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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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ZAMEL di Franco Buffoni
Ed. Marcos y Marcos, maggio 2009

Larecherche.it è ben felice di proporre l’anticipazione di ZAMEL, il nuovo libro in prosa di Franco Buffoni. Uscirà in libreria, per i tipi Marcos y Marcos, il prossimo 7 maggio. Presentazioni:
:: 10 maggio, Roma Circolo Mario Mieli, via Efeso 2b Metro San Paolo h 17
:: 16 maggio, Torino Salone del Libro, Sala Azzurra h 14.30-16.00

Illustrazione di copertina:
DAVID DALLA VENEZIA
olio su tela N 495
senza titolo

:: ZAMEL (Scheda di presentazione) »

:: ZAMEL (Indice) »

:: ZAMEL (Anticipazione, intero capitolo intitolato WHITMAN) »


Pubblichiamo uno dei capitoli più belli del libro, intitolato “Whitman”.
E’ una lettera scritta da uno dei due protagonisti della storia, il trentenne milanese Edo, in vacanza in una località sulla costa tunisina, al cinquantenne romano Aldo, ritiratosi a vita privata in quella stessa località.

E’ ormai ben noto l’impegno civile di Franco Buffoni, scrittore tra i più colti nel panorama della letteratura italiana e non solo. È giornalista pubblicista e professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate. Ha insegnato nelle università di Bergamo, Cassino, Milano IULM, Parma e Torino.

Da sempre, e in particolare nel suo “Più luce, padre”, Luca Sossella Editore 2006, come già dicevamo nella recensione pubblicata su questo stesso sito (leggi »), “bisogna riconoscere a questo scrittore il coraggio di andare contro il pensiero dominante di perbenismo che talvolta soffoca le coscienze, cristiane e non cristiane”. Egli è attivo sostenitore dei diritti civili e in particolare di coloro che sono tra i più discriminati da un cristallizzato pensiero dominante che tende a realizzare uno Stato etico anziché di diritto, le persone omosessuali. In “Zamel”, Buffoni, in un tessuto narrativo dialogico, continua questa sua decisa presa di posizione, accompagnando il lettore in un percorso storico ben circostanziato, da una parte agghiacciante, per le forti discriminazioni e persecuzioni perpetrate a danno di persone non eterosessuali, a motivo dei loro affetti verso persone dello stesso sesso, dall’altra avvincente, per la tenacia in cui nel corso degli anni, attraverso non pochi sacrifici umani, i gay hanno saputo incamminarsi verso l’emancipazione. Buffoni traccia una linea che unisce il passato al possibile futuro delle persone omosessuali, auspicando e lottando per una sempre maggiore presa di coscienza che lentamente porti i cosiddetti “froci” a coltivare una propria identità sessuale che “non deve essere esibita”, appunto, “bensì coltivata”:

“Molto semplicemente distinguerei tre fasi all’interno del nostro cammino di emancipazione:

REPRESSIONE FINO A META’ OTTOCENTO: gli atti di sodomia andavano repressi; il sodomita veniva punito per ciò che faceva. Fu allora, quando la scienza medica cominciò a occuparsi di omosessaulità, che si cominciò a cercare - maldestramente e pieni di pregiudizi - anche di capire.

A partire da metà Ottocento l’omosessualità divenne malattia da curare, anche se illuminati e sporadici precedenti in questo senso esistono sia in Inghilterra sia in Francia già a partire dal Settecento. Il passaggio da sodomita (che veniva punito per ciò che faceva) a omosessuale (che era ciò che faceva o sognava di fare) segna una differenza capitale: la sodomia era un atto, l’omosessualità una malattia da curare, una categoria clinica. Quella che prima era stata solo repressione diventava terapia. E la repressione spesso assunse la forma di una terapia (l’elettroshock, per esempio, dal terzo decennio del Novecento). Così l’omosessualità restò come MALATTIA DA CURARE FINO AL 1973 (la data del 1969 con Stonewall è però ugualmente significativa). Si compì allora il passaggio verso il riconoscimento di una identità stabile dell’omosessuale. Fino ad allora medici, giudici e preti si erano limitati a riconoscere - condannandoli - una serie di atti sessuali “contro natura” che potevano essere compiuti da chiunque.

Oggi che - nei paesi civili - l’omosessualità viene percepita come un riconoscimento e un destino assolutamente possibili (“normali”) appare sempre più evidente la differenza tra omosessualità praticata (tipica delle società arcaiche e “mediterranee”: quella mitizzata da Pasolini [...]) e omosessualità come identità. Siamo così entrati nella terza fase, quella dei

DIRITTI DA ACQUISIRE

Oggi che l’atto sessuale non è quasi mai finalizzato alla procreazione anche per le coppie etero, siamo davvero tutti uguali, di fronte alla natura e di fronte alla legge. La legge deve solo adeguarsi”. (Tratto dal capitolo: DIRITTI RIPRODUTTIVI).

Il cammino continua, non è certo in discesa, gli ostacoli sono evidenti:

“Come ha ricordato Beppe Ramina nel 2007 […]: ‘Curia, Vaticano e le destre negano il valore delle nostre relazioni e delle nostre stesse esistenze, ma verso chi vorrebbe farci chinare la testa e farci tornare nel silenzio e nella vergogna il confronto è aperto. Siamo stufi di essere insultati dalle gerarchie ecclesiastiche e di essere presi in giro da istituzioni e partiti che non si assumono le responsabilità che derivano dall’operare in uno stato laico’ “. (Tratto dal capitolo: FUORI STONEWALL)

Anticipiamo l'intero capitolo intitolato WHITMAN
(Consigliamo di leggere prima la scheda di presentazione del libro, a cura dell'autore)


:: Scarica la scheda di presentazione del libro: ZAMEL (Scheda di presentazione) »


:: Scarica l’anticipazione: ZAMEL (Anticipazione, intero capitolo intitolato WHITMAN) »