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Sono un vagabondo. Un vagabondo
stanziale e senza coraggio: ho sempre bisogno
della carta igienica per pulirmi il culo. Eppure
ancorché nella codardia della corporeità
sono un clochard: amo il margine, lo stare fuori.
Comporre versi.




 Gil - 26/10/2019 20:43:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Maria, se ho risposto con piacere a tutti i commenti, verso il tuo non solo avverto.il piacere ma un obbligo di grstitudine: la vostra gratuita accoglienza, la vostra empatia verso i più "deboli" in poesia e cultura (parlo solo a mio nome), la vostra generosità di costruzione e conduzione, la bellezza, eleganza e ricchezza del sito non possono non farmi sentire "figlio" di questa stele elevata verso i cieli dell’arte e del sapere quale è LaRecherche.
Sì, sulla forma, già il giudizio costruttivo di Klara ha posto in evidenza alcuni aspetti, ci sarebbe da lavorarw ancora, questo testo è più uno schizzo a matita che un piccolo dipinto.
Sono perfettamente d’accordo con te sulla chiamata dei poeti ad essere custodi di una memoria anche linguistica, pensiamo a Zanzotto e alla conservazione del dialetto, e ad essere vicini se non inpastati nelle vicende civili e sociali (mi ha "sconvolto" la Calandrone con il suo "Giardino della gioia", dopo quelle pagine ancora più chiaro mi appare il tuo richiamo); tuttavia, c’è un fascino "testuale" nel clochard, certo nei casi migliori, un dire, sì "immersi" tra le folle anonime, l’assoluto della bellezza, della passione, della libertà, in senso certo più esistenziale ed individuale (ho nel cuore il ricordo d’un video di Natalie di Melbourne, l’immagine più vicina a ciò che meglio illustra ciò che io, maldestramente, ho cercato di dire) che, senza apparire tale, svolge una funzione sociale, seppure passiva, demolendo di ogni società i "vitelli d’oro".

Perdona i miei balbettii...

Un abbraccio a te e a tutta la Redazione

 Maria Musik - 26/10/2019 20:02:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Un doveroso commento alla poesia data la mole di commenti - giustificati date le ripetute provocazioni e anche il perpetrarsi di atteggiamenti reiterati, tesi a squalificare le altrui pubblicazioni o esternazioni o convinzioni sino a scadere nel persecutorio - che nulla (o quasi) hanno a che vedere con il testo.
Per mio gusto personale di lettrice, non avei ripetuto "Un vagabondo".
A parte questo, il testo mi ha riportata su due riflessioni: una di carattere sociale, l’altra relativa alla "marginalità" in cui è relegata la poesia e, a volte, si relega scientemente il poeta.
La prima si rifà a una conversazione fresca di giornata. Accompagnando mia figlia in stazione, abbiamo parlato della decisione, non obbligata dalla miseria, di vivere da clochard. Ci siamo interrogate se il decidere di condurre una vita fuori da un qualunque luogo che si possa definire casa fosse una patologia o una scelta estrema di "fuga sociale", di rifiuto degli standard anche minimi, di "convenienza sociale e individuale".
La seconda nasce dalla lettura. Comporre versi, oggi come nel passato, per alcuni è una scelta di marginalità. Ovvio che le scelte esistenziali siano da rispettarsi ma, per quanto mi riguarda, sento il bisogno che il poeta non si ponga fuori ma mi si faccia vicino, si renda visibile e attivo nel sociale, porti la sua voce - quella sì dissonante e fuori dal coro di questa terribile Babilonia in cui spendiamo le nostre vite - a rompere il vuoto dell’assordante quanto misero ululare e ringhiare d’odio che ammorba il reale e il virtuale.

 Maria Musik - 26/10/2019 19:34:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

@Lorenzo Tosco Mi spiace deluderla ma la Redazione non ha ricevuto nessuna segnalazione da parte di utenti o lettori nei suoi confronti.
Hanno appreso l’ottima lezione di Padre Dante!

