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al testo di Annalisa Scialpi
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Il vecchio curato, ormai impagliato sottobraccio a straniere, contempla il ding dong con sereno distacco, come un santo beone, mentre le cornacchie han perso il piumaggio sul sagrato.
Anche i palazzi hanno un poco vacillato e la morte ha sussurrato agli scheletri una vecchia romanza mai udita, e quelli sono usciti nelle piazze a ballare il rondò;
le piazze, grigie come pietre, nude come scogli, si son popolate come una movida!
E' il tempo è il tempo è il tempo dicevano gli scheletri battendo le falangi con suono secco di nacchera e i cannoni delle bombe, di lontano, non riuscivano a frenare l'euforia.
Allora bambini han preso d'assedio le scuole di cemento, come la Bastiglia, e son tornati nei boschi ad ascoltare le parole nascoste degli alberi senza dirsi mai sazi del sapere che solo vive in tutta quella linfa. |
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