Ho aperto il libro, ho tolto il segnalibro. L’ho richiuso, poi l’ho riposto sullo scaffale. Ho messo il segnalibro in un cassetto. Ho percorso il corridoio, fino in camera. Ho aperto l'armadio, ho scelto un vestito colorato, l’ho indossato. Ho richiuso l’armadio. Ho preso dalla toeletta una matita grigio - azzurra. Mi sono truccata, leggermente. Ho percorso il corridoio. Davanti allo specchio dell’entrata ho guardato il mio viso. Non l’ho riconosciuto. Gli ho sorriso. Ho aperto la porta, sono uscita. Ho chiuso la porta, ho chiamato l’ascensore. Sono entrata, ho schiacciato il pulsante 0, sono arrivata al pianterreno. Sono uscita dall’ascensore, la porta si è richiusa da sé. Ho sceso sei scalini, sono arrivata al portone. L’ho aperto, sono uscita. Il portone si è richiuso da sé.
Ho guardato la strada, ho guardato la gente, ho guardato il cielo. Non li ho riconosciuti. Poi ho cominciato a camminare.
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cristina bizzarri
- 23/08/2012 23:52:00
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Credo proprio di sì Luciana. Grazie! :-)))
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Luciana Riommi Baldaccini
- 23/08/2012 23:35:00
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Un altro gioiello! Non "riconoscersi" e non "riconoscere", è forse perché si sta cercando davvero di "conoscere". :-))
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cristina bizzarri
- 23/08/2012 17:01:00
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Piero: ok ;-) Lorena: sì sì sì, ci hai preso!! :-))) Roberto: anche sullesempio di Prévert, (come dice Lorena),che con la sua delicatezza parla della vita. :-)
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Lorena Turri
- 23/08/2012 14:53:00
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Prevertiana!
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Roberto Perrino
- 23/08/2012 13:50:00
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La forma è sostanza.
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cristina bizzarri
- 23/08/2012 11:23:00
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Piero: grazie. La tua percezione mi corrisponde, in tutto. Grazie anche per il paragone con la Sexton. Anchio credo di essere una narcisista, e ho avuto brutti momenti, molto tristi. Però, uscendo dalle definizioni che imprigionano, credo che cercare di dirsi le cose come stanno aiuti, anche noi narcisisti. (E spesso il narcisismo è indotto, o almeno favorito, nel suo formarsi, da avvenimenti a noi esterni. Comportamenti altrui su di noi. Oltre che dal fatto che da piccolissimi cè tutto quel discorso sulle proiezioni, sullo specchio ecc. Vedi Lacan col tira-e-molla! Beato chi lo supera del tutto: ma cè?)Sono andata tardi in menopausa, a 54 anni, quattro anni fa, ma lho presa bene. Devo dire che ora sono più serena di prima. Comunque hai percezioni davvero profonde. (e non dire sempre le parolacce, smetti di fare il castigamatti!!!) :-)) Loredana: credo anchio che possiamo ingannare le cose, tanto loro stanno al gioco, forse... Grazie! :-) Nando: la tua interpretazione è sempre molto attenta: cerco di guardare le cose con occhi "freschi" (!) e cerco unapertura allesterno, che permetta unuscita. Pietro: certo, hai ragione, come metafora del vivere il cerchio mi sembra per-fectum, com-pleto nel suo ciclo. Io ho cercato qui una sorta di cerchio aperto, ideale (Emerson) che permetta allindividuo di formarsi e superarsi in un continuo percorso. Anche stravolgendo le immagini consuete: la propria, laltrui(la gente, le strade), lo sguardo verso lIneffabile (il cielo). E, con lo sguardo, cercare per quanto ci è possibile, di vedere ... Beh, un bel commento narcisistico!!! (Piero docet) Un caro saluto a tutti, perdonate la mia prolissità se potete.
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Pietro Menditto
- 23/08/2012 09:31:00
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Cara Cristina, quello che non condivido della tua poesia, per il resto impeccabile, è il titolo, che mi sarei aspettato fosse "Dentro il cerchio". Ma, probabilmente, la mia dura cervice mi porta a questa considerazione.
Un caro saluto.
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Pietro Menditto
- 23/08/2012 09:30:00
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Cara Cristina, quello che non condivido della tua poesia, per il resto impeccabile, è il titolo, che mi sarei aspettato fosse "Dentro il cerchio". Ma, probabilmente, la mia dura cervice mi porta a questa considerazione.
Un caro saluto.
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Ferdinando Battaglia
- 23/08/2012 07:59:00
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Cè un aspetto formale e uno di contenuto. Per il primo, apprezzo e condivido, notato anche in altre autrici ed altri autori, lo "sguardo" che trasforma in poesia ogni coaa, ogni aspetto dellesistere, di grandezza o piccolezza che sia. Sul contenuto, leggo la chiusa come la rispota intelligente al senso destraneità che, anziché provocare una chiusura a difesa, si propone la ricerca dellincontro con lalterità: "Non li ho riconosciuti./Poi/ ho cominciato/a camminare". Forse ho forzato un po linterpretazione, ma a quel "poi" ho dato il valore dun "quindi".
Buona giornata Cristina
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Loredana Savelli
- 23/08/2012 07:58:00
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E il chiudersi delle cose (il libro, larmadio, la porta di casa, la porta dellascensore, il portone), che comunica il senso di unineluttabilità insita delle cose: iniziano e finiscono, anche "da sé". Ma possiamo ingannare il (loro) tempo camminando...
Ciao Cristina! Una Cristina diversa, sei multiforme.
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