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Dimenticarti è difficile

passa labile tra le belve affamate

l'incarnata preda sulfurea dei miei pensieri lavici

si specchia nelle brame

a sadiche pose sposa le sue trame in fauci

perchè se ti piace viene meglio tormentarmi

ed essere audace dea dei rimpianti

mors tua vita mea e non riesco a dormire

sulle braci che spargi a prova di respiro.

La mia metà va per la città

gridando a tutti che son morto

la qualità di questa verità

si genera dal lutto

che non elaboro ma rimuovo

pur di credermi ancora vivo.

Per gioco cerco indizi che mi portino da te

leggo messaggi in codice da tutto ciò che mi accade intorno.

Formo le forme se non si formano.

La mia metà va nei boschi

a sussurrare ai rami che mi indichino la strada sbagliata

ma le foglie hanno pietà e riflettono la luna sui suoi passi

perchè possa raggiungerla dove cambia pelle alle sue voglie.

Frusta sui desideri il soliloquio dell'amore

ad aprire nuovi varchi

dove prima l'anima era chiusa a passare

e così ci sono notti in cui ho paura a chiudere gli occhi

e vederti venirne alla ribalta.

La mia metà va nei sogni

a intercedere ressurrezioni 

per tutti quegli io che sono stato almeno una volta.

L' unità si cerca attratti da un istinto di conservazione

della parte-madre delle parti.

Una biologia atomica non anatomica nella sessuazione di Lacan.

 Adielle - 10/10/2014 10:10:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Non so Cristina, in un certo senso penso di essere in accordo con te e la tua immagine del Tao nel senso che secondo me, in ognuno di noi c’è una parte di tutto ciò che esiste, è che a volte non sappiamo di essere o sotto quali forme si manifesti il miracolo di essere umani.
Chi discrimina, per esempio, è come se non sapesse o avesse dimenticato di essere negro egli stesso o omosessuale egli stesso o ebreo egli stesso. Tanta confusione per una questione di percentuali.

  Cristina Bizzarri - 09/10/2014 14:26:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Mi viene in mente il simbolo del Tao, degli I-Ching, o comunque del tutto. Una sfera in cui le due parti di colori opposti hanno ciascuna, in essa, un elemento anche/seppur minimo dell’altra. Più che nell’alchimia tra femmina e maschio mi piace credere nell’armonia di un temperamento, nell’individuazione di un essere che secondo me ha poco a che fare con l’impulso sesuale ma molto con il libero circolo dell’energia, sicuramente anche sessuale. Ma i bisogni primari sono solo la base per il nostro diventare davvero "umani". Chissà, forse il mito della sessualità con il suo amplissimo corollario di segni e significanti, ormai è destinato a essere superato da ben altro ...

