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La morte troppo poco

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Con la forza della tua poesia

tutto quello che ci serve

è il respiro

che non lega a sé la gioia

ma la bacia

                                     in volo

 

Adesso che non so più niente,

adesso che siedo

esitante

tra il centro e le mie mani

la  vedo.

 

E pugnalo il mio  lutto

perché  entri la luce

di una garza d’acqua sugli occhi,

un velo; intanto la stanza

dietro le spalle si vuota,

immensa sorella,

                        di inutili oggetti

 

imparo la bufera delle ali

                              alle caviglie

il tuono dorato sulle dita

del volgersi a guardare,

quando in un unico volto

combaciano i visi del mondo

 

con le vene azzurrine sui piedi

con il gesto più piccolo che ho

prendo congedo

per toccare la terra dove mi lasci,

randagia in eterno,

sulla polvere ardente il tuo segno:

 

farò nuovi boschi con le ferite,

col buio che preme, un io che tace,

attorno al minuscolo punto di luce

un nuovo pane, nel suo ombelico

preparando una nascita

 

con l’orgasmo pieno dei  bambini

rivolto all’universo, ti offrirò

l’ognivolta  che qualcuno

si sporge verso un altro

 

nello spazio, credimi, se puoi,

la morte è troppo poco

per finire il nostro amore,

col suo tocco

infinitamente lieve

indimostrabile.

 Silvia De Angelis - 03/06/2015 20:44:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Rimango sempre affascinata dallo stile e intensità del tuo dire poetico
Buona serata Amina, silvia

 amina narimi - 01/06/2015 09:30:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Grazie "splendenza"...perché questo sei Elsaognivolta

 Elsa Paradiso - 01/06/2015 07:39:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Bello quel "baciare in volo" ... l’ineffabilità delle cose.
Già te lo dissi, la tua è poesia che arricchisce lo spirito.
Ciao, Amina.

 Amina Narimi - 31/05/2015 21:36:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

आह आह .."troppo bellissima" IndilLœ !!!

grazie a tutti! Siete ognivolta un dono, una famiglia che cerco ogni sera tornando a casa
Grazie..sono felice... davvero felice

 Cristina Bizzarri - 31/05/2015 15:09:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Oh Oh - dall’hindi आह आह
:-D

 ohhhh! - 31/05/2015 15:08:00 [ leggi altri commenti di ohhhh! » ]

ये जो सारी सड़कें हैं किन चीज़ों की परछाइयां हैं
और सूरज के चढ़ने-उतरने से इन परछाइयों की लंबाई कभी घटती क्‍यों नहीं
काम करते-करते जैसे अचानक बांधती हो तुम केश
दुनिया की सारी सड़कें तुम्‍हारे जूड़े में बदल जाएंगी.
केतली से जो भाप निकलती है
किस बरस निकली थी ऐसी ही मुंह से
भीतर की गर्मास और बाहर की ठंड में
किस रात बना था ऐसा ही रिश्‍ता
तुम्‍हारा चेहरा इतना लूना था लजीला
कि मेरी सांस की भाप को तुमने घूंघट बना लिया था
मेरी आ‍ह की अटारी पर तुम्‍हारी हंसी के काग़ज़ रह-रहकर फड़फड़ाते हैं
जो बिंदी तुम्‍हारे माथे से गुमी थी
तुम्‍हारे जाने के बाद मेरे तकिए पर चिपकी मिली
स्‍वांग ही होगा जांगर से भरा जदि
वह रग खोजूं जो दुखती न हो
जबकि जान यह पहले ही चुका
दुख ही रग का रस है.
* * *
(इन्‍हीं दिनों की एक कविता. जांगर यानी श्रम.)

 Il tettoreologo - 31/05/2015 14:59:00 [ leggi altri commenti di Il tettoreologo » ]

In realtà la tettoreofilia, applica le leggi scoperte dalla tettoreologia, le quali affermano molto chiaramente, che fin dalle origini, fu il rapporto con il seno materno la prima esperienza della parola in bocca; per questo evolvendosi la specie, l’evoluzione secondo Darwin mutò il tettore in lettore, lasciandogli comunque la parola sulle labbra, come possibilità di nutrimento senza mediazioni alimentari e conducendolo verso i territori del linguaggio. Fu per questo che il femminile pervase ogni ambito della conoscenza, ancora prima che l’uomo seppe di poter sapere.

