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al testo di rasimaco
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Lunga la treccia Rasima portava e di cerbiatta eran gli occhi suoi
sottile era la sua linea al vento come quella d’orizzonte quando il cielo minacciava.
Schiusa s’era com’al giorno del suo cuor la porta
Per il nuovo arrivato i sogni e le attese al tramonto lanciava
E nella piana ai ciottoli del suo amor raccontava
Non giunse l’estate di quella primavera
Ché sotto le lapidi per sempre si spensero
Le luci ed i sogni
Dal sangue versato nacque un fiore
che d’Ilio divenne … rosa perenne
Da lacrime aspersa del nuovo arrivato.
Da “Voci e volti del passato” Pbbl.scrivere-22.02.2013 |
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