Scrivi un commento
al testo di Annamaria Pambianchi
Il gregge
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Un gregge di sillabe sonore inseguo un gregge insofferente al pascolo programmato al preordinato recinto. E’ un antico gregge affabulatore maestro dello stratagemma contro il buonsenso del pastore. E’ un gregge al vento e soffia forte tanto da non farsi imbrigliare. Ogni pascolo è buono a metterlo in un annuvolato viaggio. Pascola in cielo in terra e in ogni dove. Nomade è il gregge e selvaggio. E’ un calicanto nato a caso in un campo che appare inaspettato lungo il giorno e infiora la notte di visione. A volte un agnello bela nel sogno e da ospite sembra invocare soccorso. Svegliati e corri. Corri a perdifiato a carpire un indizio, una rada notizia sulla pista svanita sulla porta che nessuna forza apre sulla porta che non si può lasciare.
|
Leonora Lusin
- 22/07/2017 21:54:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Sì, mi piace. e introduce elementi nuovi...Hai letto Infine un cancello?
|
Annamaria Pambianchi
- 22/07/2017 19:43:00
[ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]
sulla porta che nessuna forza apre sulla porta che da custode sorveglio arcana apertura attendendo.
Questa soluzione potrebbe andare secondo te? In effetti non è quel che faccio (facciamo?) attendendo con pazienza che quella porta misteriosa si apra...?
|
Leonora Lusin
- 22/07/2017 00:20:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Hai ragione cè poca fluidità, è che cercavo di far mio il concetto.
Svegliati e corri. Corri a perdifiato a carpire un indizio, una rada notizia sulla pista svanita sulla porta che nessuna forza apre Sulla soglia. Non si può ne lasciare ne varcare... Non possiamo né lasciare né varcare.
|
Annamaria Pambianchi
- 21/07/2017 19:19:00
[ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]
Il senso è proprio quello che indichi, Leonora. Lunica cosa che non mi convince tanto è la forma che suggerisci o, meglio,gli ultimi due versi. In particolare mi riferisco a sulla porta la cui soglia: ecco mi sembra non abbastanza fluido. Ma ci rifletto, stai sicura.... Grazie e un saluto
|
Leonora Lusin
- 18/07/2017 05:31:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Avrei delle riserve - non sulleterno, naturalmente - ma sulle crepe, sugli slittamenti esistenziali, sulla ricerca di senso che non governiamo, né controlliamo. Almeno io non governo.
Questo tuo commento vale 10 poesie. Però ti propongo un finale alternativo su cui riflettere...
sulla porta che nessuna forza apre sulla porta la cui soglia non si può ne lasciare ne varcare.
Un saluto.
|
Annamaria Pambianchi
- 16/07/2017 16:22:00
[ leggi altri commenti di Annamaria Pambianchi » ]
Star di vedetta sulla porta in attesa che si apra: questo il significato che ho inteso dare al testo. Sulla porta che nessuna forza apre/ sulla porta che non si può lasciare ci può interrogare molto e avanzare varie ipotesi. Non ho la certezza che hai tu, Klara, che pensi a una porta di percezione sulleterno. Avrei delle riserve - non sulleterno, naturalmente - ma sulle crepe, sugli slittamenti esistenziali, sulla ricerca di senso che non governiamo, né controlliamo. Almeno io non governo. Quella porta si apre quando vuole lei e non quando voglio io; e non obbedisce neppure alle regole conosciute e meccanicamente applicabili. In conclusione sto confessando, care Eleonora, Klara, Cristina, che non possiedo la chiave per aprire liberamente quella porta. E qui penso anche a te, Nando, quando accenni alla complessità della relazione tra pensiero e linguaggio, quasi che senza il secondo il primo non sia. Sento che hai ragione, perché mi accade che solo quando ho trovato e selezionato le parole il pensiero arriva a una sua definizione, come se prima tutto fosse una indistinta nebulosa. Penso anche, Nando, che potevo sì evitare il troncamento di invocar.... Grazie e ancora grazie dei vostri contributi. Soprattutto perché sono indicazioni preziose per riflettere sulle vie più adatte alla percorrenza... Un caro saluto a tutti/e
|
Cristina Bizzarri
- 16/07/2017 14:51:00
[ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]
Unintensa, bellissima, modulata e originale metafora - per come hai saputo condurre, da buon pastore delle parole, il linguaggio. Immagini che si susseguono ariose e colme di significato, gonfie come vele aperte al vento. Davvero una poesia che mi rimarrà a lungo in mente. Concordo con le osservazioni di chi mi ha preceduta. Ciao Annamaria.
|
Klara Rubino
- 16/07/2017 12:53:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
Era" distaccandosi".
|
Klara Rubino
- 16/07/2017 12:52:00
[ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]
E’ un calicanto nato a caso in un campo che appare inaspettato lungo il giorno e infiora la notte di visione.
Questo è il passo che preferisco; preceduto dallinseguimento di un gregge di sillabe al pascolo...
Condivido il suggerimento di Leonora, non è che non si afferri il senso: è una porta che non si apre né si chiude, una porta di percezione sulleterno, ma forse andrebbe reso un po più esplicito, perché bisogna fare uno sforzo in più didtscxsndosi, con rammarico, dal resto del testo che è così bello! Notevole.
|
Leonora Lusin
- 16/07/2017 10:29:00
[ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]
Grande poesia, Annamaria e sopratutto ricca dintento- Il finale però non è del tutto risolto sia come musica che come senso... Un saluto.
|
Nando
- 16/07/2017 07:45:00
[ leggi altri commenti di Nando » ]
È un testo che mi ha suscitato tensione emotiva: pur non avendone, credo, la struttura metrica (ma io sono un ignorante e non dovrei parlarne), tuttavia appare di ritmo sincopato, un continuo spasmodico crescendo; dà lidea di un inseguimento, idea suggerita anche dal tema e da come è stato affrontato; bella anche la metafora del gregge ribelle, un ossimoro che plasticizza in unimmagine il rapporto della scrittura poetica con le parole, questo tormentato rapporto tra il poeta e la lingua in cui si esprime, ma anche la stessa relazione tra pensiero e linguaggio, quasi che senza il secondo il primo non sia. Se posso, risuona obsoleta la troncatura del verbo, leggerei meglio "invocare soccorso", e mi chiedo se non andrebbe aggiunta la parola " chiusa" a "lasciare". Chiedo scusa per le osservazioni; poesia ben scritta e di particolare bellezza drammatica (credo perché frutto, nel tema, di lunga e continua macerazione e maturazione.
Un saluto
|
|
|