 Salvatore Pizzo - 26/10/2019 18:56:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Spero che tu, caro Gil, non te ne abbia a male se, pure intendendo come mia la tua risposta a Lorenzo, mi prenda la libertà di dirgli ancora qualcosa di mio. Qualcosa che vorrei fosse chiaro una volta e per tutte:
Anzitutto ringrazio Lorenzo per avermi ascritto a quel fantomatico teorema che nutre nella sua mente, nominandolo fantasiosamente"GAMA". A questo proposito, posso solo dire che ci sta: oggi come oggi esistono terrapiattisti; volenterosi sostenitori della sostituzione etnica; negazionisti dello sbarco avvenuto sulla luna; complottisti che affermano l’autoaffondamento delle torri gemelle a New York...Dunque il GAMA, come la Spectre, o il complotto demoplutogiudaicomassonico, finisce per assurgere a fantasiosa e realizzata realtà di una psicologia che fa del vittimismo la cifra stilistica applicata alla poesia.
In seconda battuta, vorrei fare notare al carissimo Lorenzo, che non è colpa mia se qualche autore si sente in obbligo di rispondere ai miei commenti, instaurando un rapporto di reciprocità. Certo, potrebbero comportarsi come molti altri che commento e per nulla ricambiano. Invece non lo fanno. Da questo a sproloquiare su una fantomatica GAMA, mi pare che ce ne corra.
Capisco che si possa provare incredulità o non concepire la cosa: come si fa a non commentare te che ti consideri nume tutelare della poesia, autore a tutto tondo di una poesia d’alto profilo letterario, e invece arricchire di commenti poesie altrui che, a tuo dire, non valgono una tacca di quanto tu o i tuoi sodali scrivete?
A tale proposito, non posso che rifugiarmi nel detto di qualcuno di cui(perdonami assai)non ricordo il nome:" non so dire cosa sia poesia, però so quando la sento". Ecco, è tutto qua: si commenta ciò che si sente, ciò che ci piace, ciò che facciamo nostro.
Da apprendista stregone, quale mi ritengo, per nulla poeta, molto più scribacchino illetterato e semianalfabeta.
Mio caro Lorenzo: come ebbi a scriverti, se non ricordo male, cerco di crescere attraverso l’altro da me, attraverso il tentativo di entrare nell’altrui poesia per farne tesoro. Dunque mi pare il minimo non riconoscere e non ricambiare il beneficio che ne ho attraverso un commento che esprima tutta la mia gratitudine. Le critiche, sempre come ebbi a scriverti, le riservo soltanto per coloro con i quali ho un rapporto di chiarezza e provata corrispondenza. Perchè? Ma per il semplice motivo, come da te stesso acclarato: se non si ha una solida relazione di reciprocità, si finisce, come nel caso di una piccola critica avanzata da me ad un tuo scritto, per sprigionare un conflitto, infarcito di incomprensioni, con offese e controffese.
Dunque a che pro questa fantasiosa fola del "GAMA"?
Amo la scrittura di molti autori su questo sito, non sto qua nemmeno ad elencarli, perchè sono diversi e non vorrei mancare di rispetto a nessuno di essi non citandone il nome.
Non amo molto il tuo modo di porti in maniera quasi bullesca nei confronti di altri autori, ti trovo presupponente, esageratamente sanguigno: in fondo non ci stiamo giocando un gran premio o il trono di poeta del millennio. Almeno, per quanto mi riguarda, sono qua solo per imparare ad essere fatto di sole parole, parole che possano declinarsi poesia che tutti abbiano a riconoscere come tale. Il resto è solo pura e semplice accademia di dubbio gusto: pettegolezzo, ciarla, infantilismo(io ho più commenti, tu non ne hai, l’altro guarda che fa che ci ha troppi commenti). Pensiamo invece ad essere più propositivi ed urbani, critici senz’altro, ma per nulla offensivi, soprattutto non irridendo l’altrui percezione dell’arte, dal momento che nessuno di noi si può considerare depositario di verità unica...
Un caro saluto sempre.