 Adielle - 09/10/2014 10:41:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Cari Lorenzo e Nando avevo provato a rispondere ai vostri bellissimi commenti con un intervento ampio e piuttosto articolato ma non sono riuscito a pubblicarlo non so come mai, mi era parso di aver attivato la procedura regolamentare, e dal momento che non ero capace a replicarlo perchè scritto d’ impulso e anche piuttosto piccato avevo deciso oggi di scrivervi dei classici ma sinceri ringraziamenti, solo che si è aggiunto il limpido pensiero della carissima Cristina e non posso esimermi da almeno un paio di chiarimenti. Questa poesia è dedicata, a modo mio, senza clamori anzi al limite dell’invisibilità e in altra sede ad una pagina di psicologia molto interessante, fonte per me di grande ispirazione che si trovava in un momento di difficoltà. Perchè Lacan? Perchè sono stato folgorato dalla sua concezione dell’amore tradotta da Recalcati in una video lezione sul suo pensiero a riguardo. Mi permetto di esporre quello che ho capito, interessatissimo alle vostre opinioni. L’amore in Lacan è eterosessuale non potrebbe essere altrimenti, l’amore è sempre amore dell’altro (eteros) del diverso da sè, altrimenti si trasformerebbe in altro sentimento scambiato per amore ma che amore non è in cui la relazione si avvale di un nesso narcisistico tra i due convalescenti che conduce sicuramente al fallimento del rapporto se non addirittura all’approdo ad una dimensione suicidaria resa tanto nota dal mito.
Ora la cosa interessante e di stretta attualità è che questa relazione eterosessuale lo è al di là dei generi sessuali dei due componenti che la vivono. Se per Lacan etero è sempre altro, sessuale non è sempre sesso ma utilizza un nuovo termine, sessuazione con cui intende l’unione dell’inconscio(fondamentale nell’individuare il genere sessuale da desiderare ma anche quello cui appartenere nonostante le evidenze anatomiche!), delle sovrastrutture quali la famiglia, la scuola, la società ecc. e della mediazione tra queste due tensioni che inderogabilmente l’individuo deve operare singolarmente. Dunque è possibile che intercorra una relazione eterosessuale(ma io mi permetto di chiamarla "eterosessuazionale"), votata ad essere più sana e stabile, in una coppia i cui componenti abbiano lo stesso genere sessuale e che sia invece completamente assente in una coppia i cui componenti appartengano a generi sessuali diversi. Addirittura il criterio di "eterosessuazionalità"(eterosessualità secondo i criteri di Lacan) dovrebbe essere usato per stabilire la liceità di una coppia per l’adozione indipendentemente dall’assortimento dei generi sessuali che compongo la coppia genitoriale. In definitiva, amore eterosessuale non anatomico ma relazionale.
Io non sposo in pieno questa teoria ma ammetto che mi ha molto colpito. Essa presenta secondo me un criterio discriminatorio ancora particolarmente restrittivo, una condanna dei Narcisi e chi si somiglia si piglia dov’è andato a finire? Scherzo, un caro saluto a tutti.

  Cristina Bizzarri - 09/10/2014 08:06:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Ha la forma mai ferma della tua sostanza, che è la tua/nostra voce vera, ha l’esatta appartenenza a un destino - dove non ci è possibile essere altro da chi siamo, dal nostro altro molteplice e visionario che ci dà la nostra forma.
Questo mi racconti qui e fa vibrare. L’ultima riga la leggo disarmonica, quasi una richiesta di aiuto a un padre che non può esserlo. Ma forse è proprio questo che vuoi significare.

 Nando - 08/10/2014 11:10:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La tua poetica si eleva su due fondamenti: l’amore e l’anima. Nessuno può discutere di fronte a ciò (e nessuno credo ci sia), l’autenticità della tua vocazione poetica. Altro può essere l’evoluzione e lo sviluppo di un poeta, ma sono i semi e le radici a distinguere il vero dall’apparente. Per me, tu siedi a circolo tra i primi; se poi, questo sentire la terra dall’inizio della schiena, ti costi anche un po’ di sudore e sangue, ciò appartiene alla biografia, forse solo in un secondo momento anche alla lettura.

Ciao Adielle

 Lorenzo Mullon - 08/10/2014 09:13:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

bellissima, a parte Lacan che irrompe come una spina tagliente la libertà dell’io di fluire nel sano delirio non istituzionalizzato
ma va bene anche Lacan, con i suoi lumini, Lacan ci sta come ogni specchio di qualcosa
è un gioco di riverberi
e questo Lacan "Dio" in mezzo ad altri "Dii"
perché sono proiezioni della mente
idee in mezzo ad altre idee
simulacri
lavacri
dove emerge potente la consapevolezza dell’uomo
di essere una luce inestinguibile per propria natura
insomma, è impossibile non esistere
questo dobbiamo piano piano capirlo
è il non esistere ad essere impossibile
e quindi, cari miei, si ribalta la frittata e salta tutto, la consapevolezza è un grillo che ribalta ogni pregiudizio coi sui adorabili balzi
o no?
( lo scrivo sempre per non essere accusato di dogmatismo dai dogmatici . . . verificate sempre le mie affermazioni, ma anche le vostre, grazie )

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