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Biografia di Marinella Galletti [ sito web ]

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Condurre all’unità l’esperienza dell’arte. Ma non c’è un finale. Non vi è una sola esperienza perfetta.

opere d'arte visiva    

 

 

 

 

 

                             

 

 

Corolle Giganti, installazione

Gemme, installazione

Memory

                                                                          volumi pubblicati                                                                                                                                                               
                                                                                                                                                                                
    
    

 

biografia, sintesi

Laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1986; specializzata in Comunicazione Educativa e Didattica, Università di Padova; Master in “Psicologia dell'Arte e della Letteratura”, è insegnante di Storia dell'arte presso il Liceo Classico Statale "G. Cevolani", a Cento (FE), città dove vive. Fin dal 1980, ancora studentessa all'Accademia di Belle Arti, partecipa ad eventi dell'arte, della poesia e letteratura conseguendo premi e riconoscimenti; realizza mostre d’arte visiva con installazioni, performances di poesia e progetti di didattica dell’arte e Arte Terapia. È saggista e curatrice.

Sintesi della sua ricerca artistica e letteraria, “la modularità”

"Dipinti e Parole come cellule di un racconto visivo"

artista, poeta, narratrice, saggista

Tra le Mostre Personali: - ESPOSIZIONE PER IL PLANETARIO opere e installazioni nell’ambito del Convegno “Nuove Stelle” EPICICLO ED ETEROGENEI, Palazzo SS. Salvatore, Assessorato alla Cultura del Comune di San Giovanni in Persicelo (BO),  MISSILI & ICONE, Rocca dei Bentivoglio (Bazzano, BO); IPERTESTI, opere e presentazione del volume di poesie Anime Sottili Cuori Sottili, Sala D. Bonzagni; SCAMBI LIRICI, Villa Serena (Bologna); COROLLE GIGANTI, Rocca di Stellata (Fe);  GEMME E COROLLE, Teatro del Navile (Bologna); EVA E ADAMO, Museo Magi900 Pieve di Cento (Bologna); FIGURE DELLA DANZA, Galleria del Carbone (FE); AMICHE sostanza antropomorfa, ArtiLettereDimora, Cento (FE), nell’ambito di Giornata del Contemporaneo, Amaci.

 

Hanno scritto delle sue opere (arte visiva e narrativa):

Dede Auregli, Pier Franco Bertazzini, Gianluca Bocchinfuso, Lola Bonora, Claudio Cerritelli, Mara Cini, Vittoria Coen, Gianni Cerioli,  Giorgio Celli, Carla De Bellis, Giacinto di Pietrantonio, Claudio di Scalzo, Monica Florio, Marco Furia, Giuliana Galli, Francesca Govoni, Fausto Gozzi, Roberto Guerra, Azzurra Immediato, Alfonso Lentini,  Alberto Melotti, Fabio Michieli, Luciano Nanni, Giorgio Nicoli, Franco Patruno, Roberto Roda, Marco Scalabrino, Gabriele Turola, Roberto Vitali, Vladimiro Zocca. 

 

Tra i premi letterari: è finalista per la narrativa al Premio “Scritti al BO”, Università di Padova, 2005; nel 2006 è VINCITRICE DEL PREMIO POESIA “LORENZO MONTANO” 2006, “raccolta inedita” con pubblicazione dell’opera Dentro alle fonti, Anterem Edizioni (VR): il libro, una volta edito, risulta finalista nel 2008 al Premio Letterario Città di Castrovillari; nel 2007, è finalista al Premio Fara Editore; nel 2010, è ancora tra i vincitori  al Premio Lorenzo Montano, finalista per la poesia singola; per la narrativa, è VINCITRICE DEL PREMIO “CITTÀ DI SANT’AGATA MILITELLO” 2006, sez. racconto; nel 2008 è finalista al Premio Letterario Città di Forlì per il romanzo; nel 2009 è finalista, per il romanzo inedito, al premio  L’Autore” Firenze; finalista al Premio Loria 2010, per il racconto; ottiene il 2° Premio “L’inedito”, Sulle tracce del De Sanctis 2012.

 

Giorgio Celli: “…Marinella Galletti lavora per una pittura  che si muove nell’immobilità esprime un universo in espansione che si allarga nel niente dell’infinito i suoi quadri stanno ai bivi della via lattea dove lo spazio rimbalza in se stesso sono delle palpebre che si aprono sulle pupille delle stelle”.

Carla De Bellis: [Dentro alle fonti, dalla postfazione] «Divisa in sette sezioni, ognuna di tre poesie, la raccolta di G. ricerca la simmetria… secondo il suo valore proprio e originario di qualità dello spazio. La stessa disposizione grafica di ogni testo, … lo struttura come un corpo nello spazio,... La dispersione temporale della parola viene, così, ingabbiata e costretta da un limite visivo, e la continuità effusiva e nei significati spesso radiante del “discorso” verbale,… tagliata con una sorta di violenza che spezza il senso per costruire una forma sensibile in ostensione.…»; 

Marco Furia: «…Complici i toni di un linguaggio denotativo, dalle brevi, intense, locuzioni, emerge, via via, l’intimo nucleo di un’istanza poetica capace di comunicare, senza compromessi, l’effettivo fascino d’un “io integro”, partecipe, non schematico, … creando peculiari lingue tali da rendere testimonianza di mondi la cui consistenza, per nulla tenue, si rivela in condizione di dar vita a scritture dotate di singolare tenacia.…»;

Giuliana Galli: “...E sembra di avvertire sinestecamente fragranze, colori, suoni e sapori di freschi umori come nella “Sagra di Primavera” di Stravinski. L’ impaginazione armoniosa delle strutture modulari, il taglio sapientemente cadenzato della disposizione di queste forme plastiche, in cui si insinuano i fiori giganti, renderebbero queste opere adatte alla scenografia...” 

Alfonso Lentini: “...Sono opere portatrici di una consapevole operazione estetica: l’ oggettualizzazione di un’idea, la trasposizione sul piano materiale di una definita concezione dell’arte. Un’idea antica, se vogliamo, ma che si rafforza e prende corpo nell’ambito delle avanguardie novecentesche (del Cubismo, in modo più evidente): l’idea dell’opera come oggetto polivalente e prismatico, edificata su un procedimento di scomposizione...” 

Roberto Roda: “Autrice molto brava, ha la capacità di non rimanere confinata solo in un genere artistico, ma di esondare continuamente. I suoi lavori di arte visiva sono intelligenti e di grande valore,  poetici, e infine anche la narrativa... L’elemento visivo pittorico e scultoreo interagisce con l’elemento poetico...” 

Marco Scalabrino: «Una pièce 'teatrale' [Percezione dell'esperienza d'amore] la cui sintesi, per squarci lirici formali mutuati da Apollinaire e dai Futuristi, sono la coscienza e la conoscenza di sé, in grado di leggere “ l’io profondo delle cose”, e la progressione verso l’Amore, «conosco la sua casa, sento la sua voce, io e lui nella stanza. Qualcosa si compie e si consuma.»

 

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