LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Federico Zucchi
L’ultima sentinella

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
L’ultima sentinella

Un bel po’ dopo mezzanotte
sono ancora in strada e cammino
nell’acquario dell’infanzia.
Dopo le campane, tutto tace,
solo il lontano riverbero dei bar
e l’indubbia sensazione che la vigilia di Natale
mantenga una personale consistenza,
una magia che si stende sulla carnagione
della notte e avvolge i malati e i sani
i bambini addormentati nell’attesa
i quarantenni accasciati sul divano
che non sanno più riempire
una qualche mangiatoia.

Giungo a sfiorare le vecchie caserme abbandonate
quei corpi debordanti che indossano
sottovesti di calcinacci
con l’ossequioso contegno
delle tarde attrici in sfacelo.
Come i vecchi hanno finestre spezzate
e cancelli di ringhiere socchiuse.
Sono invase dalla vegetazione spontanea
e una peluria d’acacia devasta
il timpano delle torrette.

Mi fermo davanti a un cancello,
sulla ruggine scorre ancora
il disappunto della Perestrojka.
Guardo dentro la visuale della luna
e avverto il passo felpato della storia
rianimare il tempo, le voci dei soldati
sbiascicare il proprio passo di marcia,
perdersi in un indistinto notturno.
Poi fisso meglio le ombre all’interno
e la vedo,
a una decina di metri
una volpe mi fissa.
Non sembra spaventata
tantomeno aggressiva,
come camminasse su un’acropoli sospesa.
Restiamo così, attenti alle mosse dell’altro,
fino a mischiare la diversa condensa
dei nostri respiri.
Poi la notte, lentamente,
ricopre entrambi con
impronte più lievi.

Meravigliose le reclute
che la vita
arruola.

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
 
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.