Franca Colozzo
- 19/05/2024 00:28:00
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Questo fardello oggi sembra appesantito anche dalla tecnologia che, invece di alleggerirlo, lo rende a volte più gravoso per il burocratese che sottende. Parlo, in particolare, del BelPaese che favorisce tuttora azzeccagarbugli di manzoniana memoria. Vivo questa realtà con maggior frustrazione data la mia professione e i retaggi dellinsegnamento, evolutosi tecnologicamente, ma arretratosi su posizioni inferiori, succube dei social media. Al di là di tutto ciò, poi, esiste una dimensione disumanizzata dalla dilagante paura che attanaglia ogni essere umano nellaltalenante follia dei leader europei e mondiali. Governati da pochi, siamo diventati ormai burattini nelle mani dei grandi burattinai, ignari del nostro destino e rassegnati a piegar la testa e lavorare come schiavi moderni al servuzuio di pochi padroni. Lidealismo di un tempo è stato sommerso da una cultura consumistica che ogni ideale maacina in nome di una pseudo democrazia e della presunta libertà di parola. Questa tua poesia, Vincenzo, è lo specchio dei tempi che stiamo vivendo. Il genere umano, da me definito caino, ha perso il lume della speranza e della luce divina. Buonanotte.
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Rosetta Sacchi
- 18/05/2024 16:58:00
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L’umanità è cambiata, non si accontenta delle cose semplici, della purezza di un attimo di felicità, ma ha sempre nuove pretese. E’ un’umanità che non ha futuro, ma non ha neppure sogni e speranze. Ed i governi che si sono susseguiti hanno contribuito a cancellare la nostra serenità e a far sì che la vita ci appaia solo come un fardello. Poesia apprezzata, in quanto è essa stessa riflessione e di riflessioni ce ne offre un’infinità. Buona continuazione di giornata Vincenzo.
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