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Quando guardi lorizzonte

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E’ lunga la via e poco sicura la meta

per via del tempo così indefinito e così breve

quando guardi l’orizzonte e non ti domandi più nulla.

Una mano ti ferma e tu arresti il respiro

un pensiero ti invita al silenzio

e tu taci la tempesta che ti scuote,

non è ferma l’aria ma il vento è dalla tua parte

e vai noncurante di chi ti dice fermati e taci e ascolta.

 

La tua voce non è la tua voce è l’eco di tanti traguardi falliti

di voli interrotti di ali bruciate di attese tradite

è il grido soffocato dentro notti fioche quando la luna

è uno spicchio immaturo smarrito distratto

e non c’è più uno stolto ad indicarla col dito,

così lontana dall’essere piena e dall’essere nuova

così vuota del suo gravido corpo sospeso nel vuoto.

 Dedalus - 20/06/2020 22:54:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

La fragilità dei pensieri emerge in questi versi in cui ogni artifizio viene messo in quarantena ed allontanato con un’efficacia che raramente si può riscontrare in altre scritture, infatti non esistono effetti decorativi d’alcun genere a rompere e frammentare l’oggettività e ad ostacolare la caratteristica peculiare del linguaggio che, così, ci risulta piuttosto teso. Il contenuto che volutamente, in questo caso ho voluto trascurare, ancora una volta indossa le vesti di un nostalgico rientro al sè iniziale "quando guardi l’orizzonte e non ti domandi più nulla" e si innalza a canto in corso d’opera dandoci una lirica dai toni soft ed ammantati da un sottile velo di malinconia.

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