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al testo di Emanuele Zeta
Gli ultimi giorni
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Gli ultimi giorni
D’agosto
Van qui accorciandosi
Come il tempo
E scivolano sfatti
Tra le dita
Coi bagliori
Del sole sfracellato
Tra gli scabri rotismi della sera.
I bambini si ritrovano
mani luride
e grandi,
la cenere dei recenti inferni
muta in deserto,
e una volta ancora
s'arrende affannosa
la vita, e grata,
all'evidenza della fine,
e smette ogni enfasi forzata.
Altrove già rimatura
la frusta illusione
che questa resa anche
verrà a frustrare;
la morte entropica
cui tutto tende
conoscerà l’opposizione
disperata del prossimo Aprile,
che, crudele in cima a un tumulo,
nella lisa tromba crepata,
soffierà asfissiando
la condanna dei morti alla riscossa.
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