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al testo di Robert Wasp Pirsig
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Riflettevo sull’Universo, tenendo bene a mente che sono di parte, doverosamente polvere sotto il tappeto delle stelle, nascosto agli occhi di chi entra o esce dal sistema. Come granello vorrei evitare mi spazzi via la saggina dell’orologio che fissa il tempo con i miei occhi, ma come respiro gonfio il petto nell’abito azzurro e mi tengo al nome che sento spesso nel primo frammento. Anche oggi sono specchio di una galassia al centro della quale c'è un bruco nero chiamato Addì14aprile e un orizzonte di emozioni si trasforma in ciò che dentro si chiarirà qualche anno dopo. Perciò rifletto in questa parte di via Torrione, convessa perché la curvano radici fuori sede, e temo che il tappeto si sollevi dal suo disegno finché non ci separi nel tratteggio - in fondo siamo già contratti sulla parola. Rifletto questo ad altezza d’uomo, quindi da terra.
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