in fretta. crash.
Id: 31883 Data: 11/04/2015 14:28:23
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Domenica delle Palme
‘sta domenica de parme ‘npugnate de frasi strillate dar coro me mette da sempre ‘n accoro. ‘na mamma se piagnerà er prediletto che ammazzino ‘n croce er Capretto oppure, co' ‘n corpo de pasce, ‘n poretto. teremoto, eclissi tutti penseno solo a mette’ er ziggillo all’infissi. dimani n’antra Spósa nun c’avrà er fijo traménte er popolo avvanterà ar novo Presidente der Consijo. *** questa domenica di palme brandite di frasi scandite nell’acclamamento mi mette da sempre sgomento. una madre piangerà il prediletto che muoia di croce il Capretto oppure, di pace, il reietto. verranno terremoto ed eclissi ma, al massimo, chiuderemo gli infissi. la Donna avrà perso suo figlio mentre in piazza acclameranno al nuovo Presidente del Consiglio.
Id: 31662 Data: 29/03/2015 13:00:00
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La deposizione dell’albero
non c’è stato tempo di svestire la festa. oggi, tolto il puntale spezzata la matita ho spogliato l’abete. L’albero è rimasto inerte ad attendere d’essere deposto e insieme a lui la pace. come ogni anno.
Id: 29753 Data: 10/01/2015 13:52:47
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Ti sollevo
Ricordi la bimba dal fiato spezzato? La prendesti dal lettino la avvolgesti in una coperta soffice e, in ultimo, la sollevasti perché mettesse la stella in cima all’albero profumato. Preparati. Ti prendo, rubandoti al cielo ti avvolgo nel mio caldo amore e ti sollevo - come sei leggero - perché tu possa mettere la stella in cima al mio albero. Questa è la notte in cui cielo e terra si uniscono indissolubilmente nella promessa fatta carne. Annullata ogni distanza siamo tutti vivi e fusi in un unico sguardo pieno d’umana misericordia.
Id: 29481 Data: 24/12/2014 17:44:51
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Ti aspetto
guardami in quest’ora vedimi scalza (ho lasciato sulla strada le mie scarpe rosse). Ti sono figlia madre la madre dei tuoi figli. dove sto ti aspetto. ci sono altri uomini come te nel mio esercito. non lasciarmi da sola a guidare le truppe. marciamo nel silenzio scappiamo dal fuoco amico prendiamo le giuste distanze disarmantemente disarmati. ma se tu non verrai avrò perso la guerra. domani dovrò ancora morire perché ogni tua assenza è pietra non scagliata che connivente lapida.
Id: 28959 Data: 25/11/2014 18:17:59
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La sposa
organza e una vera c-amelia bianca. avresti voluto candeggiare il dopoguerra. ti donarono fiori finti e seta di paracadute americano che puzzava di U.N.R.R.A. Stasera volteggi candente dentro la pioggia. hai aperto la corolla della gonna e plani lenta ma non atterri. Cucinerò zuppa di piselli.
Id: 28491 Data: 06/11/2014 20:09:47
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Eri ciliegio in fiore.
inerme Sakura ti sei offerta all’onda roboante. ora camminiamo salendo muti la collina calpestando la coltre di petali scintillanti delicati e sparsi mentre tu parli fitto fitto all’orecchio del fratello Giovanni.
Id: 28453 Data: 04/11/2014 21:02:38
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Con gli anni i piedi si fanno più grandi
con gli anni i piedi si fanno più grandi ma basta che un alluce sfiori l’onda perché un formicolio salga attraverso le vene un po’ esposte e solletichi la voglia nascosta nelle impronte digitali. sfoderate le unghie vorrei fare a brandelli il tuo penoso amore che vigila severo affinchè io resti e non sia.
Id: 26890 Data: 14/08/2014 12:29:03
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Ti credetti Estate
ti credetti Estate. un giorno fu davvero Ferragosto e una notte stelle a San Lorenzo. tergi la lacrima d’inverno e assaggia il sapore del corpo di una donna che inesorabilmente invecchia.
