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al testo di Federico Zucchi
Stringi, stringi
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Stringi, stringi
Stringi, stringi e ti chiedi cosa resta a sentinella del giorno, dopo che il dolore ha riscosso il suo vitalizio e la nebbia ricopre le strade con studenti mai convocati alla Sorbona della speranza.
Stringi, stringi e senti il tuo fiato disertare in un altro respiro, cessare la tosse, cercare la veglia più luminosa dentro la festa di un altro polmone.
Stringi, stringi e trovi il lampo non medicato, la sciarpa di Dio sospesa alla gruccia radiosa del vespro, la pioggia che cade al sole frammista sui denti da latte della bellezza.
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