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«Cos’è l’anima?», è una domanda

assai indeterminata!

 

«L’anima è chiave atta a schiuder usci dell’essere»,

urlano vocalistmici Platone, e Plotino,

seminando di meta-fisica ellenismo e cultura cristiano-medioevale.

 

La carta della meta-fisica è scartata dall’all in del mondo moderno,

intento ad arrotarsi i denti contro Ockham’s razors

diluiti nel camminar cristiano su fondi di Tiberiade,

con tonanti richiami alla realtà, contro conformità tomistiche,

non-senso di rifiuto ai sensi.

 

Perché, allora, intestardirsi nel cercar di riformulare una domanda,

creando mondi inesistenti?

 

Perché, tradurre l’uno,

in due?

 

L’anima è condizione necessaria all’esistenza del divino;

«l’anima è condizione necessaria

all’esistenza d’un desiderio del divino»,

direbbe William James.

 

Che non esiste anima, forse, l’ammetterebbero

anche Giovanni Eckhart, o i vittorini.

 

Ma, l’uomo comune,

non ci arriva.

 

Gridiamolo forte: «L’anima, non esiste»!

Non rimane altro che incamminarci

sulla strada d’uno storicismo aristotelico,

o dell’idea-ismo della tradizione sassone/scozzese.

 

Io?

 

L’inesistenza dell’oggetto è causa di nullità d’ogni contratto,

e, chiaramente, ho venduto l’anima al diavolo.

 

[Il Guastatore, 2012]

 Ivan Pozzoni - 08/05/2024 07:23:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Caro Angelo,
certamente. Il diavolo non ama il latino, e non capisce il brocardo <Pacta, quae turpem causam continent, non sunt observanda>. Il diavolo è un fine giurista. Ma è esperto di procedure, è avvocato.

D’altronde, anticipando Lilith, Wittgenstein nel Tractatus scrisse <Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man schweigen>, che, sinceramente, in qualsiasi moderna teoria dell’argomentazione sarebbe considerata un’antitesi.

Niente. La mia sarà, molto probabilmente, citata tra centocinquant’anni. Però io sarò morto, e chissenefrega.

 Angelo Naclerio - 07/05/2024 23:59:00 [ leggi altri commenti di Angelo Naclerio » ]

E il diavolo se l’è comprata?!

Interessante argomento e commenti, penso possa avere ragione Lilith: "tacere".
Ma poi delle nostre intoccabili personali gigantografie preziose che ne facciamo?
Buone giornate.

 Ivan Pozzoni - 06/05/2024 02:35:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Ah, facendo la solita lezione mi sono dimenticato cosa volevo dirti. Con Il Guastatore del 2012 (uscito con la Press Universitaria dell’università di Padova) ho attirato l’attenzione di Giorgio Linguaglossa, che io ho sempre reputato il maggiore critico letterario italiano (Gian Mario Villalta mi scusi), e che, da amico e maestro, ha iniziato a scrivere recensioni ovunque, facendomi conoscere a decine di critici letterari. La bellezza di questa <anti-poesia>? 1. La precisa ricostruzione teoretica, molto ironica, del concetto di <anima> in una <anti-poesia>. 2. La chiusa con l’articolo 1418 cod.civ. e la dimostrazione della mia doppia dimensione (filosofo/giurista). 3. La conclusione: chissenefrega della Tradizione (poetica/filosofica).

<E questo è un fenomeno nuovo che la neoavanguardia non si era posta perché il problema a quel tempo non si profilava all’orizzonte con la chiarezza con cui invece si pone oggi. Ennio Abate pone il problema della continuità / discontinuità? Penso che Pozzoni non si ponga nemmeno questo problema; il problema della tradizione e dell’antitradizione? Pozzoni non se lo pone nemmeno.

Vuole fare il guastatore, va con le cesoie per spezzare il filo spinato che il Novecento ha posto a difesa dei fortilizi della Tradizione e del Canone, tutte parole grosse che designano un significato preciso: i rapporti di potere che sotto stanno e sottendono i rapporti di produzione tra le istituzioni stilistiche maggioritarie. Pozzoni, a mio avviso, fa bene a buttare tutto all’aria e a carte quarantotto. Non ha nulla da perdere perché non c’è nulla da perdere>. (repetita juventus)

Cioè, un Vincenzo Corsaro cosa vuoi che cazzo capisca di tutto questo?

 Ivan Pozzoni - 06/05/2024 02:06:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Pur non essendo un filosofo teoretico (fortunatamente), conosco abbastanza bene le teorie sull’anima, dalle dissertazioni medioevali di Agostino, Ambrogio, Scoto Eriugena (che ho l’immensa fortuna di dover leggere adesso causa seminario universitario [Tommaso non è bastato]), Ildegarda di Bingen, Bernardo Silvestre, Avicenna, Michele Scoto (Averroè), Filippo il Cancelliere, Guglielmo di Alvernia, Alessandro di Hales, Giovanni de La Rochelle e così via fino ai miei due amici Duns Scoto e Guglielmo di Ockham. Però, sinceramente, l’affermazione di William James, pragmatista molto sottovalutato, «l’anima è condizione necessaria all’esistenza d’un desiderio del divino» mi ha sempre stuzzicato molto, sin dal 2012. Adesso, dove la filosofia analitica contemporanea ha dimostrato, con formule scientifiche, l’inesistenza dell’anima, io mi mantengo agnostico. Ognuno dica il cazzo che desidera: moriremo, vedremo se esiste un Dio, avremo l’opportunità di chiedere a lui dove cazzo stava quando i bambini africani morivano di fame e i campi di concentramento devastavano milioni di persone o, in caso contrario, non saremo mai esistiti. Nella vita no sono così barboso, sono molto easy. Tanto non mi legge nessuno.

 Lilith50 - 05/05/2024 10:17:00 [ leggi altri commenti di Lilith50 » ]

Bello questo argomento! Potremmo tirare fuori dal cilindro tutti i filosofi che si sono dati da fare a darne una definizione. Solo chi va e torna sa cosa è l’anima, continua a gridarlo “ero io, ero il vero me” ma lo indicano come matto perché non ci sono parole umane per spiegare cos’è l’anima e allora l’unica cosa che resta è tacere. Che si arrangino da soli.

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