Id: 26764 Data: 02/08/2014 13:36:00
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L’amara medicina
non verranno i conigli neri se non prenderai l’amara medicina. appariranno fantasmi bianchi lo specchio con due falsi negativi aprirai sulle candide braccia ferite d’accesso all’inferno. bevila, e in pochi giorni sarai guarita. non chiedere zucchero: è finito.
Id: 25510 Data: 02/05/2014 19:42:27
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Meravigliosa vita »
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Clessidra
ricordi quanto mi piacevano le clessidre? oggi che sono sabbia le detesto. una mano al mattino capovolge tutto. ultimo grano sullo zerbino e tac! girata, ricomincio a fluire nella casa. ampolla lavoro, ampolla famiglia senza tregua e sogno un’esplosione per disperdermi. fuori contesto, libera-mente raccogliere orme. per questo unico motivo caparbiamente scrivo.
Id: 25231 Data: 09/04/2014 07:00:40
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Il Poeta ha suonato la tromba#poesiapoeti
Il Poeta s’abbracciava Mentre la voce impostata Tinteggiava i suoi versi Rubando la scena al violino. S’abbracciava, il Poeta Ai suoi figli Ma guizzava lo sguardo Ed il piede, nervoso, incurvava. Ad un tratto s’azzitta il violino E la tromba annuncia la carica. Il Poeta non può più tacere In assolo, a tre ottave è l’acuto. Non si può bestemmiar la Merini Né nominare Mondadori invano. Ma che vuole, un intero scaffale? Vuole, forse, di destra una quinta in vetrina? Non pretenda la carta, la foto Copertina ed esergo. Quelle sono dei Grandi. S’accontenti del blog che gli spetta. I Poeti son grandi se morti O se amici di Amici Od almeno invitati, per cena ma soltanto se sanno Che tempo fa!
Id: 24897 Data: 20/03/2014 20:03:02
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Figlia
Ad Elsa e Marcello
hanno raccontato che ti sei sentita Figlia
ed io, che avevo le parole
allagate dal pianto,
non ho saputo dire
che mi sei stata madre
ed il tuo sposo, padre.
gioisci serena nel bel Paradiso
ché, da oggi,
amerò di più
il suo viso leggiadro
ed il tuo, soave.
Id: 24664 Data: 05/03/2014 18:52:02
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Esercizi spirituali
sul prato all’inglese
ho raccolto due berilli
di vitrea lucentezza tagliati
dicroismi da Minas Gerais
cilestrini in acciaio dolce.
preferibili ai felini smeraldi
socchiusi dal sole calante
hanno urlato in silenzio
svegliando anche i morti
assonnati sotto gemmata coltre.
il postino ha suonato
ha suonato due volte
consegnando l'epistola allegra
ha timbrato la faccia
irradiata dal giallo lampione.
Id: 24578 Data: 28/02/2014 17:41:16
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Memoria di ennesima pioggia
memoria di ennesima pioggia scorre
la goccia.
non goccetta
non globulo
Macha la rincorre
e scivolano
quasi parallele
a tratti tangenti
convenientemente incestuose
di colpo, scostanti.
golose lambiscono trattenuti piaceri
per cadere, sfinite
nel calice rosso granato.
Id: 24366 Data: 13/02/2014 21:49:37
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Non chiamarlo amore
finita la seta
usai il cotone
svuotato il rocchetto
mi strappai i capelli.
ora che sono corti
come quelli di un soldato
non ho più filo
e mozzo ho l’ago.
con quale ricamo rattopperò
l’ennesimo strappo
perché i tuoi occhi non vedano
che la veste è ormai frusta?
