LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Rosetta Sacchi
E’ fuggito via il giardiniere

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

E’ fuggito via il giardiniere forse per mare
o forse in volo portando via le primule e le rose
lasciando tra le viole un non ti scordar di me.

E’ in viaggio e non risponde al cellulare
le chiavi del cancello dentro un vaso
o sotto un prato o forse sono in casa
tra le lattine e i chicchi di caffè.

 

Ha portato via il sole ed il temporale
e l’arcobaleno con tutti i suoi colori
a passi celeri è fuggito ed in silenzio
coi progetti i sogni e le sue mani,
un dì operose forse ora tremanti
nella nebbia fitta e nella notte buia
chiudendo dentro il vuoto solo il nulla.

 

Tutto tace e tutto pare fermo.
Passa un guardiano ora di tanto in tanto
e osserva intorno quella strana quiete.
Vagano in terra anime già spente
talune smarrite e senza più una meta.
Lui passa, osserva e scuote solo il capo.

 

 

Pubblicata su "Scrivere" il 10/12/2019

 Rosetta Sacchi - 23/01/2020 22:30:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Mi ricollego alla premessa di Lorenzo Crocetti. Il do ut des non si addice neppure alla mia personalità, per quanto in passato più di qualcuno sembra aver maturato tale convinzione. Talvolta l’inesperienza del vivere e la scarsa conoscenza della vera natura dell’essere umano possono indurre ad errare chi con una visione ottimistica e la purezza d’animo si avvicina alle cose e alle persone. In molti hanno attraversato contorte viuzze prima di imbroccare la dritta via. Il tempo, comunque, e l’uso della ragione, prima o poi, fanno emergere la verità.

Riguardo alla mia poesia non m’aspettavo potesse riscuotere tanto interesse. Era stata pubblicata in altro sito in categoria “fiabe”, non tanto perché lo fosse ma perché darle questa sembianza forse avrebbe potuto attutire quella amarezza e far passare quasi in second’ordine il dolore dei versi finali, dove, per dirla con le parole del poeta Crocetti, per l’uomo non c’è più né meta né aspirazione, ma solo notte fonda senza un minimo squarcio di luce.

Mentre Dedalus conclude con una riflessione sul giardino triste e solitario, abbandonato, dicendo: “è quanto spesso accade a certi luoghi che vengono abbandonati”, Klara Rubino si interroga e si da una risposta su chi è il giardiniere ed entra nella psiche della figura del guardiano, il Crocetti invece allontana l’attenzione dal giardiniere, concentrandosi sull’intento psicologico dei versi e Salvatore Pizzo vede il tutto in una chiave più da pessimismo cosmico di leopardiana memoria.

Sono rimasta affascinata dalle varie interpretazioni. In effetti è quello che il lettore deve fare così come l’autore non deve, invece, a mio parere, spiegare il proprio testo poetico. Ringrazio tutti per il pensiero espresso e per l’attenzione riservata a questa mia lirica.

Un saluto

 Salvatore Pizzo - 23/01/2020 15:30:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

... Sinceramente, mi sento di interpretare questi versi, in una chiave più da pessimismo cosmico di leopardiana memoria. Dunque, ecco che,"il giardiniere" desaparecido, lo leggo molto come l’entità creatrice che, di primo acchito, dà l’impressione d’essersi disinteressato al suo lavoro, ovvero quello di plasmare la materia bruta, per estrarne bellezza ed armonia. Ciò facendo, avviene che la materia, necessitante d’attenzioni continue, cominci a degradare, come l’ambiente in cui gli individui agiscono la propria esistenza travagliata da "abbandonati". Le ragioni per cui il giardiniere scompare, disinteressandosi alla sua attività, potrebbero essere infinite. Tutte però in contraddizione con una verità incontrovertibile: la vita è una mera possibilità nell’universo impossibile.
Dunque trovo molto affascinante la metafora del titolo, come trovo assai belli questi versi, oltre che stimolanti a riflessioni profonde. Riflessioni che mi portano a non trovare plausibile l’esistenza di un giardiniere. Bensì a considerare come la vita sia quella sostanza che s’arricchisce organismo, nella caoticità possibilistica universale: ha una possibilità d’essere e che intende sfruttarla fino alla fine...
Chiedo venia per la poca chiarezza, però mi riservo di chiarire ancor meglio, col tempo, il mio pensiero.
Per l’intanto ringrazio e di cuore per le stimolanti riflessioni suscitate.
Un saluto

 Lorenzo Tosco - 23/01/2020 10:23:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Scrivo questo commento alla lirica dell’Autrice non tanto, come qualcuno potrebbe pensare, per ripagarla del positivo giudizio che essa ha dato alla mia recente scrittura, ma perchè sono veramente convinto del valore di questa poesia, di ottima impostazione. Il do ut des è un principio che non fa parte della mia personalità.
Per un mio giudizio all’impronta occorre guardare non alla visione del giardiniere che è scomparso lasciando andare il giardino in malora, ma vedere l’ntento spicologico che i versi comportano.
Per me è la rappresentazione dell’uomo, dell’essere umano, che ha perso lunica cosa che finora gli aveva permesso di essere in armonia col creato, godendone gli svariati aspetti, vale a dire la SPERANZA.
Poesia amara, che si conclude con i dolorosi versi finali, dove per l’uomo non c’è più nè meta nè aspirazione, ma solo notte fonda senza un minimo squarcio di luce. Insomma il nulla.

 Klara Rubino - 23/01/2020 09:03:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Una poesia intensissima, tanto profonda, dietro il suo velo apparente, da emozionarmi.
Mi interrogo su chi sia " il giardiniere", uno che vola, porta via il sole, il temporale e l’arcobaleno, uno che di mestiere si prende cura di uno spazio e lo fa fiorire, un portatore di bellezza ed armonia...con una interpretazione che magari ha la mia personale impronta -in fondo è questo che una poesia fa: si lascia interpretare-il giardiniere è il nostro Sé Superiore.
Il guardiano è l’uomo che ha rinunciato alla sua missione nella vita, si limita a passare, lasciando passare il tempo, scuotere il capo, lamentarsi, ma non agisce.
Perdendo il Sé Superiore, la voce dell’anima, s’è perso l’uomo e la vita che potrebbe essere un giardino, un Eden, è un campo vuoto che racchiude il nulla.
...la inserisco tra le mie preferite.
Complimenti davvero.

 Dedalus - 22/01/2020 18:30:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Stupenda lirica che mostra un ire prorompente proprio dell’autrice ed in questo caso leggermente ironico, insolito per lei. É andato via chi si prendeva cura di quel giardino, forse per l’andar degli anni o per altra ragione, non aveva più voglia e si è involato lasciando il campo. Preda delle ortiche, ora, quel giardino rimane triste e solitario, abbandonato. Impassibile, lo sguardo d’un guardiano che scuotendo il capo passa oltre. É Quanto spesso accade a certi luoghi che vengono abbandonati! Bella e significativa!

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.