 Gil - 26/10/2019 17:39:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

@Lorenzo: "Chiedo scusa per i refusi, ma oggi gli occhi sono dispettosi"; "E avranno pure notato tutti come manchi quel minimo d’educazione che dovrebbe esserci, perché ben nelle risposte che qualcuno mi dà si notano continui refusi, il che dimostra disprezzo verso la persona cui si risponde, la quale non è forse degna di una corretta risposta" (perdonami se ho corretto l’accento sulla congiunzione, che vuole l’acuto e non il grave; invito però i grammatici ad intervenire qualora lo volessero, poiché l’italiano non è la mia lingua "madre" e la mia ignoranza culturale è ben nota): Ecco, Lorenzo, delle due l’una, poiché non credo sia intellettualmente onesto giustificare se stessi e condannare gli altri per il medesimo errore, pensare bene di sé e male degli altri, pec cui, anche se sarebbe la cosa migliore curare uno scritto prima della pubblicazione, purtroppo un rinvio rischierebbe di essere definitivo e nell’immediatezza non sempre si dispone di mezzi spazi e strumenti necessari per scrivere con agio, mi sembra che le difficoltà da te evidenziate o di altro genere possano riguardare anche ciascun commentatore, senza necessariamente attribuirvi mancanza di educazione, di rispetto, di disconoscimento o svalutazione del merito di replica.
Sulla tua teoria del GAMA: se è vero che a volte lo scambio dei commenti sia più mediato da una reciproca simpatia piuttosto che da teorie o competenze di critica letteraria e, ma perlopiù siamo lettori e poeti dilettanti, eccetto me che sono un non-poeta, se è pure vero che per qualcuno, forse, all’inizio della presenza autoriale sul sito comporti anche questo "bisogno" primario di riscontro, in fondo anche i poeti affermati pubblicano libri per venire poi letti, per trovare lettori e affezionarli ad egli, è altrettanto vero che questa smania "compulsiva" scema man mano che si va aventi nella scrittura e nella sua esperienza personale e condivisa; e qui, a tal proposito, come esempio assoluto che sgama l’infondatezza del GAMA cito Salvatore Pizzo, un autore che, generoso e attento non solo all’arte, ma anche al clima relazionale tra autori e tra autori e lettori, è sempre pronto a commentare tanti autori e tanti testi, pur quando non ricambiato (mea culpa, perché i suoi versi meritano, merita il suo stile, la sua calda umanità; il non commentarlo non vuol dire indifferenza, disconoscimento della qualità della sua scrittura, ma spesso pigrizia, negligenza, affaticamento, tante cose da fare, ancorché sarebbe più giusto da parte mia alternare i commenti, quanto non fosse possibile esternarli su tanti testi) eppure lui continua con una costanza ammirevole, direi una fedeltà alla Poesia, propria o di altri, credo lui non faccia troppe distinzioni, come quando le mamme di un cortile popolare hanno per figli tutti i bambini di quel caseggiato, proprio perché lui, come tanti tra di noi, sono innamorati della Poesia e non del successo, della gloria o dello scambio di compiacenti commenti; per cui se il GAMA esiste, non abita su LaRecherche o forse e se lo abita è senz’altro un’esigua minoranza (d’altronde, anche tu hai un puntuale e valido alleato nel contrastare tutto quello che ritieni invalido in senso poetico). Vado a concludere.
La mia grammatica: ho sempre ammesso la mia ignoranza, dovrei rimettermi sui libri o chiedere maestri d’italiano, la mia prima lingua “straniera”; epperò non amo le affermazioni generiche e non temo la matita rossa, per cui, segnalami gli errori che hai letto e ancora leggerai: te ne sarò grato.
Scuole di poesia o di scrittura creativa: Jean Guitton, ne “Il lavoro intellettuale”, elogiava l’apprendistato dei pittori, poiché erano seguiti dal maestro, che ogni tanto ne correggeva gli eventuali errori. Allora, se è vero che nessuna scuola ti farà diventare scrittore di poeta, non sarei però così severo; abbiamo sempre necessità di imparare, ché nulla è innato, forse neppure la vocazione è innata (non sono forse i libri i nostri maestri e noi i loro alunni?). E, proprio per chiudere definitivamente questo mio lungo commento, caro Lorenzo, direi ancora un’ultima cosa: quelle che tu chiami “elucubrazioni sul concetto di poesia, pur ammettendo (parlo sempre per me) che siano più che espresse direi balbettate, certo confusionarie, tuttavia non sono ripetizioni “a pappagallo” né insegnamenti di presunti conduttori di scuole ad hoc (che non farebbero di certo male né a me né a te), ma semmai una lunga nel tempo frequentazione, magari primitiva e selvaggia in senso culturale, con i libri e con tutti quegli scambi intellettuali (e spirituali) che, senza una robusta consapevolezza, hanno tuttavia sedimentato in me il sentimento nostalgico della bellezza, di cui i versi dei poeti si fanno specchio, voce intuita e remota. Ora, Lorenzo, dimmi tu: a parte Dante, Leopardi, l’endecasillabo, la rima e il sonetto, quali sono state le tue letture, i tuoi poeti di riferimento, il tuo Novecento letterario e poetico? Poiché solo così potremmo forse comprenderci meglio, altrimenti è meglio lasciar perdere…

Un saluto

 Gil - 26/10/2019 17:36:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

@Ferdinando, Maestro! Che dirti? Solo il silenzio della gratitudine e dello stupore.