Id: 24295 Data: 09/02/2014 02:02:34
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Nel bene e nel male
Nel bene e nel male
Ma il male che straccia la promessa
È cosa di donne
Che mille/e/mille volte
Maledette
Partoriscono con dolore
Sole
Finchè morte non ci separi
Id: 21929 Data: 22/08/2013 18:44:27
*
Cicala
compulsivamente stofino
sul gonfio ventre vuoto
le mani
rese scheletriche dai tuoi silenzi.
vanamente mi nutro di rugiada
imploro Atena.
la musica si perde
morirò in inverno.
Id: 21510 Data: 21/07/2013 19:22:25
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Come una linea rossa
è una firma che appare
come una linea rossa
in quinta di destra
sulla mia pagina personale.
il tempo di quattro monete
nella gettoniera virtuale:
chiamata internazionale
profumata di Nigritella.
Id: 20775 Data: 02/06/2013 14:02:51
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Race for the cure
Dedicata, con amore, a C. e ad S.
care amiche ed indomite guerriere
e a tutte le donne che lottano contro il cancro del seno.
Questo è il mio modo di correre per voi.
Ogni mattina parte la radiosveglia
Sintonizzata su Good Morning Vietnam
E dà sempre la stessa notizia canaglia.
Mi alzo per lottare
Indossando la corazza
Di un brutto reggipetto medicale
(Cercando di dimenticare)
L’orrore dell’alieno
Che mi ha dato per medaglia
Questa cicatrice sul seno.
Senza parrucca faccio la mia entrata
Nouvelle Jeanne d'Arc senza elmo e spada
Con un coloratissimo foulard e ben truccata.
Vado al lavoro, curo la famiglia
Sorrido e taccio
La rabbia che mi piglia.
Da dove vieni, triste nocciolo
Che invece di morire e dare vita
Nasci per lo sconforto e per il dolo?
Perché fatto per dare latte e suggere piacere
Ora divieni estraneo
Amaro calice da bere?
Ogni mattina parte la radiosveglia
Sintonizzata su Good Morning Vietnam
E dà sempre la stessa notizia canaglia
Ma io non mollo
E vinco la battaglia!
Id: 20572 Data: 18/05/2013 19:57:46
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Non dimentico
di Edo ricordo i colori il pantalone arancio scoppiettante la camicia arcobaleno e sul far dell’estate l’India addosso. di Edo ricordo la bianca mano affusolata che si librava a dirigere l’orchestra inesistente dei suoi pensieri pacifici ed aggraziati che ricadeva stancamente come foglia oblunga appassita. di Edo ricordo il dolore negli occhi e il coraggio di non lamentarsi del gioco perverso dei compagni/Compagni che lo chiamavano frocio negli spogliatoi e lo lasciavano a casa se c’erano donne nella comitiva. di Edo ricordo la casa (a piazza Tuscolo) sopra alla sede dei fasci che con virilità di cotone nero lo picchiarono una sera per la maglietta rosa. Edo era omosessuale? non lo so, non chiesi, non me ne fregava niente. ma non lo dimentico! e non dimentico te, ora avvocato, che davanti tacevi e dietro lo irridevi.
Id: 20556 Data: 17/05/2013 18:49:52
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Una vite nella texture
Una vite nella texture
(tornando a casa)
sfioro appena il volante rovente di nero
galleggiando sulla voce di Paolo.
uno squarcio nello chassis.
mille puntini verdi,
usciti da un divino rapidograph,
mi strappano all’abitacolo
scagliandomi verso l’alto.
piroetto.
mi conficco come una vite
nella texture azzurro/cilestrina.
sono bollente e luminosa
ma le ali rimangono intatte.
non precipito,
torno.
e planando,
riposo.
Id: 20054 Data: 18/04/2013 19:29:39
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Cento passi
Non mi hai riconosciuta
Finché non hai fissato lo sguardo
Nello specchietto retrovisore.
Fai attenzione:
Un riflesso quasi mai
È reale.
Guarda dinnanzi.
Sono avanti a te
Di cento passi
Zoppicati verso l’eternità.
