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al testo di Rosetta Sacchi
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Prestami gli occhi che i miei guardano il suolo arido freddo grossolano e la sottile crepa e l’abisso (immaginato) oltre la falla. Scendono nel cuore della terra dove tanti han trovato già la pace.
Prestami gli occhi che i miei sono muti e se puntano al cielo pensano agli aquiloni perduti ai palloncini sgonfi caduti da una nube alle ali di cera ai voli dirottati.
Prestami gli occhi sto per salire, ora che la strada è vuota, fin sulla vetta, sul ramo, nella zittita chioma, per quella porzione di stelle che appartiene solo alla mia notte.
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