Scrivi un commento
al testo di Federico Zucchi
Blues per Paolo
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Blues per Paolo
Era estate ed era inverno e sudavamo in macchina curvi sui viadotti mentre in fondo traspariva il volo raso dei gabbiani sopra il golfo di Trieste e tu mi parlavi dei campi di calcio dell'infanzia e la memoria risaltava più del mezzo di contrasto nell'invaso dei polmoni dove il cancro già attecchiva.
Paolo, cugino dolce e contorto, incompiuto Van Basten della vigilia, stilita nel salotto baciato da una grazia singolare che quasi t'imponeva la consegna del silenzio, jeans consumati, denti da fissare, re di uno sguardo intenso e rinunciante, disarmato nell'impresa di essere adeguato in una civiltà che muore.
Quante Ultime Cene hai mandato giù nell'ultimo anno di ospedale purè, stracchini, composte di frutta, broccoli infecondi e pastiglie colorate. Hai lottato e spezzato il pane dei ricordi trascinando sulla schiena il bestiame della notte non trovando in fondo al bosco un alpeggio rischiarato.
Hai scritto fiabe e sperperato pomeriggi a rincorrere nel buio una rosa bucaneve, hai portato la tua scala dove il sole non festeggia senza perdere nel viaggio un risalto di bellezza.
|
Maria Musik
- 27/10/2019 21:13:00
[ leggi altri commenti di Maria Musik » ]
Comprensibile, schietta. Una prosa poetica che funziona grazie alla chiarezza espressiva che raggiunge senza retorica. Molto apprezzata.
|
Rosa Maria Cantatore
- 26/10/2019 18:39:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
si resta in silenzio, di fronte a versi come questi: io, per lo meno, resto muta. Ad assorbire le parole. A ripensare cosè il rimpianto. La sofferenza. Lamore.
|
Klara Rubino
- 26/10/2019 09:34:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
"... trascinando sulla schiena il bestiame della notte non trovando in fondo al bosco un alpeggio rischiarato."
Versi memorabili; " il bestiame della notte" è un espressione degna dessere citata poiché difficilmente si può meglio rendere ciò che intendi.
...come mi ha insegnato a dire Giovanni Rossato " Grazie per i tuoi versi", sempre, Federico.
|
Franca Alaimo
- 25/10/2019 17:33:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Una poesia narrativa che è di certo un omaggio assai sincero e commovente ad una figura duomo che mantiene la sua bellezza e la sua dignità fino allultimo respiro. Un eroe della quotidianità, come moltissimi altri colpiti ogni giorno dallo stesso male. La poesia convince perché è limpida e, soprattutto, priva di quella facile retorica che il tema avrebbe potuto determinare.
|
|
|