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al testo di Annalisa Scialpi
Assalto
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Non essere gentile; raggiungi, se puoi, questa leonessa, tra i monti fino ad affondare i denti nella fiamma feroce che dalla mia criniera, sale. E lì, nella presa, lascia esplodere l’urlo, fino a far rivoltare, come un verme, questa grande inversione chiamata civiltà. E’ tempo del ritorno delle terribili fiere; guarda la tigre che spia dall’altura avanzando, affamata, dal deserto! Già affonda gli artigli nella foresta nera che rimase, intatta, nel seme delle nostre inconcepite e divine voluttà! Oh no, amore, nessun diavolo ti prenderà l’anima, semmai si tramuterà in angelo nella tormenta fusiosa dei sensi tesi fino allo spasmo! Perciò, vieni, ruggendo nell’assalto, finchè suonerà l’ultimo amen e salterà l’arrugginita campana finchè scriverai coi fiori, scoppiati dal ventre di questa follia, il nostro nome nell’acqua.
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