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Il gregge

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 Un gregge di sillabe sonore inseguo

un gregge insofferente

al pascolo programmato

al preordinato recinto.

E’ un antico gregge affabulatore

maestro dello stratagemma

contro il buonsenso del pastore.

 

E’ un gregge al vento e soffia forte

tanto da non farsi imbrigliare.

Ogni pascolo è buono a metterlo

in un annuvolato viaggio.

Pascola in cielo in terra e in ogni dove.

Nomade è il gregge e selvaggio.

E’ un calicanto nato a caso in un campo

che appare inaspettato lungo il giorno

e infiora la notte di visione.

A volte un agnello bela nel sogno

e da ospite sembra invocare soccorso.

Svegliati e corri. Corri a perdifiato

a carpire un indizio,

una rada notizia

sulla pista svanita

sulla porta che nessuna forza apre

sulla porta che non si può lasciare.    

 Leonora Lusin - 22/07/2017 21:54:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Sì, mi piace. e introduce elementi nuovi...Hai letto Infine un cancello?

 Annamaria Pambianchi - 22/07/2017 19:43:00 [ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]

sulla porta che nessuna forza apre
sulla porta che da custode sorveglio
arcana apertura attendendo.


Questa soluzione potrebbe andare secondo te? In effetti non è quel che faccio (facciamo?) attendendo con pazienza che quella porta misteriosa si apra...?

 Leonora Lusin - 22/07/2017 00:20:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Hai ragione cè poca fluidità, è che cercavo di far mio il concetto.

Svegliati e corri. Corri a perdifiato
a carpire un indizio,
una rada notizia
sulla pista svanita
sulla porta che nessuna forza apre
Sulla soglia. Non si può
ne lasciare ne varcare...
Non possiamo né lasciare né varcare.

 Annamaria Pambianchi - 21/07/2017 19:19:00 [ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]

Il senso è proprio quello che indichi, Leonora.
L’unica cosa che non mi convince tanto è la forma che suggerisci o, meglio,gli ultimi due versi. In particolare mi riferisco a ’sulla porta la cui soglia’: ecco mi sembra non abbastanza fluido.
Ma ci rifletto, stai sicura....
Grazie e un saluto

 Leonora Lusin - 18/07/2017 05:31:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Avrei delle riserve - non sull’eterno, naturalmente - ma sulle crepe, sugli slittamenti esistenziali, sulla ricerca di senso che non governiamo, né controlliamo. Almeno io non governo.

Questo tuo commento vale 10 poesie. Però ti propongo un finale alternativo su cui riflettere...

sulla porta che nessuna forza apre
sulla porta la cui soglia non si può
ne lasciare ne varcare.

Un saluto.

 Annamaria Pambianchi - 16/07/2017 16:22:00 [ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]

Star di vedetta sulla ’porta’ in attesa che si apra: questo il significato che ho inteso dare al testo.
Sulla porta ’che nessuna forza apre/ sulla porta che non si può lasciare’ ci può interrogare molto e avanzare varie ipotesi. Non ho la certezza che hai tu, Klara, che pensi a una porta ’di percezione sull’eterno’. Avrei delle riserve - non sull’eterno, naturalmente - ma sulle crepe, sugli slittamenti esistenziali, sulla ricerca di senso che non governiamo, né controlliamo. Almeno io non governo.
Quella porta si apre quando vuole lei e non quando voglio io; e non obbedisce neppure alle regole conosciute e meccanicamente applicabili. In conclusione sto confessando, care Eleonora, Klara, Cristina, che non possiedo la chiave per aprire liberamente quella porta. E qui penso anche a te, Nando, quando accenni alla complessità della relazione ’tra pensiero e linguaggio, quasi che senza il secondo il primo non sia’. Sento che hai ragione, perché mi accade che solo quando ho trovato e selezionato le parole il pensiero arriva a una sua definizione, come se prima tutto fosse una indistinta nebulosa.
Penso anche, Nando, che potevo sì evitare il troncamento di ’invocar’....
Grazie e ancora grazie dei vostri contributi. Soprattutto perché sono indicazioni preziose per riflettere sulle vie più adatte alla percorrenza...
Un caro saluto a tutti/e

 Cristina Bizzarri - 16/07/2017 14:51:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Un’intensa, bellissima, modulata e originale metafora - per come hai saputo condurre, da buon pastore delle parole, il linguaggio. Immagini che si susseguono ariose e colme di significato, gonfie come vele aperte al vento. Davvero una poesia che mi rimarrà a lungo in mente. Concordo con le osservazioni di chi mi ha preceduta. Ciao Annamaria.

 Klara Rubino - 16/07/2017 12:53:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Era" distaccandosi".

 Klara Rubino - 16/07/2017 12:52:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

E’ un calicanto nato a caso in un campo
che appare inaspettato lungo il giorno
e infiora la notte di visione.

Questo è il passo che preferisco; preceduto dall’inseguimento di un gregge di sillabe al pascolo...

Condivido il suggerimento di Leonora, non è che non si afferri il senso: è una porta che non si apre né si chiude, una porta di percezione sull’eterno, ma forse andrebbe reso un po’ più esplicito, perché bisogna fare uno sforzo in più didtscxsndosi, con rammarico, dal resto del testo che è così bello!
Notevole.

 Leonora Lusin - 16/07/2017 10:29:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Grande poesia, Annamaria e sopratutto ricca d’intento-
Il finale però non è del tutto risolto sia come musica che come senso... Un saluto.

 Nando - 16/07/2017 07:45:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

È un testo che mi ha suscitato tensione emotiva: pur non avendone, credo, la struttura metrica (ma io sono un ignorante e non dovrei parlarne), tuttavia appare di ritmo sincopato, un continuo spasmodico crescendo; dà l’idea di un inseguimento, idea suggerita anche dal tema e da come è stato affrontato; bella anche la metafora del gregge ribelle, un ossimoro che plasticizza in un’immagine il rapporto della scrittura poetica con le parole, questo tormentato rapporto tra il poeta e la lingua in cui si esprime, ma anche la stessa relazione tra pensiero e linguaggio, quasi che senza il secondo il primo non sia.
Se posso, risuona obsoleta la troncatura del verbo, leggerei meglio "invocare soccorso", e mi chiedo se non andrebbe aggiunta la parola " chiusa" a "lasciare".
Chiedo scusa per le osservazioni; poesia ben scritta e di particolare bellezza drammatica (credo perché frutto, nel tema, di lunga e continua macerazione e maturazione.

Un saluto

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