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al testo di Annalisa Scialpi
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Ho vissuto Portami lì, tra le alghe marcite, nella baita secca e maledetta piena di umido e di vermi striscianti oleosi nel miasma della tua lussuria.
Così, diedi le perle ai porci e il diadema cadde nel fango e nessuna perla fu salva.
Espiavo il peccato originale inalando il tuo fetore di carogna, mentre sentivo che i rancidi 'mea culpa' svenivano nelle onde giallastre come uova marcite, in cui, con te, mi trascinavo
e tuttavia – genio dell'arte!- eressi al Minotauro un monumento sublime come i cieli più puri quando annotta il vergine tramonto e le acque chiare parlano le lingue degli angeli salvati, con demoni, nella loro sublime, ambigua androginia!
Oh mistero della notte! Mistero dell'amore che giaci nelle profondità decomposte del mondo!
E se il tuo puzzo mi si attaccò addosso fu solo perchè crollassero gli ultimi recinti borghesi coi loro idoli in putrefazione tra gli aromi da obitorio
e presa dall'estasi e dallo spavento, la mia anima, liberata, dicesse: ho vissuto, ho vissuto, ho vissuto!
Onnivora e sazia come l'onda cangiante ruggente sugli scogli come una madonna ebbra. |
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