1
Unicorno rosso.
Forse i narcisi piangono, di notte, senza carezze
quando solo la luna li vede
la luna che entra da queste finestre storte
e disegna i narcisi sui muri.
Ma c’è una donna che li vede, disegnati sui muri,
una piccola donna che una volta spargeva colori sui prati
seguendo fili di invisibili sogni.
E sulla rugiada dell’ erba i suoi sogni diventavano fiori
poi qualcosa le sfuggì di mano e fu presa tra bianche lenzuola
furono mura e ombre alle finestre e ai muri
ma i fiori non muoiono mai,
rinascono sempre folli di sole e rugiada.
La piccola donna abita il passato,
sul confine tra il visibile e l’invisibile
ma ancora regala fantasie di seta
cavalcando il suo poderoso unicorno rosso.
Scrivere di lei è ciò che resta.
La piccola donna abita il futuro
sul confine tra il visibile e l’invisibile
un immaginato futuro di stanchezze
e di mura e finestre
e non muore mai.
Rinasce nella fantasia indimostrabile
e ancora cavalca l’unicorno rosso nelle sue camere con vista
ma è così muta di indicibili parole
così muta che non ne ricordo la voce e il viso.
Scrivere di lei è ciò che resta.
2
E’ di notte, quando tutto dorme che ti trovo,
che ti prendo, immaginata, tra le braccia.
E lì ti possiedo
sostituendo la tua mano penetrante nel sesso già umido
e ti sento, tremante, gioiosa nell’impudico ancheggiare,
ti sento, sollevare il bacino e inghiottirmi il sesso.
Chissà se una volta almeno siamo morti così,
nello stesso fantastico istante
per poi scoprirci lontani ma vivi.
E nuovi.
Pronti per un’ altra prima e unica volta.
3
Facile.
Sarebbe stato facile un tempo venirti a trovare
portarti tutta la giovinezza
e i muscoli forti per prenderti ai fianchi
e denti buoni per morderti i capezzoli.
Sarebbe stato facile
col drago nei pantaloni appoggiarmi al tuo corpo ancheggiante
sentirne il calore e il profumo
porti un desiderio tra i glutei
e girarti e poi rigirarti
e di nuovo girarti per appoggiarmi tra i seni giovani e sodi.
Sarebbe stato facile venire così, a ogni giro e rigiro.
Invece sono venuto oggi
e ho portato la stanchezza e la vecchiezza delle rughe
i pochi denti rimasti e il drago è solo un’ etichetta sull’ intimo.
Sono venuto oggi e mi son seduto sulle tue panchine
per cercare la permanenza dei corpi e delle cose.
Sono venuto oggi
a vedere l’ effetto che fa sperare che tu non mi veda.
4
Fuochi sul lago.
La ragazza era lì
era la notte dei fuochi,
sulla riva del lago
lei li guardava brillare.
La ragazza era lì
seduta accanto al suo dolore
nel cono d’ ombra del salice amico
che le sussurrava parole.
Tutti quanti eran lì
illuminati dai fuochi
e ogni botto un desiderio stupito
ogni botto una meraviglia.
La ragazza invece in disparte
nelle ombre di luna
tra i rami del salice
nascondenti le mani.
E ogni botto un tremito di foglia
un affondo di dita
un fremito al seno.
Come un salmerino sinuoso
che brilla le sue squame alla luna.
Seguendo rotte e voli sconosciuti
riaffonda poi nell’ acqua dolce di lago.
L’ ultimo colpo la fece tremare
fino al profondo del cuore.
Non se ne accorse nessuno
ma la ragazza sparì per eterni istanti
confusa all’ acqua dolce del lago
in un invisibile abbraccio tra terra e cielo.
5
E sale e scende, il bosco
come scosso da un movimento tellurico,
tremante e ondulatorio.
Appare e scompare, ondeggiando
e a ogni onda la fiera appare nel nero tra rami
la fiera con la bocca spalancata
la bocca abituata a inghiottire,
la bocca calda e umida.
La fiera che subito scompare
fino alla prossima onda.
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