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al testo di Rosetta Sacchi
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Avrei atteso a sera perché il giorno è un groviglio di doveri un legarsi di segmenti passaggi graduali fino al picco quotidiano di fatiche.
Avrei abbracciato le ombre complici d’un sentire profondo all’immaginario suono di acque che non si gettano nel fiume che setacciano grani fili d’erba fiocchi scivolati dai rami e che si perdono in sentieri.
Avrei chiuso gli occhi sognandoti prima d’ogni altra visione prima delle grinze sulle labbra quando pensano ad un sussurro più che ad una parola prima dell’alambicco dei tuoi occhi.
Avrei sperato in un anticipo di ore di minuti di luce in un assaggio di brezza un brivido tra orecchio e nuca rievocando memorie dei nostri giorni di bufere ed arcobaleni.
Avrei camminato per la stanza vegliandomi vincendo l’ansia il timore l’inquietudine e avrei guardato il vuoto intorno così pieno. Avrei atteso ed atteso anche quella sera, per amarti.
14 febbraio 2022, non un giorno qualunque
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