 Gil - 26/10/2019 17:35:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

@Fabrizio: Grazie. Anche per altro, di cuore.

 Ferdinando Giordano - 26/10/2019 16:33:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

Ecco belluomo: la tua "battaglia" merita condivisione. E, come per altri, uso le tue parole - più due mie - per dire ciò che sostengo.

Sono un culo composto. Di versi.
Un vagabondo stanziale e senza coraggio:
ho sempre bisogno della carta igienica
per pulirmi della codardia. Eppure,
ancorché un clochard, amo il margine:
ma oltre: stare fuori dalla corporeità
e comporre versi inodori di sacralità.

Avanti, JeaNando, ancora a lungo.
A bracci e bacci.

 Klara Rubino - 26/10/2019 15:55:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Gil non sono più brava di te e non mettere sempre dentro questo corso che frequento da due lezioni:
se fossi amante del cinema andrei al cineforum della biblioteca!
E non è una scuola di poesia, lo so, mille volte l’hanno chiamata così. ..ora viene spontaneo!
La vera scuola di poesia siete stati voi per me!
Ricórdatelo e ricordàtelo sempre!

 Gil - 26/10/2019 15:42:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

@Salvatore: grazie! Ti menzionerò ancora nella replica a Lorenzo.

Un caro saluto

 Gil - 26/10/2019 15:40:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

@Klara, riletto alla luce della tua osservazione, anche a me quel verso appare "pesante", quel di più evitabile, pensa che, senza avere la tua consapevolezza, già avevo eliminato per intero una seconda strofa, davvero pesante, ordinaria e inutile, vediamo se riuscirò a riscriverla; per quanto riguardo alla tua riscrittura, graditissima, poiché essere riscritti (se vogliamo ogni traduzione è una riscrittura, ma anche ogni interpretazione di un testo, di un brano musicale o di una canzone in fondo non sono altro che "riscritture") è sempre segno di attenzione, più o meno meritata dal testo, ma comunque portatore di un seme ispiratore se, qualcuno più bravo ed esperto decide di rimetterci mano: tuttavia, pur riconoscendo i frutti copiosi della tua ricerca della scuola di poesia che frequenti, per ora la "sento" più nella versione originale; vedremo in futuro.

Ti ringrazio per la passione, la tenacia, il coraggio con cui vivi e difendi la Poesia ovvero la tua visione della Poesia e la tua presenza sul sito.

Un saluto

 Klara Rubino - 26/10/2019 11:24:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Grazie per i tuoi saggi consigli, Lorenzo.

 Lorenzo Tosco - 26/10/2019 11:20:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Ecco, è qui presente ed evidente un vergognoso affronto proprio da parte
di una signora che vorrebbe dominare sul sito riscrivendo maleducatamente tutte le poesie degli altri autori. E così crede di tenersi a galla. Lo potrà qui, ma non certo nella vita, e prima o poi se ne accorgerà.
Un terreno fertile si manifesta laddove viene concimato con buoni altri prodotti. Klara è non adatta per il suo presuntuoso carattere ad accrescere un sito di poesia, ma continuando nelle sue errate convinzioni, se non se ne rende conto, distrugge tutto. Ma per prima distrugge se stessa.

 Klara Rubino - 26/10/2019 10:49:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Lorenzo, tu potresti insegnare come rendere arido un terreno fertile.

