:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Poesia
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
gestisci le tue pubblicazioni »

Pagina aperta 735 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Sat Apr 13 22:22:06 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

Canto Dei Goti

di Domenico De Ferraro
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le poesie dell'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 11/11/2018 19:50:10

CANTO DEI GOTI



In versi ombrosi andai con passo lesto con musici dilemmi . Il sogno mi condusse in memore esperienza eletta a grande impresa per strade tortuose per valli in fiore ove mesto il pensiero geme nella passione verace di ricordi sotto olmi e lunghi i vialoni adombri ai lati di platani morenti. Di molte vite esule nel bel canto scipio che risorge desto nell’animo che mi ravviva nel rammentare i miei anni nella sorte certa che mi condusse per codesti luoghi remoti.

Vedrai tu giovane le belle sponde dei fiumi , i marmi dei tuoi avi le belle donne adunche sulle panche con chierici segreti di come la vita nasce in scempi ed in clamori d’amori che sono antichi più antichi dei tuoi sogni e nel bel canto in cori d’alleluia nell’aria si consola . Capirai cosa è la morte casta di militi ignoti di mille creature nate dalla corteccia celebrare di un albero secolare pendulo sul colle del dolore.

E guarderai negli occhi quel tuo amore solingo con lei rimarrai in disparte a pensare all’incerto futuro tra gran balli ed epodi i tuoi nipoti illustri il vago poi chiarore traluce nell’alba della tua libertà. Si rimarrai solo, con tutti i tuoi anni con la morte di un era che spinge nel decantare desta tu sarai e ti spoglierai dei tuoi vizi delle tue virtù fallaci.

Quando l’amore verrà , sarai solitaria o mesta ancella nel gran casino incerto nel tuo silenzio ozioso nella bellezza di un atto che spinge a credere che rugge come un leone affamato . Amore ti consola ti spreme le meningi le chiose ed i ventagli , le belle mutandine dì pizzo e di merletti dai colori opachi , chiari nella veglia . Incerte liriche fanno emigrare di volta in volta verso l’America e lontane indie . E ritornai a casa stanco in preda a mille dubbi ed ero figlio tuo di gran cagione si immemore mi calai i calzoni poi portati la mano ed quel gran calore la mesta sorte mi avviluppo nell’incanto dei sensi. Ora son morto e canto le mia gesta per valli e monti in piedi pronto ancora a morire per rime taccio e faccio gran bisogno di sentire te mia vergine immortale , mia donna, mia amante , mia regina di cuori.


II

Cosi per giorni lieti spinto dal vento andai esule nel pensiero rincorrendo la fallace immagine di un tempo perduto lasso nel mio silenzio senza capire cosa mi stesse succedendo . Solo nella speme solo nel senso insito di una frase che tramuta in se ogni cosa in un lirico delirio di molti versi scritti in fretta con passione e diletto con amore casto fuggito nella forma del gotico nella bugia , nella ragione mortale m’ accompagna per giungere ove il pensiero annega nell’immagine empia e maldestra.

Ti recherai oltre questo paese ed oltre i monti sarà solo con le tue paure e generando, gemendo , mitigherai ed incontrerai l’ignominia emula anima oltrepassando l’ardire lungi nel verbo partorirai l’immagine di te vecchio e stanco ed in preda a mille incubi alla sorte scevra di furori . Lo scrivere ti ha condotto nell’impensabile sodalizio. E percorro le strade del paese dimenticato nella sua memoria con le sue antiche chiese , senza chiedere chi sono , come e quando la luna cadde nel pozzo. E mi faccio carico di quel tempo mi insinuo nel suono mesto in vesti sacre e profane fuggo dall’umore popolare.


La bellezza non ha prezzo , esclude lo sguardo alla morte nei pensieri esuli nel loro suono nel loro discendere il bene dal male e son timido forse senza capire la morte mi sembra cosi vicina. In noi riflettiamo sulla caducità delle rime , sulla riluttante esperienza di un organismo che ci costringe a ragionare, secondo canoni e forme che non hanno misura delle cose create . Ed un diletto o delitto poter ammirare lo scorrere per rime del tempo che ci ha condotti verso questa morte in questa civiltà contadina. Ed amerai i tuoi simili li adorerai ne copierai le gesta e sarai come loro artefice del genio insito nella forma organica che avanza , mimetizza ed esulta al canto. Sarai fermo sopra un banco di prove, sopra un cumulo di rifiuti alla ricerca di ciò che siamo stati, saremo la a combattere i mostri della ragione metafisica.

Lontano dal coro di voci , per mesti sentieri tra i campi incolti ove Cerere desnuda nell’impressioni dell’animo lassa nella sorte lesta abbraccia il creato ed implora vendetta. Dea nei verdi anni suoi , nella magia scemando e domandosi se tutto può essere in vero una forma amata un fuggire che conduce oltre ogni credere a quella divina sua bellezza . E mitica appare nel chiarore di secoli oltre ogni concezione nella funzione e nel discernere la bellezza casta nella sua sorte di donna , dona con ardore languide carezze in giorni lieti per passi incerti tra esuli solitari confini.




« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »

I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Domenico De Ferraro, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.

 

Di seguito trovi le ultime pubblicazioni dell'autore in questa sezione (max 10)
[se vuoi leggere di più vai alla pagina personale dell'autore »]

Domenico De Ferraro, nella sezione Poesia, ha pubblicato anche:

:: Mamma Macchina Rap (Pubblicato il 13/05/2024 19:59:06 - visite: 38) »

:: Slang Musicale (Pubblicato il 23/04/2024 18:47:01 - visite: 43) »

:: Canto Del Gallo (Pubblicato il 20/02/2024 19:39:34 - visite: 138) »

:: Gennaio Blues (Pubblicato il 21/01/2024 17:18:58 - visite: 88) »

:: La Pioggia (Pubblicato il 06/01/2024 14:42:52 - visite: 100) »

:: Abbracciati Ad Una Croce (Pubblicato il 22/10/2023 17:38:52 - visite: 144) »

:: LAa Danza Delle Lucciole (Pubblicato il 28/06/2023 21:40:37 - visite: 187) »

:: IL Mio Cuore E’ Una Farfalla (Pubblicato il 29/04/2023 20:41:46 - visite: 305) »

:: Canzone Dantesca (Pubblicato il 25/03/2023 19:09:21 - visite: 286) »

:: Passerò Un Altro Natale (Pubblicato il 17/12/2022 17:16:08 - visite: 144) »