Id: 18551 Data: 10/01/2013 06:48:39
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Cambiamento di stato in due tempi
Fuori il sole Si burla Della tempesta Cha avanza Sulle ali d'un vento Che innalza al cielo Turbini di foglie e cappelli.
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La pioggia ha vinto Ed ora picchia come un fabbro. Penso alla tua tomba Al marmo che si lucida A te che metti radici Che dalla terra bevono Vogliose di vita. A primavera rifiorirai Violetta Per la tua sposa.
Id: 17504 Data: 11/11/2012 10:57:21
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Eterno quotidiano 1987_2012
 (a Marco)
Scilla ghermisce Cariddi risucchia nulla più mi placa. ma tu acqua di fonte semplice mi disseti con un quotidiano gesto di cura. il passato è passato il futuro non esiste resta il presente non il migliore ma nostro.
Id: 17108 Data: 21/10/2012 19:32:38
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Riparo gomme »
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Contro-parata
nel giorno più sobrio dell'anno sfilano i carri. è tempo di maschere è tempo di peste. il Carnevale impazza al seguito dei Cavalieri dell'Apocalisse.
Id: 14994 Data: 02/06/2012 09:18:44
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Non abbiamo più una Bandiera
Dal tricolore Gronda il rosso Emigra il verde Resta il bianco Colore del lutto
Id: 14773 Data: 20/05/2012 11:21:55
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Senza fobia
Come vorrei un’utilitaria Con attaccata sul lunotto Una piccola maglia Non di grande gusto Verde Con su scritto Maria a bordo Che mi scarrozzasse Ignara della meta E chiusa nell’abbraccio Di sicure cinture.
Id: 14727 Data: 17/05/2012 19:51:07
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La parola ci fu consegnata
A Giulia, per il suo compleanno
di madre in figlia ci fu consegnata la parola scritta. sacerdoti e re promisero di preservarla la chiusero in stanze segrete di templi e in alessandrine biblioteche che ad Eva erano interdette. ma Eva scriveva sulle foglie sulla sabbia delle dune su tele tessute al buio sulle note della spesa. di madre in figlia ci fu consegnata la parola scritta. Linda la consegnò a Maria Maria la nascose come talismano fra le fasce di Giulia Giulia lo custodisce nel petto. di parola che viaggia veloce riempie la notte.
Id: 14313 Data: 25/04/2012 14:21:49
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Danzerò scalza
me lo concedi un ballo?
mi sono vestita d’aprile
la musica arriva leggera dalla finestra aperta. la gatta miagola la porta cigola il cuore pigola. ma tu non sai ballare e ti vergogni. per questo hai appeso al chiodo le mie scarpette rosse.
Id: 14174 Data: 17/04/2012 18:29:35
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Ajò, Giuseppe »
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La luna, stanotte
La fetta di pera grassana adagiata sul letto fondente mi schernisce complice l'allergica primavera. Celeste dessert non placa la notturna bulimia e resto affamata di vita ormai andata
Id: 13822 Data: 30/03/2012 06:53:32
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Antica romana
Voglio libri di carta che devi sfogliare piano piano per non svegliare chi ti dorme accanto. la puntina di aguzzo diamante a sporcare il suono con lieve fruscio che legge l’armonia del solco facendo eterno girotondo sul vinile. un'unica sala buia il film sul telo bianco a viso aperto senza occhiali treddì ed un sonoro surround a colpire la nuca un corpo caldo da toccare a tutto tondo non touch ma tocco sul ruvido della barba e la seta del pelo. una BIC blu che mi scoppia in mano ed alcool rosa a strofinare le dita imbrattate di lavoro. “Ah Marì: scenni che c’è la biga!” “E c’hai raggione, barbaro. Prepara puro er triclinio ‘che so’ romana e matrona. Visto che ce stai, porta l’uva così me ‘nbocchi! Ma lavala co’ l’acqua, fa er piascere che la pioggia acida me se rimpone!”
