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al testo di cristina bizzarri
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Forse quel giorno io camminavo,
piccola, per la mia strada dove sono più le idee di sogni seminati tra due libri o passi fatti verso sera fuori casa mentre due parole cariche di affetto medicano l'oggi per domani - idee che dico e spargo qui, dove l'intorno sono pochi muri e un girotondo d'occhi che mi stringe spesso come fa con l'albero il recinto che lo nutre e lo sostiene - amato - mentre tu lanciato dal tuo nome alto in un destino umano vasto luminoso e nero come la notte che prepara l'alba trapuntandola tra stella e stella - immergevi le dita e il pensiero fin dentro il male fondo con paura sorridente e non mollavi, nonostante un eroismo finto di potere ti chiedesse un passo indietro, solo un passo e non saresti esploso come esplodono le stelle che scompaiono alla vista o come un corpo dilaniato nell'orrore senza tempo - ma in un getsemani deserto di stupore rimani a dirci che sei stato solo un uomo - e l'odio vince sempre dove non si è umani, dove si vomita un tripudio di sangue come fiere mute e sazie, nelle pupille l'ombra impotente di chi, vittima in lotta, muore ogni volta che non appare l'uomo. |
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