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al testo di Fiammetta Lucattini
Fratelli di Tala
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Abbiamo tutti chi più chi meno, imparato a masticare l'inno con fiere mandibole. Un docente di filosofia provò a dimostrarmi nel corso di un liceo violento che il nostro inno era provinciale ma io non gli credetti, nell'illusione che l'Azienda Italia avrebbe affrontato, come sul Piave, ogni assalto nemico. Ora che i fratelli sono divisi e si gettano al massacro con ferocia, senza raziocinio o pietà, osservo il tricolore, lercio e molle che trasuda l'afa di mezza estate, chiedendo vaticini al morto Mameli, soffocato dalla polvere del Verano che danza intorno a chi, pare, fu un eroe.
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Fiammetta Lucattini
- 06/08/2013 18:20:00
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Pauci sed apti mihi. Carissimi, probabilmente la vampa dagosto avrà messo in fuga molto sodali della Recherche. Ma è mai possibile essere circondati a tal punto da un sospetto silenzio poetico? Linterrogativo rimane, a voi un caro saluto.
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Emilio Capaccio
- 05/08/2013 17:06:00
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Dal punto di vista stilistico e della forma, è perfetta e ti rispecchia tutta, esattamente come sei: sintetica, sagace, affilata, diretta e decisa. Dal punto di vista sostanziale, sono in linea di massima daccordo con te, anche se non riesco a vedere molle e flaccida quella bandiera, benché sotto il pennone vi siano alcuni degli essere più spregevoli del pianeta.
Un abbraccio.
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Loredana Savelli
- 04/08/2013 21:56:00
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Cara Fiammetta, credo che Mameli di questi tempi avrebbe cambiato mestiere e nazionalità. Lindignazione che a malapena contieni supera e coinvolge quasi di più della tua magnifica scrittura. Complimenti
(p.s. non sono ancora tornata, ti ho cercata)
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