 Lorenzo Tosco - 26/10/2019 10:35:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Ribatto sempre, e questo è evidente, su quello che è il difetto generale e che qui riconfernmo. Le elucubraziomi sul concetto di poesia di alcuni mostrano chiaramente, per il modo confusionario e statico in cui sono presentate. che sono una ripetizione imparata a pappagallo dall’insegnamento dei conduttori della loro scuola, i quali a loro volta hanno pappagallato le frasi.
Nei commenti leggo solo un reciproco elogio in qualsiasi occasione. un noioso e assurdo carezzarsi, che denotano più che un desiderio di serena amicizia, l’ipocrita volontà di captare l’attenzione dell’altro sulle proprie opere. Non vedo contestazioni o commenti diversi che facciano notare questo, ma gli altri però spero lo osservino, ma hanno sicuramente paura ad intervenire con il loro pensiero, perchè sarebbero criticati da quella massa che vuole imporre i propri principi e che ci riesce con questa maniera di procedere.
Dunque si è ormai concretizzato un gruppo che in altra sede io definii con la sigla GAMA (Gruppi associati mutua assistenza), che per la paura che domina non trovano altri lo faccino presente, senza alcun contrasto.
E si potrà vedere, lo noterà anche il GAMA, che quando io intervengo la poesia giudicata riceve una serie di commenti che invece l’avrebbero "premiata" con un numero vicino a zero.
E avranno pure notato tutti come manchi quel minimo d’educazione che dovrebbe esserci, perchè nelle risposte che qualcuno mi dà si notano continui refusi, il che dimostra disprezzo verso la persona cui si risponde, la quale non è forse degna di una corretta risposta. Ma io, come certo si è capito. me ne frego, anche se lo faccio presente, perchè sono convinto che qualcuno, invece di iscriversi al corso di poesia farebbe meglio si accostasse ad una scuola di grammatica italiana, pur pretendendo d’insegnare.
Naturalmente la Klara Rubino rifà una parte della poesia del culo, e con questo mi dimostra che la sua pulsione è inarrestabile e lo sarebbe forse anche con l’aiuto del prof. Freud.
Va tutto bene così, e lo ha ben definito nella sua sventolante e "positiva" forma il buon iscritto alla GAMA Salvatore Pizzo.
Piaccia o non piaccia, io continuo sulla mia linea di sincerità, fino a che non sarò eliminato dalla redazione dopo tutte le proteste che la direzione del sito riceverà. E con correttezza saprò accettare. Capisco che a tanti inveterati "amiconi" posso essere considerato un intruso che disturba la loro "sincera" convivenza.
Ho scritto un PO’ (va bene l’"apostrofo"?) troppo...

 Salvatore Pizzo - 25/10/2019 23:51:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Grazie di cuore Gil, per questa citazione che mi rende onore, dando un senso al mio esserci su questa pagina. E’ un senso che son felice di condividere con te, con Klara e tutti coloro per i quali la poesia è passione, introspezione dolore, amore, ricordo, umanità, bestialità, è studio, è la curiosità dell’altro da sè... Ma, soprattutto è confronto ed umiltà. Umiltà è anche riconoscere la poesia dell’altro ed il valore intrinseco della persona espresso in versi.
So che per noi la poesia non è staticità di una forma. Poesia per noi è vita. E noi, con essa, cerchiamo di crescere, di non invecchiare ingessati e sclerotizzati da una visione univoca dell’esistenza.
ciao

 Klara Rubino - 25/10/2019 21:53:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

!!Gil!! Complimenti Gil perdona ho mal di testa.

 Klara Rubino - 25/10/2019 21:39:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Sono un vagabondo.
Un vagabondo stanziale
-senza coraggio-
ché sempre ho bisogno
della carta igienica per pulirmi il culo.
Eppure amo il margine, lo stare fuori
comporre versi, essere
clochard.

Leonora Lusin mi insegnò in uno dei nostri primi contatti che a volte, involontariamente o nelle poesie ancora fresche fresche, inseriamo del materiale extra che definì "metatesto" sono riflessioni, spiegazioni, date un po’ per paura che il lettore non capisca cosa intendiamo dire e un po’ per aiutare noi stessi a scorrere e proseguire la scrittura.
In questo caso il verso " ancorché nella codardia della corporeità" mi è parso essere un qualcosa del genere, forse perché contiene un ragionamento che dobbiamo invece lasciare al lettore, correndo pure il rischio che non afferri totalmente il concetto, così facendo infatti, manteniamo la luce sull’ispirazione, sul sentimento: è quello che deve arrivare è quello che farà da tappeto volante verso l’incontro delle intenzioni tra autore e lettore.

In questo caso la frase fulcro della poesia è proprio quella che evidentemente ha fortemente colpito anche Lorenzo Tosco " ho sempre bisogno della carta igienica per pulirmi il culo"
E’ l’emblema del rispetto delle convenzioni sociali, perché riguarda ciò che di più corporeo intimo e quotidiano riguarda tutti...come ha scritto Fabrizio.

