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al testo di Nicola Lo Bianco
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IL GRANDE AMORE PERDUTO
-Mio nonno ch’aveva un giardino d’aranci e manderini quando l’abbeverava cogli alberi ci parlava, li nominava a uno a uno: Stunatu, Lagnusu, Tignusu, Maluntisu … il mio si chiamava Ciuriddru.
-Mia nonna Agatina diceva a mio nonno Totò:
-Cristofalo, bagnati la manina, vai in centro e fatti la croce davanti a Gesù.
-La zia Mariuccia apriva la borsa e prendeva due caramelle: una di liquirizia e una di carruba. Vai a dare un bacio alla zia Mariuccia. La zia Mariuccia aveva la faccia liscia, le mani pasciute e belle, profumo di borotalco e sapone fresco, era la moglie del maresciallo in bicicletta Saporito Ernesto.
-Dice mia madre: m’u jnchi stu bucali di acqua fresca e ci metti pure un poco di anice zammù.Grazie.
-Visto Cristofalo, visto Giovanni, visto Matteo, uno due e tre, liberi tutti.
-Pupetta
-‘A zza Tanina ci detti l’estremu salutu a so’ maritu davanti ‘a porta, ci fici corteo svintuliannu u fazzulettu:pirdunami, Natale, si non pozzu caminari.
-Io quannu moru vogghiu essiri misu vasciu, ca si passa vinu allongu a manu.
-Cantava Alfredo il tenore, ascoltava la voce di mia madre e cantava:-addi’ per sempre il sogno mio d’amore/l’ora è fuggita e io muoio disperato…-, un canto dietro una porta chiusa.
-Rosetta si asciuga i capelli al sole, si pettina e mi saluta.
-Pupetta
-Pupetta e Rosetta sedevano all’ombra sul gradino di casa, parlavano piano col fiocco rosa in testa e si aggiustavano il vestitino.
-Cristofalo, sali, la pasta è pronta, t’a fici cu sucu comu ti piaci a tia.
-Curri, te’, curri, va’ portaci a pasta a Sciaverio, ca s’arrifridda.
-Mio padre me lo sognai:la vedi questa goccia?tu la mia faccia la vedrai quando questa goccia bucherà la montagna da cima a fondo.
-Pupetta
-Quando ridi tu, cambia il tempo
-Fammi vedere la tua delicata farfalla
-Quella volta dovevi scendere due rampe di scale, non lo facesti ed io me ne andai:quanto ti ho amata solamente io lo so.
-Andiamo ciòccolo di mammà, non lo vedi che sono nuda e fresca, lo senti come parla questo fiore fiorito delle mie cosce.
-Di tutto il mio bel corpo m’è rimasto solo il telaio, ma lo sticchio ancora mi fa cicht ciocht, ne vuoi?
- A causa dell’acqua i Manno lo presero a bastonate a mio nonno e lo gettarono in un fosso.
-Peccato l’orticello, le piante di pomodoro, le zucchinette, le melenzane, il basilico, il prezzemolo, i fiori di zucca, , i tenerumi, le lattughine.
-L’acqua chiara perché se la debbono bere i porci, Sciaverio?
-Eccomi, fratello, il grande amore perduto è ritornato, ora e sempre insieme, per vedere se almeno Lui lo capisce, questo amore, per il quale per lui abbiamo fatto fessa pure la morte.
-Brigadiere, ch’era bello giocare a pallone
Nicola Lo Bianco
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