Da Nadipedia, edizione del 1962

 due labbra di rugiada - 31/05/2015 14:54:00 [ leggi altri commenti di due labbra di rugiada » ]

आह आह

 Lorenzo Mullon - 31/05/2015 14:32:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

{giusto per ridere . . . cospargendomi il capo di cenere . . .
che il "tettore" diventi figlio in natura mi sembra più che speculare
inevitabile
evviva il seno materno!}

 Nando - 31/05/2015 13:44:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

(Scusandomi con l’Aminissima...)

Grazie, Lorenzo, mi confermi la tua vocazione alla grandezza.

P.S. Sullo speculare non siamo d’accordo

 Lorenzo Mullon - 31/05/2015 13:39:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

[errata corrige: pardon, a proposito di Dostoevskij . . . mi chiedeva se io lo identificassi con me, non se io mi riconosco in Dostoevskij * mi sembra la stessa cosa, speculare, ma per correttezza sollecitato correggo]

 Nando - 31/05/2015 13:24:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Una poesia sublime, di cui il tettore diventa figlio, disegnando in sé il volto di questa "propria" madre, un disegno unico e diverso per ogni lettore che cedesse a questo invito ad entrare nella parola, che gli diventta grembo.
C’è da stringere gli occhi nell’inchino della gratitudine e ammirare colui cui queste tue parole sono rivolte.

Sempre di grande bellezza

 Laura Costantini - 31/05/2015 11:30:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Oltre ad essere ricca di espressioni stupefacenti che descrivono il processo di estraneazione dalla corporeità, come la garza d’acqua sugli occhi che normalmente si avverte come un peso, una pressione, ma che diventa velo, simbolo della leggerezza, della trasparenza, nonostante gli occhi siano chiusi, del ristoro, fino alla bufera di ali alle caviglie, dicevo, nonostante questa travolgente bellezza espressiva questa poesia è soprattutto un dono!
Un dono a te stessa e a tutte le anime del mondo che in un amore universale riesci a comprendere e compenetrare.
La morte allora è troppo poco per un amore che diventa universale, una emozione sola che si può dire sia gioia!

 due labbra di rugiada - 31/05/2015 10:10:00 [ leggi altri commenti di due labbra di rugiada » ]

con le vene azzurrine sui piedi
con il gesto più piccolo che ho
prendo congedo
Complimenti, grande poetessa Amina, come sempre mi sento commossa per i suoi testi che dimostrano dell’anima poetica l’espressione al massimo, e, grande proprietà di linguaggio. Grazie.

 Lorenzo Mullon - 31/05/2015 10:03:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

"Adesso che non so più niente,
adesso che siedo
esitante
tra il centro e le mie mani
la vedo."

ma è stupendo! quale coincidenza!
proprio adesso stavo rispondendo ad un inquisitore
che mi chiedeva se mi riconosco in Dostoevskij

e gli ho scritto . . .
dall’Idiota di Dostoevskij «A chi sa di dover morire, gli ultimi cinque minuti di vita sembrano interminabili, una ricchezza enorme. In quel momento nulla è più penoso del pensiero incessante di poter non morire, del poter far tornare indietro la vita. Allora, quale infinità! Si potrebbe trasformare ogni minuto in un secolo intero...»

fantastico, no? pura poesia, intuizione profonda quando era già sul patibolo, prima che gli fosse comunicata la grazia
il tempo esiste e non esiste, addirittura rallenta, e si ferma!
la stessa cosa di trasformare il dolore in gioia
ma con le idee fisse non ci si riesce
il vero condannato è chi ha i dogmi e le idee fisse

Amina come Dostoevskij
sì, La morte è troppo poco ! !

  Cristina Bizzarri - 31/05/2015 08:46:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

" ... ti offrirò l’ognivolta  che qualcuno si sporge verso un altro "  - la preghiera di Amina.

 Lavinia Frati - 31/05/2015 06:43:00 [ leggi altri commenti di Lavinia Frati » ]

Difficile da commentare per quanto mi ha catturata questa tua: lo strappo per far entrare luce e l ’indimostrabilità della morte sono due momenti di una bellezza unica.
Il rito magico, come commentava Adielle, della vita.

 Adielle - 31/05/2015 03:01:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Amina, narimimi, aminami, come dire rendimi degno di essere amato! Come fai a trasformare le parole in amore allo stato puro? Sembra solo a me o qui si parla di riti magici?

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