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Rose

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Non sono
i miei dolori,
piccoli mostri
che la notte
libera a suo
piacere.
Non sono
solo un corpo,
lento e fragile
e timoroso.
Attirata dal giorno,
dalle sue lacrime
buone,
fascio le mie ferite
con dolci petali
di rose
appena sfiorite.

 Loredana Savelli - 16/05/2023 20:51:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

... perché anche le rose hanno ferite da automedicare e sfioriscono e mentre sfioriscono emanano un profumo più forte...

 Ferdinando Battaglia - 16/05/2023 16:45:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Ciò che è appena sfiorito è la rosa, in quell’avverbio però c’è una memoria di un lungo vissuto tra vigore e fulgore del corpo, tra bellezza ed entusiasmo dell’anima, c’è la storia di un destino che trascende la temporalità; in questa chiave di lettura più chiara ci appare l’irriducibilità della soggettività nella sua ontologia alle categorie fenomeniche dell’esperienza esistenziale nel mondo. Allora in quel "non sono i miei dolori" o "solo un corpo" viene rivendicato il diritto (e dovere: per gratitudine alla vita) a bere le "lacrime buone del giorno", sempre, ma forse ancora di più quando l’età fa i conti con un tempo e una condizione fisica non più generosi, tuttavia, sono ancora "petali di rose", bende buone, e forse ancora un po’ odorose del loro schiudersi, per fasciare le ferite e ancora sorridere ai propri occhi e ai propri respiri, fino a gustarne fino in fondo il sapore di vita che in sé portano e significano.

 Laura Turra - 16/05/2023 05:38:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Una poesia meravigliosa per la delicatezza che esprime nei confronti della fragilità umana.
Una delicatezza incarnata da quei petali di rose sfiorite, una fragilità che comunque conosce le “lacrime buone” del giorno.
Una consapevolezza da avere. Una poesia da imparare a memoria.
Grazie, Fiammetta!



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