Complimenti Ferdinando per questa ispirazione poetica autentica.

 Gil - 25/10/2019 20:59:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Sai, Lorenzo, questa particolare attenzione al nukrro di lerture, commenti, commentatori e scambi reciproci di convenienza credo sia estranea non solo a me ma a molti di qui, potrei farti molti nomi, ma temo poi di dimenticare qualcuno; im fondo, minor poeta è colui che fa della poesia ricerca di gloria. Per qianto rivuarda il tuo commento, se tu hai letto attentamente, non c’era solo un problema di "n" e, per quel che riguarda i miei strafalcioni, possono esserci a volte errori di grammatica o di sintassi, l’italiano dotto non è la mia lingua d’origine, però in questo caso credo si tratti più di refusi che non d’alteo. Infine, credo che nell’era evolutiva dell’oggi, salvo eccezioni, tutti ormai anniamo acquisita la cultura del culo pulito, appartiene alla modernità o contemporaneità. In ultimo, io e te abbiamo due concezioni così distanti della poesia e del modo in cui la viviamo, sia suoi lettori sia suoi scribacchioni (parlo oer me in questo secondo approccio) che difficilmente popotremmo parlarne in un serio e autentico confronto. Per me, per altri, a tal proposito mi piace menzionare Salvatore Pizzo, modello esemplare di ciò, oppure la Klara, la poesia è passione, ricerca e studio; per te, mi pare, abbia colorazioni diverse.

Un saluto

 Lorenzo Tosco - 25/10/2019 20:37:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Mi meraviglia veramente che tu ti soffermi sulla mancanza di una n nella mia poesia e poi tu faccia una serie di strafalcioni lessicali veramente
da sconvolgere.
Però tutto fa brodo, e conseguentemente a quello che penso e che ho scritto, anche per mio merito ottieni un buon numero di letture.
Forse sarà perchè ora hai qualcosa ...pulito?

 Fabrizio Giulietti - 25/10/2019 18:26:00 [ leggi altri commenti di Fabrizio Giulietti » ]

se è una questione di carta igienica, siamo tutti vagabondi… oh no?...

 Salvatore Pizzo - 25/10/2019 17:41:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Una confessione che vale una vita, la vita, dal momento che, scrivere poesia, è trattare di vita... pur trovandosi al "cesso" ad espletare il bisogno naturale.
Sì, lo apprezzo molto questo"amo il margine"
un caro saluto

 Gil - 25/10/2019 15:44:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Grazie, Adielle!

Quindi, Lorenzo, ricapitoliamo: secondo te, ad un clochard che non scrivere versi, la carta igienica costerebbe di memo; poi, ascolta: se anziché co tu avessi scritto colla, ai fini metrici credo nulla sarebbe cambiato, evitando l’errore d’un co privo l’apostrofo, che tale occorre in caso di troncamento; inoltre, lei è pronome personale, per cose o animali è più appropriato esso, essa etc. etc. Tali sgramnaticature in un poeta attento come te al metro e alla rima stonano non poco. Per conckufere: sì, pulirsi il culo con i miei versi o quelli di Dante l’Alighieri, credo sia l’atto poetico oer eccellenza, poiché in tal modo, anche la parte più escrementizia di noi, entra in contatto con la bellezza

 Lorenzo Tosco - 25/10/2019 15:23:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Tosco » ]

Pulirsi il culo co la carta igienica
finisce col rappresentare un costo
per un clochard che sa comporre versi
e al quale do questo consiglio tosto.

Adoperare lei son soldi persi
e alleggerisce un poco il portafoglio
e allora mio consiglio ho in questa posto:
"Tu pulisciti il culo coi tuoi versi.

E se carta un po’grossa in mano avrai
strusciala bene in gesto tuo compìto
e alla fine contento noterai
che il tuo culo risulta assai pulito!

Avrai sporcato tanti illustri versi
che si disperderanno all’infinito
però camminerai a testa alta
soprattutto col culo ben pulito!"


NB:Spero che tu ci faccia una risata e non te ne abbia a male. Non avevo assolutamente desiderio di riferirmi all tuo genere poetico.
Salutissimi!





 Adielle - 25/10/2019 14:56:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Molto apprezzata, complimenti, un caro saluto.

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