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Aperti ad altra gioia nella schiuma

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Guardando una foto dei miei genitori, ridenti in mezzo a un'onda

Miei fiumi vivi alla sorgente, volti
di pallore rapiti da slavina -
un attimo -
e sempre cieca luce nei mattini

Strappo inconsulto - gesto vuoto
nella vita che vive tutto intorno,
forme palpitanti della mia speranza
e poi sconforto di scardinate porte

Vi cerco nel vento alle mie spalle -
vortica il tempo e non mi lascia
che eco di marine nello sguardo

Scorre saliva a medicare il sangue,
mi irrora vostra voce il cuore
- non più mio -

Fluisce linfa azzurra sulle mani -
sarò con voi in quel fragore d'onda,
aperti ad altra gioia nella schiuma.

A Paola e Mario

 Cristina Bizzarri - 27/06/2013 16:50:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

@Paolo. Grazie! Doni da dare qui, e doni da portar via con sé, per loro,in un altrove, se ho ben capito (andando a cercare). Mi piace quello che dici e come lo dici; attingi alla tua cultura classica che intensifica e approfondisce il senso dei segni, delle parole che così hanno un’eco e una completezza. Un dono, sì, questa mia poesia, soprattutto a me stessa, per darmi dolcezza sul dolore e sul rimpianto.
@Pietro: il bisogno di trasformare il dolore e il senso di vuoto e di mancanza in contenuti definiti, come entro una cornice, per non perdersi, per "medicare il silenzio" in cui altrimenti si è confusi e senza più senso. Grazie, è così.
@Cristiana: sì, è proprio quello che sento in certi momenti, lo sento all’incontrario ma credo sia lo stesso: mi sembra che il mio "cuore" (centro), le mie mani, i miei gesti, la mia voce non siano i miei ma i loro. E mi sento come se mi avessero staccata a forza dalla "sorgente", scorrendo insensata.
@ mareaperto: quando le parole fanno nascere altre parole non si può che esserne felici. E’un dono. Le tue hanno balzi amplissimi e vanno dirette al senso, a volte senza passare per tappe logiche e prevedibili. Stupiscono.

 mareaperto - 27/06/2013 11:51:00 [ leggi altri commenti di mareaperto » ]

Vi cerco nel vento alle mie spalle (c.fr.)
perché la spinta fa avanzare anche i luoghi:
li converte, li rende per plessi.
Vi ho come nel primo Settembre in cui provai
l’indecenza dell’abbandono che forma
la mente e il distacco, il muscolo e il salto.

Nel vento che ora mi cerca
poggerò le spalle formate
colmerò l’abbandono iniziato
e non più indecente
sarà che conta trovarVi.

a Luigi e Matilde

Pies: grazie per avermela ispirata e continuamente fai.

 Cristiana Fischer - 27/06/2013 09:33:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

"mi irrora vostra voce il cuore
- non più mio -"
nella dimensione non presente dei tuoi genitori già appartiene una parte di te, il "cuore" del tuo presente esistere

 Pietro Menditto - 27/06/2013 08:15:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Profonda, altissima, ispirata, salvifica e, insieme, struggente e disperata. L’epifania è stata dilatata fino a costringerla a mostrare tutti i lati più reconditi e così la mente e il cuore, soprattutto il cuore, hanno dovuto rendere completa testimonianza dell’evento. Scorre poesia a medicare il silenzio.

Ti abbraccio.

 Paolo Melandri - 26/06/2013 21:12:00 [ leggi altri commenti di Paolo Melandri » ]

Enigmatico e altissimo Xenion (non necessariamente postumo) ed Apophoreton per i tuoi. Riflessione sull’alternanrsi delle stagioni. Ed ecco il passato è qui, presente, grazie ad una semplice fotografia. Carpiamo spesso qualcosa dell’essenza dei nostri genitori quando guardiamo scatti risalenti a un periodo anteriore al nostro concepimento. Oppure del tempo in cui eravamo bambini... A volte ci stupiscono i nostri stessi volti nelle foto familiari. La condizione di esser figli è una delle più significative della nostra esistenza: così ho trovato e troverò linfa di riflessione in questa tua mirabile riflessione metrica.

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