LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Amina Narimi
|
||||||||
Come un crinale dal petto dilatato in canto dove Dio si china in ombra la pieve mi raccoglie, mia regina, mia sacerdotessa mi solleva col suo raggio troppo breve questo sole - che nell'anima trattengo per l'll buio che rimane - nella resurrezione
sonorità famigliari morsura animi nel piombo di parole incerte disfatte l'una con l'altra dalla neve liberate nel caos collimano scivolando nello stesso passo a flusso di vita si distende il verde di rilanci come mani e nell'orecchio interno una donna corre al monologo di primavera senza fiato :
sollevate le maniche - a braccia nude - sui polsi l'aria mi bagnava del suo alito spietato soffiando l'inverno dalla fronte un cuore uscito fuori solo. |
|