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al testo di Ivan Pozzoni
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Penna alla mano m’immergo nei meandri umidi, e senza ardore d’un mondo insano, annichilito dalle risate dei renitenti, che, senza nemmeno averne sentore arrancano, scalando i monti dell’esistenza con unghie, ginocchia e denti.
Canto l’inferno dei dannati, aquile su deltaplani, incendiato dalle stufette elettriche di diavoli metropolitani, ma non mi brucio al calore dei roghi della Santa Inquisizione affidando le mie lettere d’amore a picchiate d’aquilone.
Emarginato da sguardi indiscreti urlo al megafono la mia protesta: “diventi immune dall’ostracismo ch’abbia lo stigma d’aver la testa!”.
[Riserva indiana, 2007]
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