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La nebbia avvolge il porto.
I lampioni dabbasso velano una luce tiepida, giallastra sui tremolii dell’acqua color nero petrolio.
E’ una notte di fantasmi. Hanno i volti, le sembianza del nulla e del tutto sui miei specchi. Ne avverto la penetrante densità. Le voci assenti, la bocca dolce.
Ne avverto le lacrime, il loro sale sulle mie labbra.
Il bacio.


Parlano con voce melodiosa, suadente, suonano Mozart e Miles Davis contemporaneamente, citano Bukowski e Leopardi seminando biancospini sulla luna, pitturano gli occhi ad una immaginaria eterea Jeanne Modì facendo sesso sfrenato con Jessica Rabbit.
Io resto sempre indefinita, una cornice che immagina il suo quadro.

Il suo quadro che cambia di colori e sfumature ogni giorno, ogni giorno, in cui passo la trementina e

un colpo di pennello a intessere di luce ed ombre un contorno, una vita di figure, di idee, un paesaggio

che mi assomiglia. 

Hai ragione, è una città invisibile. La mia.


La nebbia poi si alza e fra poco potrebbe apparire l’indicibile marina argentata di Manet o la furiosa tempesta di Backhuysen.
Tutto mi resta appeso agli occhi, come gocce di luce, di vita, di morte.
Cose così.
Cose così grandi, e cose così piccole.
Così…camminare.
Nel giorno, nel sogno.
E scrivo.

 

 

 Teresa Cassani - 22/10/2023 08:27:00 [ leggi altri commenti di Teresa Cassani » ]

Bello, poetico. Riflette una giovinezza in attesa attraversata da tante suggestioni.

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