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Archeologicamente (8)

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Magmatico il baciarci, quando venimmo;

l'abbracciarci carni, quando cademmo:

proietti disegnando arcate brucianti.

Infine fumanti a terra esplosi

ci fecero inerti, ruvidi corpi

carbonizzati.

 

Noi pur svanendo poi, dalla memoria

uscendo fumo, perchè decomposti

a calde membra di fuoco, fummo

cavo nella pietra. Fino a quando

 

dal futuro, non ci cadde seta:

biancore liquido d'un desiderio

in fiotti nelle viscere fluendo

gesso pronto turgido

 

a richiamarci. Presto fummo forme

dalla custodia gelida uscenti ancor calde

di sentimento, commuovendo folle

ed anche il sole: emozionalità di noi, anime

rinvenute statue, da archeologi

strabiliati...

 Salvatore Pizzo - 06/03/2020 17:59:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Annalisa:
... Ed io non vedo l’ora di poterla leggere questa tua poesia, dal momento che ho grande stima ed interesse per il tuo lavoro: leggersi, alle volte, equivale allo spronarsi vicendevolmente, nell’andare a fondo in tematiche così fondamentali per l’esistenza umana. Tematiche, come ben sottolinei tu: sotovalutate, quando non addirittura rimosse. Eppure siamo vivi, almeno, ci riteniamo tali, perchè abbiamo una memoria e dunque una capacità di ricostruirci in quanto non solo storia orale, ma anche documentale.
Grazie di cuore con anche a te un abbraccio.

 Salvatore Pizzo - 06/03/2020 17:53:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Franca:
Una lettura che mi emoziona la tua, mia cara Franca: un percorso ch’è mentale. Ma che vorrebbe uscirne per proiettarsi nella dimensione spazio-temporale, per infine giungere ad un futuro eterno. Quel futuro in cui nulla muore, dal momento che siamo fatti di quel nulla che è un tutto: anche di vuoto e di silenzio depistanti siamo fatti. E, qualche volta, come dimostra questa storia, siamo anche capaci di recuperarci dal nostro vuoto.
Grazie di cuore anche per i tuoi ricordi che, generosamente, doni.

 Salvatore Pizzo - 06/03/2020 17:47:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Giulia:
Nulla di cui doverti scusare e molto di cui doverti ringraziare, mia cara Giulia.
Anzitutto, quel (8) è il numero progressivo che ho apposto al titolo, perchè questa poesia fa parte di un progetto vecchio di qualche anno. Quando ero rimasto ispirato da un’idea alquanto balzana che però mi aveva affascinato: dare dell’amore diverse letture in differenti contesti. Cosa che ho cercato di sviluppare con grande applicazione. All’inizio era una poesia lunga quanto un poema. Poi, riflettendoci, sono giunto alla conclusione che sarebbe stato meglio suddividerla in diverse poesie, in modo da renderne più spiccata la particolarità dei diversi contesti in cui si muovono le vicende. Seppure per forma e certe inflessioni linguistiche, sembrano richiamarsi l’un l’altra, comunque mantengono una loro specificità. Almeno, ho cercato in tutti i modi di mantenerle nell’ambito di quel progeto originario. Certo, non so, fino ad ora, se sono riuscito a raggiungere quanto mi prefiggevo. Però già il fatto che venga e apprezzata da qualcuno, è pur sempre una grande soddisfazione. E sono davvero felice che, anche tu, sia rimasta affascinata da questa possibilità per le forme di non svanire. Ed anzi essere richiamate a nuova esistenza: si era in predicato di svanire nel nulla, al contrario si è rimasti traccia del passato nel presente, traccia proiettata addirittura per il futuro. Quando contribuirà a segnare il sentiero che i posteri ricostruiranno per riuscire a comprendere il loro futuro.
Da qualche parte mi pare di avere letto che non si muore fino a quando non si tace, rimanendo in fondo ai pensieri.
Grazie di cuore con un più che caro saluto.

 Salvatore Pizzo - 06/03/2020 17:28:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

X Grazia:
E’un processo alquanto singolare, quello seguito per recuperare forme che, il corso degli eventi, ha fatto in modo di rendere invisibili: individui non più in vita che hanno lasciato traccia di sè che è vuoto. Lo spazio che occupavano in precedenza con i loro corpi, l’hanno lasciato vuoto. La cura dell’archeologo, è stata quella di riempirlo questo vuoto, recuperando le forme degli individui per restituirli all’occhio ed al tatto.
Grazie di cuore anche per l’apprezamento sempre molto generoso con un più che caro saluto.

 Annalisa Scialpi - 06/03/2020 10:50:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]

Il nostro occidente ha soppresso la morte

ha soppresso il piacere

ha soppresso la morte, dopo il piacere.

ha soppresso Vita: folle di gente sotto morte archeologie a
pagamento.

E’ quella che descrivi tu, la vera archeologia.

Leggere questa tua poesia emoziona profondamente.

Mi ricorda una mia poesia, che pubblicherò.

Un abbraccio

 Franca Colozzo - 04/03/2020 19:43:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Magmatico come il tuo pensiero che qui appare scorrere esplosivo alla ricerca di quell’anima nascosta tra le pieghe materiche del corpo. L’anima si serve del corpo per esprimere se stessa nella certezza dei sensi, laddove fluttua nell’etere alla ricerca di sensazioni forti.
Come questa tua poesia, esplosione dei sensi, in cerca di una continuità tra l’essere oggi qui e domani altrove, emersi come alcune statue o mummie da scavi archeologici a rammentare un passato che è solo nella mente umana o nei ricordi. Archeologicamente parlando, mi hai ricordato Luxor e la valle dei Templi, nonché il Museo del Cairo.

 Giulia Bellucci - 04/03/2020 08:55:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Salvatore, mi ha molto incuriosita l’8 tra le parentesi.
Vedo queste statue che ci sono state restituite dal passato e rinvenute grazie appunto al lavoro affascinante degli archeologi. È davvero affascinante far riaffiorare i brandelli del nostro passato per poi recuperare un po’ la trama delle vicende dei nostri avi. Le statue recuperate rappresentano qualcuno che era dotato di anima, penso anche alle mummie giunte fino a noi. La morte corporale sembra che faccia svanire tutto di noi, non nell’immediato, non finché vivrà un caro che penserà a noi ma poi... Invece quelle statue rinvenute sembrano restituire vita a quel passato che altrimenti non esiste davvero più.
Scusa la mia divagazione. Un saluto.

 Graced - 03/03/2020 21:16:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

Il lavoro di statue o simulacri che vengono assemblate da fabbri che lavorano a caldo per dare forme dovute al ferro. Successivamente rivestite da liquido gesso che gela il calore primario.Come l’anima di una persona si trasforma in gelido marmo che viene rimandato per i secoli futuri. Versi ben strutturati che ho molto apprezzato Salvatore. Un caro saluto, Grazia.

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