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al testo di Federico Zucchi
Faith
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Faith
Per chi svanisce senza eco
Dicevi come tante di chiamarti Faith e di essere apparsa il primo gennaio.
Dalla Nigeria al buio di Mestre spacciavi il tuo corpo per sbarcare il lunario senza sapere come la notte devasti gli acrobati inermi e imbratti le pievi dei fianchi affrescati.
Ti hanno torturata e gettata in un fosso e la tua piccola storia è tracimata lontano da un estuario di mani accudenti.
Sono passati cinque anni e nessuno ha chiesto conferma che esisti, nessuno ha provato a cercarti nella ghiaia a Marghera.
Sei vissuta e scomparsa senza restare impigliata in altre solerti memorie
(chissà se qualcuno distante ti associa al risvolto di brezza di un luglio lontano)
perché questo accade ai milioni di spettri fatti costretti a vivere schiavi.
Spentosi il battito abbiamo solo un cuore deforme per provare a lambirti, per venire a forare il silenzio dei morti, per venire a sfiorare il tuo nome disperso.
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Amina Narimi
- 14/11/2016 00:12:00
[ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]
Una piaga battuta dalla luce ( del silenzio), questa tua Poesia, Federico, una ferita doppia, impressa dalla bellezza che contiene e dalla verità che offre Con gratitudine, un caro saluto
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Maria Musik
- 13/11/2016 09:40:00
[ leggi altri commenti di Maria Musik » ]
Prima di tutto un apprezzamento per aver scelto di dedicare a "chi svanisce senza eco" questi versi, di dedicarli a Faith, qualunque fosse il suo nome. Le giovani nigeriane sono la carne da macello, di ultima scelta, venduta al ribasso sulle strade più buie e lerce delle nostre città. Spesso, vittime di tratta, costrette con abusi e violenze atroci a vendersi a poco e "senza guanto". Ma cè anche lapprezzamento per questo "storytelling poetico", ricco di immagini dolenti quanto efficaci, fotografie di una cronaca mai scritta, di un mancato pio commiato per la donna massacrata, per la straniera senza nome la cui "piccola storia/è tracimata lontano/da un estuario di mani/accudenti. Grazie.
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