Id: 12710 Data: 12/02/2012 11:58:15
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Così muore la madre di un Angelo
Partoristi senza Annunciazione Un Angelo E quando volò via Fu schianto. L’eco fu rombo Che occluse per anni L’orecchio E serrò gli occhi. Venne la neve E più non sopportasti Il freddo al cuore.
Sei saltata giù Facendo a gara Con i fiocchi bianchi. Pesando di dolore hai vinto. L’Angelo ti ha raccolta E con le ali Ha coperto la tua nudità. Arrivato dal Padre Ha detto solo: “Questa è mia madre”.
Id: 12633 Data: 09/02/2012 06:40:15
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Pensami barbone
non ho mai fatto il cambio di stagione indosso sempre lo stesso cappotto liso, senza più colore ha perso tutti i bottoni e sento freddo. ma salto d’agilità i saldi. pensami barbone e fammi la carità d’un bacio.
Id: 11970 Data: 09/01/2012 00:57:36
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Noi, nel mezzo.
eccomi intenta a preparare per gli ultimi rimasti per i nuovi arrivati. e noi, nel mezzo, disorientati e stanchi, serviamo memoria e futuro mentre il Natale inesorabile c’imbianca.
Id: 11745 Data: 25/12/2011 08:58:32
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Il Giorno della Manovra
oggi è stato più duro mettersi in ceppi, oppressa l’ora d’aria.
fu ingiusta la pena per aver mangiato una mela ma insopportabile è l’essere mandati all’inferno da chi razziò frutteti, armenti e campi e case.
mentre i mercanti nel tempio lucrano senza pagare il dazio, saldo il parcheggio di fronte all’ospedale.
non vi meravigliate più se il popolo volle libero Barabba.
Id: 11407 Data: 05/12/2011 19:24:22
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Insetti immortali
novembre si offre all'inverno e tende gelide mani in queste notti di buio bianco. ma noi non temiamo di muoverci di brancolare spingendoci oltre il muro di vaporosa calce contro l'incontro dentro un abbraccio. abbiamo vibratili antenne che impazzite sondano la strada verso la consapevolezza.
Id: 11100 Data: 16/11/2011 19:03:35
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Primo mattino allo specchio
“Ciò che conduce l'uomo a osare e a soffrire per edificare società libere dal bisogno e dalla paura è la sua visione di un mondo fatto per un'umanità razionale e civilizzata. Non si possono accantonare come obsoleti concetti quali verità, giustizia e solidarietà, quando questi sono spesso gli unici baluardi che si ergono contro la brutalità del potere„ Aung San Suu Kyi impolvero di kohol la congiuntiva morbido ed inesorabile chiude la caruncola.
non avrai le mie lacrime da incastonare sul tuo diadema.
Id: 10991 Data: 10/11/2011 17:54:30
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Tango del padre morto e dello psichiatra immaginar
Padre, sei morto. Non rispettasti la promessa Di tornare e dirmi Se c’era il tuo Aldilà. Mi lasci qui da sola A ballare un tango Con lo sconosciuto. Alla mia età Di nuovo mi ordini d’apprendere Ad andare Oltre me stessa. Zitto, imbecille, al diavolo Edipo e Freud parlo d’amore: tu, taci!
Id: 10626 Data: 23/10/2011 13:54:56
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Uovo alla coque
una sorpresa in cambio di ventiquattro rose rosse gambo lungo un anno.
non potevi, almeno, darmi un uovo da cucinare alla coque?
Id: 10593 Data: 21/10/2011 23:52:47
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DAP
Ti infliggi ferite rossastre Si aprono crepe sui muri Tatuando il tuo dolore Compaiono intraducibili graffiti Oltre la pelle sottile Sul fragile intonaco delle pareti Profani il tuo corpo La mia casa si popola dei tuoi fantasmi Manifesto ambulante Scricchiolano e gemono le cornici Del DAP. Che incarcerano la tua immagine bambina.
Id: 10433 Data: 11/10/2011 23:27:57
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Buon Compleanno, Loredana
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