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al testo di Federico Zucchi
Dolce far niente
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Dolce far niente
Scivolare sulla laguna affondarci i piedi schivare i granchi camminare sull’epidermide della terra riscaldata fino alla foce del fiume Ausa, fino a sfiorare il collo dei cigni protesi, fino a comporre l’agiografia degli asparagi di mare.
Per un giorno non fare niente, lasciare il pensiero a maggese, soffermarsi a dondolare nel respiro picaresco. La capitaneria scagli pure le sue navi da pattuglia, gli educatori persistano a predicare il lifelong learning, il telefono continui a pigolare le sue arie da soprano...
Oggi voglio solo tralasciare, staccarmi dalla linea del fronte, tornare al dolce far niente, perché qui si cela l’esca viva del contemplante, il silenzio che plasma parole e maree sulla pedana del salto in alto.
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