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L’alieno integrato

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Io vengo dal mare

a vedere queste case rotte

e questi atri aperti, città

lucenti e plastificate.

Ci guardo, noi,

nutrite stole di benpensanti

puliti, garbati ma devo dire

vanesi, oltre la misura

che la natura ammette.

 

A forza di aggirarmi per i deserti

ho perso la mia modica linfa:

ne raccatto un po’

di rado, quando per caso

incontro un volto vero, scoperto,

che si mette sotto al riflettore

non per narcisismo né per confessione,

ma così, per franchezza,

perché c’è in giro una solitudine

che ammazza, e bisogna un poco

scostare la tenda

per evitare di finire al forno

insieme ai nostri orgogliosi scalpi.

 

Noi due siamo ancora qui

a raccontarci balle,

troppo umani per giocarci

le nostre riserve e scommettere

sul bene di entrambi.

No, molto più d’effetto

il lamentarsi nel nostro crogiolo

d’errori, che ormai hanno l’odore

di abitudini rozze e incancellabili

che solo a pensare di smantellarle

sembra di puntare

alla luna.

 

Ma chi ci pensa, poi, agli astri,

noi che va già bene

quando inciampiamo in un po’ di

autocoscienza - buona, quella.

Ma che fatica riconoscere noi stessi

(e gli altri poi non ne parliamo),

che fatica capire che non siamo sotto

a nessun cielo, e che le stelle a cui

piangevano gli antichi

stanotte, a Bologna, non si vedono neanche:

il cielo è sanguigno

e sogghigna, lampeggia ogni tanto

per il solo gusto di fare paura,

ma ormai se n’è andato da un pezzo

il tempo in cui tutti, anche i bambini,

tremavano davanti al temporale.

 Lorenzo Mullon - 22/11/2014 19:25:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

non sarà che scommettere sul bene di tutti è l’unica carta da giocare?
chi ce lo impedisce?
un Dio egoista, che si tiene per sé l’arbitrio il più dispotico, e a noi fornisce l’opzione dell’umiltà, per prenderci in giro, e basta?
oppure non c’è nessun Dio, ed è tutto creato da noi per farci prendere coscienza di quello che siamo veramente?
se ci fosse questo Dio, inevitabilmente egoista, qualcuno l’avrebbe già ucciso
se non ucciso, cacciato
restiamo noi, schiantati dal dolore come mosche
noi che "pensiamo" di non valere niente, e di non meritarci la gioia


 Roberto Maggiani - 22/11/2014 18:33:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Il titolo mi ha attratto e il tema che tratti è molto bello. Ci sono versi notevoli e spunti di riflessione. Tuttavia mi sento di dire che ho scorso (letto) la poesia come una vena d’oro in cui ci sono pepite mescolate a roccia, forse alcuni versi andrebbero ulteriormente distillati. In ogni caso complimenti per il finale.

 cristiana fischer - 22/11/2014 18:18:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

uauuuh! come si canta? "era meglio morire da piccoli..." scherzo, Livia, ma "a forza di aggirar(s)i per i deserti" si perdono anche le linfe più solide!
ciao ;-)

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