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Loro tornato

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L’errore non era un errore,

ma uno sbavo d’anima,

su cui la tua penna nera

nera come i tuoi occhi

neri di rabbia nera,

incise il marchio dell’errore.

Come un imprimatur.

 

Non c’era niente di sbagliato.

Nella mia allegria,

nei mei giri di corsa

attorno ai banchi

non c’era

assolutamente

niente

di sbagliato,

 

tranne che nella tua gonna

nera come un carcere

le labbra serrate, inossidabili

al piacere…

 

Portavano alla gogna

le mie splendide idee;

 

lo Sapevo già

 

e dissanguavo,

cercando di piacere

a un mondo maledetto

di cui tu

-così mi sembrava-

avevi la chiave stretta

tra i denti digrignati.

 

Ma l’oro è tornato;

crea ricami sul mio cuore

                                    rotto

che arde, ora,

come una cattedrale verde.

 

Le mie sorelle e i miei fratelli

stanno nel vento

e insieme intoniamo canti,

suonando il tamburo.

 Salvatore Pizzo - 27/04/2023 01:45:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Quanto è nera la prima strofa! Più nera del più nero dei temporali. Eppure, proseguendo la lettura, sembra di sfuggire alla tempesta scivolando sulla cresta di onde giovanili che si frangono contro altre più vecchie, in una sorta di conflitto generazionale, che non può che confermare la bontà delle scelte giovanili. Del resto, è nell’ordine delle cose che sia così: gli adulti, i vecchi, premono per sopprimere quanto possa infrangere la"tradizione". I giovani,a ragione, nascono per spezzarne le catene:"Non c’era niente di sbagliato", in ciò.
Un bel tuffo nella memoria con versi che ne celebrano, brillanti, il superamento felice.
Un caro saluto e grazie

 Vincenzo Corsaro - 19/04/2023 14:37:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Davvero bello questo richiamo alla nostra originalità, ad essere restii a conformarsi a regole prestabilite. Tante volte si cerca di adattarsi a ciò, ma dentro noi c’è quella fiamma di libertà che "arde come una cattedrale verde" ribellandosi al non essere sé stessi.

"[...] Accenderemo fuochi di libertà
danzeremo intorno al tuo trono
nei prati al suono della vita di un albero
dentro e fuori le ombre e
rideremo con la brezza del mattino.

Indosseremo le nostre armature,
la libertà sarà il nostro scudo,
saremo i combattenti della luce armati d’amore.

Cavalcheremo la terra e impareremo a guidarla,
la sentiremo muoversi sotto di noi.
Ci sentirai tutti intorno a te
ci sentirai cacciare stanchi di corde d’arco,
uragani notturni,
rapaci d’amore e libertà.[...]"

Un dolce sorriso :)

 Caterina Alagna - 19/04/2023 12:59:00 [ leggi altri commenti di Caterina Alagna » ]

Molto bella, aulica. Nei versi finali c’è un senso di rinascita che riempie l’anima soprattutto per la delicata bellezza dei versi.

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